Qualcosa di antico e terribile sta per tornare. Una minaccia che aspetta da secoli l’occasione giusta per varcare una delle tante soglie presenti su questo piano dell’esistenza, per infettare e corrompere la nostra realtà: Il Male.

Tutto parte da Roma, l’obiettivo è la distruzione del Vaticano e del Papa e da lì dilagare in tutto il mondo. Solo un gruppo di esorcisti e un uomo dal passato sconosciuto e senza memoria, chiamato il Diacono, sono in grado di salvarci dalle tenebre.

La fine dei giorni è arrivata. Lo scontro finale. L’Apocalisse.

La lotta tra due fazioni per la supremazia assoluta. Una guerra nella quale l’uomo è solo vittima e spettatore impotente.

Da anni animatore della scena horror italiana (con il portale horror.it), curatore di antologie (Spettri Metropolitani, Jubilaeum), riviste mensili (Horror Mania, Thriller Mania), traduttore, articolista e scrittore di potenti e crudeli racconti (come “Asfalto” in Anime Nere Reloaded e “Boxed” in Il mio vizio è una stanza chiusa) Andrea G. Colombo approda alla narrativa di ampio respiro con il suo primo romanzo.

Il Diacono è un romanzo poderoso di quasi cinquecento pagine, un affresco orrorifico, come nella migliore tradizione dei migliori romanzieri del genere (It e L’Ombra dello scorpione di Stephen King), un viaggio nella dimensione terrificante dell’incubo, un horror metropolitano dove s’intrecciano le vite di decine di personaggi che compongono i pezzi di un enorme mosaico che costituiscono l’intelaiatura del libro. 

Protagonista della vicenda è l’ordine dei Celati (“celati alla vista dell’uomo, nudi sotto lo sguardo di Dio”): “preti scomodi, intransigenti, che si dedicano esclusivamente alla pratica dell’esorcismo anziché pregare, ricopiare a mano antiche bibbie e coltivare rape”.

Essi lottano contro il Male, che li sta falcidiando uno per uno, contro un’entità sovrannaturale, sadica, bellissima e crudele che si fa chiamare “La Divoratrice” incarnata nel corpo di Tessa: una donna dalla “pelle perfetta e bianchissima, occhi di un azzurro glaciale, una selva di capelli di un rosso caldo, ventre piatto, seni grandi, sodi e alti, muscoli tonici e sinuosi” per la quale ogni uomo è disposto a uccidere e a morire, alla testa di un esercito di indemoniati dagli occhi gialli, crudeli e sanguinari.

Tra i Celati c’è lui, Il Diacono, un uomo senza memoria che non ha mai preso i voti ma che fa parte dell’ordine, l’esorcista più potente mai vissuto sulla Terra dai tempi di Cristo, con un potere così grande quanto spaventoso e distruttivo.

Lui è il motore della storia attraverso il quale ruotano le vicende degli altri personaggi, come quella dei suoi confratelli esorcisti e il loro carismatico leader Padre Valdés che tentano di salvare Avelino De Almeida, il pontefice in carica profondamente malato, aiutati dal sincero e fedele alleato cardinale Farnese che cerca di opporsi, invece, alle trame di potere ordite del mefistofelico cardinale Devereaux, e la fragile Nadia, giornalista salvata dal Diacono e alla sua disperata ricerca. 

Colombo riesce a orchestrare la trama e la struttura del romanzo in maniera sapiente (con così tanti personaggi e altrettanti intrecci sarebbe stato facile andare fuori rotta) utilizzando un linguaggio rapido come un videoclip o un film. La narrazione procede spedita tramite un serrato montaggio alternato: le scene dei vari protagonisti sono intercalate le une alle altre, i flashback si danno il cambio alle scene che accadono nel presente, creando una narrazione ricca di suspense e conferendo un ritmo vertiginoso alla lettura con un piglio quasi cinematografico (tanto che il romanzo potrebbe essere tranquillamente trasposto sul grande schermo senza fatica).

La vicenda è ambientata in una Roma piovosa, ricca di ombre e fascinazioni, di scorci suggestivi e buio, decretando una volta di più che scrivere e ambientare horror in Italia è possibile ed è una strada che deve essere percorsa come già altri scrittori del genere hanno fatto prima di lui (ad alcuni di loro l’autore rende omaggio trasformandoli in personaggi e facendogli fare, ironicamente, una brutta fine).

Particolare attenzione è stata data alla documentazione sulla “materia religiosa” che lo scrittore affronta nell'opera: dai testi delle sacre scritture riportate, alle profezie citate e agli affari interni della Chiesa: particolari che danno alla vicenda la giusta caratterizzazione e quel sapore di verosimiglianza. 

Colombo non concede sconti ai propri lettori (nel romanzo ci potrebbe essere una possibile “storia d’amore” tra il Diacono e Nadia che non ha luogo), e non dà scampo ai suoi personaggi, alcuni dei  quali perderanno la vita, dando vita a un racconto duro, sanguinario e adrenalinico.

In conclusione Il Diacono di Andrea G. Colombo è un lungo viaggio in cui “niente accade per caso”, un genuino e appassionato contributo al genere, coadiuvato da una prosa decisa e una capacità di evocare immagini,  suggestioni spaventose e sensuali e, è proprio il caso di dirlo, apocalittiche.