Quella di Saw si è rivelata una serie fortunata, riuscendo a emergere dal mare di scetticismo che ha inondato le produzioni thriller e horror negli ultimi tempi (quasi sempre a ragione).

Invece, il primo capitolo, diretto da James Wan, stupì tutti, lasciando di sasso chi s'aspettava il solito film basato sul serial killer represso sessualmente: i diabolici marchingegni progettati con un sadismo al di là di ogni immaginazione, i luoghi tetri impregnati d'aria di morte e un assassino dal forte carisma sono risultati la ricetta vincente di un film già divenuto un cult presso i patiti del genere.

Non si poteva, ovviamente, non prevedere l'uscita di un sequel, e poi di un altro ancora; eppure, nonostante i capitoli successivi non si siano rivelati entusiasmanti come l'originale, hanno comunque dimostrato di avere qualcosa da dire, dando così un quadro più o meno completo delle vicende.

Quando però si pensava che la storia del perverso Jigsaw (Tobin Bell) si chiudesse con la trilogia, anche per questione logistiche, ecco sbucare fuori l'annuncio del quarto episodio, e anche del quinto e del sesto, lasciando perplesso chi supponeva che la cosa si fosse chiusa con la terza puntata.

In effetti si va al cinema sopratutto spinti dalla curiosità di vedere cosa i produttori hanno escogitato per mandare avanti la serie: la scena iniziale poi, letteralmente da voltastomaco, toglie ogni dubbio a chi avesse avuto il coraggio di sospettare che il sadico assassino poteva essere sopravvisuto in qualche maniera.

Osservando il dipanarsi delle vicende, ci si accorge ben presto di trovarsi di fronte più a un prequel che a un sequel, dove si hanno maggiori delucidazioni sul background di Jigsaw e sugli eventi che lo hanno portato a trasformarsi in un mostro; inoltre, come è successo in passato, il regista (Darren Lynn Bousman) cerca di confondere il pubblico mescolando cronologicamente i vari eventi in modo da "pepare" le vicende. In realtà tale scelta, almeno questa volta (nei prequel questa tecnica era già stata utilizzata) si rivela poco efficace a causa di una narrazione decisamente malgestita: troppa carne fuoco, con una sfilza di personaggi ininfluenti nell'economia della trama, non fanno altro che spaesare e, alla fine, irritare lo spettatore.

Da questi fattori ci si accorge ben presto che il regista ha esaurito le frecce al suo arco, e la ricetta, prima vincente, sta iniziando a perdere colpi. Le demoniache trappole ormai non sorprendono più, e offrire una maggiore dose di violenza gratuita non basta; il famoso bambolotto parlante poi inizia a essere ripetitivo con il suo pseudomoralismo sul valore non apprezzato della vita, mentre il finale fa tutto meno che sorprendere.

Insomma, manca l'elemento di qualità che aveva permesso alla serie di distinguersi, il colpo di scena scioccante da far rimanere a bocca aperta, e si cerca di sopperire a questa mancanza propinando una massiccia quantità di gore fine a se stesso e mescolando vari elementi senza seguire un filo logico.

In definitiva, Saw IV si presenta purtroppo come il capitolo meno riuscito della serie, e non è esagerato affermare che la sua realizzazione è superflua. Ma si sa, le politiche commerciali sono più spietate del povero Jigsaw, il quale vedrà il proprio carisma sacrificato sull'altare dell'insaziabile dio denaro.