Acheron Books raccoglie cinque racconti di Christian Sartirana nell’antologia Ipnagogica.

La manina è il primo e uno dei più disturbanti racconti della raccolta. Una deformità esterna che porta all’amputazione sbagliata di sé, perché l’imperfezione si rivela essere non del corpo, ma dell’anima. E l’autore racconta cosa succede nel momento in cui non siamo più in grado di riconoscere le nostre brutture, quanto c’è di sbagliato viene infine alla luce e ci trascina in un vortice di orrore e disperazione.

Una collezione di cattiverie riesce a comunicare fin dalle prime righe un senso di angoscia e di impotenza. Sartirana non riesce a però a raggiungere l’apice della tensione a causa di un’inspiegabile esitazione. Suggerisce ma non fa, si rifiuta di arrivare fino in fondo, quasi avesse paura di rovinare per sempre le vite delle sue protagoniste.

La memoria della polvere è una classica ghost story in cui Filippo, il protagonista, si ritrova fagocitato in un universo illogico, senza che gli sia concesso appiglio alcuno. E così decide di arrendersi all’assurdo, gli si concede finendo per diventare parte egli stesso di un mondo dominato dall’irrazionale.

Meno incisivi sono La porta e Facce bianche, pur partendo da una buona idea, l'autore non riesce a ricostruire la stessa atmosfera di smarrimento e inevitabilità che ritroviamo negli altri racconti.

Ipnagogica è un buon esempio di fantastico italiano in cui l’orrore si mescola con naturalezza al quotidiano portando alla luce le insicurezze e le fobie proprie della nostra epoca. Tuttavia la poca ricercatezza del linguaggio, a tratti forzatamente colloquiale, e la mancanza di coraggio nel descrivere fino in fondo l’incubo in cui precipitano i protagonisti finiscono per compromettere il risultato finale.