Accompagnato dall’immancabile dose di polemiche, e dalla denuncia del Codacons riguardo alla campagna pubblicitaria, ecco l’uscita di Hostel, il secondo film del regista e sceneggiatore Eli Roth (Cabin Fever) presentato da Quentin Tarantino. L'occasione è buona per andare a leggersi cosa Eli Roth ha dichiarato in occasione della presentazione del film http://www.fantascienza.com/magazine/servizi/7410

Hostel è un pot pourri di aspetti atroci della natura umana e del mondo in generale, ispirato a numerose storie-incredibili-ma-vere su traffici umani, crimini internazionali e turismo sessuale. Implacabilmente vivido e profondamente inquietante, il film ha l’obiettivo di sconvolgere persino gli appassionati più navigati del genere horror.

Hostel racconta la storia di Paxton e Josh, due avventurosi ragazzi americani compagni di college, che zaino in spalla esplorano l’Europa desiderosi di collezionare ricordi di viaggio. Sono accompagnati dal nuovo amico Oli, un islandese incontrato lungo la strada.

Ma Paxton e Josh vengono infine attirati dal compagno di viaggio in quello che è descritto come un nirvana per americani avventurosi – un insolito ostello della gioventù di una sperduta città slovacca, popolato da donne dell’Est europeo tanto pericolose quanto incantevoli. I due amici arrivano e stringono facilmente amicizia con le bellezze esotiche Natalya e Svetlana. Fin troppo facilmente, infatti…

Distratti inizialmente dalle gioie del piacere, i due americani si trovano ben presto invischiati in una situazione sempre più minacciosa, che scopriranno – se riusciranno a uscirne vivi – tanto complessa e profonda quanto il più oscuro e disgustoso recesso della natura umana.

La realizzazione di Hostel

Roth ha pensato per la prima volta a Hostel nel corso di una conversazione notturna con il suo amico Harry Knowles, il web-master di Aintitcoolnews.com. “Chiacchieravamo delle cose più disgustose che si possono trovare su Internet” ricorda Roth. “Quelle cose che oltrepassano la normale brutalità di incidenti con lo skateboard o delle due giapponesi che vomitano una nella bocca dell’altra in una vasca da bagno.”

Knowles affermò di essersi imbattuto in qualcosa di talmente terribile da non riuscire neanche a confessarlo a Roth, il che rendeva il regista ancora più curioso. Infine, Knowles inoltrò a Roth il sito web in questione e ciò che Roth scoprì lo impressionò molto di più di quanto avrebbe mai immaginato: da qualche parte in Tailandia esisteva un commercio che faceva affari sfruttando il brivido umano dell’assassinio. Dietro compenso di 10.000 dollari, chiunque aveva la possibilità di essere accompagnato in una stanza, di imbracciare un fucile carico e avere a disposizione un altro essere umano da uccidere.

“L’idea mi diede immediatamente la nausea” ricorda Roth. “Ma allo stesso tempo era vera. La gente ha un gusto morboso e crudele. Non vi è limite a ciò che ha voglia di fare a qualcun altro per il proprio piacere e questa è la cosa più terribile, ciò che mi colpisce più di tutto”.

Secondo il sito web, questa pratica era perfettamente legale in Tailandia perché le vittime partecipavano volontariamente. Si trattava di disperati, poveri in canna, i cui familiari morivano di fame. Sacrificandosi, procuravano ai loro cari il denaro necessario per sopravvivere. “Il sito web presentava il tutto come se i futuri killer fossero dei benefattori, come se rendessero un servizio alle vittime con la loro bizzarra assicurazione sulla vita” continua Roth.

Roth era così scosso dalla sua scoperta che iniziò subito a lavorare a un documentario su questo soggetto; ma presto cominciò anche a interrogarsi sui possibili pericoli di rivelare la verità. “Se effettivamente dovessi scoprire qualcuno legato a questa organizzazione, che si arricchisce con omicidi di questo tipo, perché dovrebbe pensarci due volte prima di farmi fuori?” pensò Roth. Incerto su come procedere in maniera sicura, Roth mise da parte l’idea.

L’idea di Hostel rimase in sospeso per due anni, finché un pomeriggio Roth ebbe un’illuminazione: perché Hostel non poteva essere un film sul commercio dell’assassinio per profitto in Tailandia? Roth pensò quindi di cambiare l’ambientazione della storia portandola in Slovacchia, un luogo abbastanza vicino agli usuali itinerari europei di Parigi, Amsterdam e Spagna, ma allo stesso tempo situato al confine di molti viaggi. Immaginò quindi due innocenti ragazzi americani, vittime di un’organizzazione scellerata di torture e assassini. E improvvisamente capì di avere una storia da raccontare.

Al tempo di questa svolta, Roth era impegnato a decidere fra diversi progetti da dirigere come seguito del suo Cabin Fever. Incerto sul da farsi, avvicinò l’amico Quentin Tarantino per un consiglio e finì per decidere di riprendere in mano il progetto di Hostel. Da quel che si dice Tarantino ne fu “pazzamente entusiasta”. Racconta Roth “Quentin è un ragazzo vivace, ma io non l’avevo mai visto così eccitato. Continuava a dire “Per la miseria, questa la devi proprio scrivere! È l’idea maledettamente più spaventosa che abbia sentito per un film horror da molti anni a questa parte! Dimentica qualsiasi altro progetto – e comincia a scrivere questo film ADESSO”.

Ispirato dall’entusiasmo di Tarantino, Roth staccò il telefono, bloccò la posta elettronica, si chiuse nel suo ufficio e iniziò a buttare giù furiosamente la storia. “Potevo chiamare Quentin ogni volta che mi bloccavo in un punto della storia e lui mi aiutava rassicurandomi che ero sulla strada giusta o tirandomi fuori dall’intoppo”, ricorda Roth. “Era davvero incredibile avere una cassa di risonanza come lui. Sono riuscito a scrivere quasi 20 pagine al giorno. Non riuscivo a fermarmi”.

Tre settimane dopo la conversazione con Tarantino, Roth mostrava una bozza completa a Boaz Yakin e Scott Spiegel, i partner di Roth nella compagnia di produzione di film horror, Raw Nerve. “Boaz e Scott erano incredibilmente entusiasti del progetto e con le loro idee hanno dato un grande contributo alla storia”, aggiunge Roth. “Dopo aver ricercato per mesi un progetto da portare avanti insieme, sapevamo di averlo finalmente trovato”.

Roth mostrava quindi la versione rivista della sceneggiatura a Tarantino, che pieno di entusiasmo decideva di fare di Hostel il suo prossimo progetto – “Quentin Tarantino presenta” – e di unirsi immediatamente alla produzione come produttore esecutivo. Dice Tarantino: “Eli ha davvero trovato un modo per spingersi oltre i limiti. Non si è mai vista una cosa simile.”

I produttori Mike Fleiss e Chris Briggs hanno poi contribuito con le loro idee alla sceneggiatura di Roth, dando vita alla stesura definitiva ancora più raccapricciante della prima.