20. Scuola di mostri

(Fred Dekker, 1987)

Se amate l’horror classico e i monster movie Universal, non potete non guardare questo film.

La sceneggiatura è firmata da Shane Black e la regia è di Fred Dekker, lo stesso di Dimensione terrore.

Il film, spesso definito come “I Goonies con i mostri”, è una vera gioia da guardare, carico di un’energia davvero difficile da descrivere.

Tra avventura, comicità e paura, seguiamo un gruppo di ragazzini amanti dell’horror che si ritrovano a dover combattere i malvagi piani di Dracula e della sua banda.

19. La forma dell'acqua – The Shape of Water

(Guillermo del Toro, 2017)

Se c’è un regista che sa raccontare i mostri e sa prendersene cura, quello è Guillermo del Toro.

Nel film troviamo l’uomo-pesce che rimanda a Abe di Hellboy, che a sua volta rimanda a Gill-Man di Il mostro della laguna nera; e la struttura narrativa di Il labirinto del fauno. Su tutto l’impronta del mito folcloristico così caro al regista.

Del Toro intreccia le sue influenze così finemente da realizzare un film nuovo, elegante e semplicemente perfetto.

18. La maschera di Frankenstein

(Terence Fisher, 1957)

Film che ha definito la cifra stilistica degli horror Hammer e reso i mostri Universal di nuovo mainstream.

La maschera di Frankenstein ha portato a una nuova epoca d’oro dei mostri, convincendo il pubblico che le terribili creature avevano ancora il potere di terrorizzare.

A differenza delle produzioni Universal, quelle Hammer non fanno una distinzione così netta di “personaggi buoni” e “personaggi cattivi”.

Peter Cushing interpreta il petulante dottore, convinto di essere superiore agli ottusi abitanti del villaggio, che non fanno che ostacolare il suo lavoro.

Non un personaggio particolarmente gradevole, quindi, e antenato spirituale dell’Herbert West di Re-Animator.

E poi c’è Christopher Lee nel ruolo della creatura.

17. Shin Godzilla

(Hideaki Anno e Shinji Higuchi, 2016)

Hideaki Anno e Shinji Higuchi hanno salvato ciò che Hollywood aveva perso: Godzilla è sì realizzato in CGI, come per i film Usa, ma mantiene tutto il fascino delle “tute di gomma” utilizzate nelle produzioni Toho per dare vita al lucertolone.

E come nel primo Godzilla di Ishiro Honda, si torna a parlare della minaccia nucleare e della capacità del Giappone di fare fronte comune.

Mentre il film si trasforma in satira politica, thriller fantascientifico e commedia romantica, sappiamo che da qualche parte c’è un povero burocrate con un sacco di lavoro da sbrigare.

16. Frankenstein Junior

(Mel Brooks, 1974)

Una delle migliori commedie horror di tutti i tempi, e uno di quei film che in parecchi di voi saprebbero citare quasi interamente a memoria.

Una parodia dei classici Universal, e allo stesso tempo un tributo, che contiene diversi riferimenti a La moglie di Frankenstein e a Il figlio di Frankenstein.

Il cast straordinario poi ha contribuito a creare un film senza tempo e per tutte le età.

15. Un lupo mannaro americano a Londra

(John Landis, 1981)

Sono pochi i registi che si sono rivelati capaci nel combinare umorismo e horror, e uno di questi è sicuramente John Landis.

Al culmine della sua carriera e a un anno di distanza da The Blues Brothers, il regista realizza quello che è probabilmente il miglior film sui lupi mannari di tutti i tempi.

La pellicola rassicura con una battuta per poi mostrare sequenze oniriche scioccanti e cruente che arrivano senza nessun preavviso.

Ma la scena chiave di tutto il film rimane la trasformazione, incredibilmente traumatica e dolorosa, del protagonista. Non a caso Rick Baker, che ha curato gli effetti speciali, ha ottenuto un Oscar per questa scena che ha procurato incubi a diverse generazioni.

14. Frankenstein

(James Whale, 1931)

Se anche Dracula è il film più famoso, Frankenstein è il capolavoro Universal.

E il merito è della regia di James Whale, ma soprattutto della straordinaria interpretazione di Boris Karloff nel ruolo della creatura.

Questa volta non è il mostro a essere l’antagonista, la creatura non fa altro che ribellarsi contro una società che lo indica come malvagio non appena posa gli occhi su di lui.

Sono l’arroganza e la mancanza di empatia dell’uomo a generare mostri, perché non basta credersi dalla parte del giusto per riuscire a distinguere il bene dal male.

13. Aliens – Scontro finale

(James Cameron, 1986)

James Cameron ha una straordinaria capacità di worldbuilding, il regista non fatica quindi ad ampliare il mondo creato da Ridley Scott, ma ciò nonostante il sequel perde un po’ del messaggio del film originale.

Così la denuncia della violenza maschile si trasforma in un’accusa alla burocrazia e al corporativismo e l’eroina/madre si ritrova al centro della lotta contro le forze del capitalismo.

Insomma, oltre le straordinarie scenografie c’è davvero poco altro. Ma se pure Cameron ha poco da dire, Aliens rimane un impressionante film d’azione.

12. The Host

(Bong Joon-ho, 2006)

Prima di raggiungere il successo a livello internazionale, questo era il film che meglio rappresentava il lavoro di Bong Joon-ho.

La pellicola, di enorme successo nel suo paese di origine, mescola fantascienza, dramma e horror. E la creatura, una specie di girino gigante con zanne e gambe, sembra avercela in maniera particolare con i bambini.

Ma il vero protagonista del film è Song Kang-ho nel ruolo di un padre che cerca di tenere unita la famiglia durante il disastro. Un ruolo piuttosto scontato per un monster movie, che pure riesce a diventare il fattore chiave del racconto e a fare di The Host un ottimo film.

11. The Descent – Discesa nelle tenebre

(Neil Marshall, 2005)

Il senso di terrore viene costruito attraverso il racconto della personalità dei personaggi femminili, e si accresce man mano le donne scendono in profondità nella caverna.

Prima ancora di vedere le creature, lo spettatore è già terrorizzato.

Non c’è cameratismo tra le protagoniste, anzi, tutte hanno una personalità ambigua, ricca di sfumature. Tra fraintendimenti e sgarbi, Marshall ci presenta il fallimento umano a un livello profondo e universale.

Uno studio dei personaggi commovete, e un finale infernale.