Inevitabili come un appuntamento dal dentista, arrivano le proteste su Hostel da parte del governo slovacco.

Eli Roth è ritenuto colpevole di aver dipinto il paese dell'Est come un luogo corrotto, violento e arretrato. Ne ha persino ferito l'identità culturale, visto che le comparse non parlerebbero in slovacco, bensì in ceco. Il regista deve mandar giù il boccone e incassare le rimostranze ufficiali delle istituzioni.

Il ministro della cultura Linda Heldichova ha dichiarato: "Siamo unanimi nel ritenere che questo film offenda l'immagine del nostro paese". Tomas Galbavy, membro della commissione parlamentare per la cultura, ha affermato: "Sono offeso da questo film. Penso che tutti gli Slovacchi debbano sentirsi offesi. [Il film] è una mostruosità che non riflette la realtà e che danneggerà la buona reputazione della Slovacchia".

Il quotidiano SME non ha usato eufemismi, scrivendo che il film di Eli Roth dipingerebbe la Slovacchia come un paese "dove le nostre belle ragazze sono le peggiori puttane".

Eli Roth è stato invitato a visitare il paese per rendersi conto delle reali condizioni di vita (il paese è anche testimone di un vivace sviluppo economico), ma il regista ha declinato l'invito.

Roth ha cercato di giustificarsi con una dichiarazione che, se interpretata male, potrebbe persino peggiorare le cose: "Gli Americani non sanno nemmeno che questo paese esista. Il mio lavoro non parla di geografia, ma vuole mostrare l'ignoranza degli americani verso il mondo che li circonda".

La Slovacchia è stata scelta a caso (il film è stato invece girato nella vicina Repubblica Ceca) al posto di un'ambientazione immaginaria. Una soluzione che rende ancor più difficile la posizione di Hostel: dopo le accuse di violenza arrivano proteste al limite dell'incidente diplomatico.