Questo nostro incontro verterà esclusivamente sulle opere di uno dei migliori e più prolifici illustratori horror degli Stati Uniti: Billy Tackett.

Con lui potremo analizzare vari aspetti dell’illustrazione di genere, scoprire i suoi aspetti forse meno noti, e mi auguro, trovarvi buone indicazioni per gli aspiranti artisti.

Billy Tackett è nato nella campagna del Kentucky e poi si è trasferito a Cincinnati, nell’Ohio nel 1999 dove vive con la moglie e la figlia più giovane.

Ha svolto l’attività di illustratore specializzato in automobili in uno studio grafico per 5 anni dopo il Liceo, per poi interessarsi esclusivamente di Belle Arti.

Intorno al 2000 ha cominciato a realizzare copertine di libri, illustrazioni e design. Soprattutto si è specializzato nel fantasy e nell’horror, ma senza limitazioni di genere. Ha vinto oltre un centinaio di premi in concorsi statunitensi e vanta numerose mostre personali.

Prossimamente verrà edito il libro di raccolta delle sue immagini La stupefacente arte di Billy Tackett.

Questa una sua breve biografia; ma a noi adesso interessa sapere come Billy ha cominciato:

Da bambino invece di leggere libri adatti alla mia età, leggevo qualsiasi rivista o fumetto inerente a Vampiri, mostri etc.

Non appena le mie capacità artistiche cominciarono a farmi riconoscere come un ragazzo la mia predisposizione all’arte orrorifica si manifestò naturalmente.

E’ talmente naturale per me che certamente se non fossi nato per essere un illustratore in questo campo, se non avessi avuto questo talento, sarei potuto diventare un serial killer o qualcosa di simile.

Dopo questo il nostro Artista ha frequentato il Liceo e le sue regolari lezioni nelle sezioni artistiche, quindi è spontaneo chiedergli se conta, secondo lui, più la capacità tecnica oppure una buona idea:

Assolutamente le idee. Credo che chiunque possa imparare una tecnica, ma avere l’idea vincente sia più difficile. È qualcosa che non può essere insegnato né imparato. Tuttavia sono necessari I Maestri, siano essi Leonardo, Rembrandt o Poussin, oppure un Derek Riggs (che dipinge le copertine per I LP degli Iron Maiden), Gene Colan de “Tomb of Dracula” e McFarlane o Clive Barker.

L’Arte di Billy è decisamente ascrivibile nel novero della classica arte horror, tuttavia non disdegna anche di avvicinarsi a tecniche più all’avanguardia come il computer:

Alcune cose nell’Arte digitale sono buone, altre no.

Mi piace la manipolazione che ti consente Photoshop. Lo uso molto per alcuni miei lavori, ma non sono un fan di programmi tridimensionali come Bryce o altri. Lo vedi subito che è una realizzazione digitale, la tecnologia non è ancora troppo perfezionata secondo me, ma sta migliorando. Spesso getto uno sguardo sulle confezioni dei giochi per computer nei negozi e vedo un progresso nella sua resa finale.

Dalla console all’immagine in movimento non è un gran passo da fare, e dunque quanto il grande schermo influisce visionariamente su un artista del suo calibro?

Sicuramente influisce. Ho una Tv e un lettore DVD nel mio studio.

Quando lavoro a un’opera metto su un film e lo lascio girare. Quelli che preferisco sono Il ritorno dei Morti Viventi e Christine, penso perché hanno entrambi un’ottima colonna sonora. Mi creano una buona atmosfera…

Sono un appassionato di film horror italiani e non riesco a capire perché tanta poca considerazione degli stessi nel vostro paese. E’ triste perché è proprio la cinematografia italiana di genere che ha influenza sull’attuale produzione americana.

Non sono attratto da film con grossi capitali investiti.

Sembra che un regista più soldi abbia da spendere e meno li spenda per la realizzazione del suo film, di quanto faccia invece sui grossi nomi degli attori e degli effetti speciali. E questo soprattutto per i film di fantasy e di fantascienza.

Se ti piace un film come “Christine, la macchina infernale” amerai anche John Carpenter e dunque la musica…

Tra i miei gruppi preferiti ci sono Alice Cooper, Blue Oyster Cult e The Cramps, ma non sono certo se le mie scelte in campo musicale abbiano influenzato me oppure se il mio amore per l’horror abbia invece influito su di esse. Forse la seconda cosa.

Amo ogni genere musicale, ogni sei mesi cambio e ascolto uno stile differente. In questo periodo è il Rockabilly, due mesi fa era il Death Metal. Chissà quale potrà essere il prossimo in classifica?

Mi interessa sempre quanto un artista già affermato possa essere disponibile nei confronti di chi vorrebbe diventare un buon illustratore…

Vorrei consigliare di non prendete eventuali “rifiuti” nei confronti della vostra arte come affronti personali. L’arte non è una competizione, dovrebbe condurre a essere tutti come in una Fratellanza. Gli artisti possono fare molto di più se uniti in gruppo solidale.

La credenza nel soprannaturale, se ci credi ovviamente, conta nel tuo operare?

Moltissimo. Come ho detto prima fin dalla più tenera età mi sono interessato all'horror e al soprannaturale.

In un certo senso ci credo. Il soprannaturale è per me qualcosa di naturale che non è stato ancora “spiegato”. Per esempio un’ eclisse, un’eruzione vulcanica o una cometa, in passato erano considerati eventi soprannaturali. Adesso sappiamo che possono essere spiegati scientificamente. Lo stesso dicasi per gli spettri e tutte le altre manifestazioni preternaturali o paranormali. Forse, in futuro, tra 500 o 1000 anni, sembreremo dei selvaggi per ciò che riguarda il nostro attuale approccio al “mistero”.

Credo che qualcosa esista, anche perché, ad esempio, esiste qualche capacità “psichica” nella mia famiglia.

Ricordo che a 12 anni mi ferii a un dito e i medici volevano amputarlo. Mio nonno prese la mia mano, sfregò la ferita con le sue dita mentre mormorava qualcosa, forse un passo della Bibbia e la ferita guarì in brevissimo tempo. Sono certo che se se mi fossi bruciato avrebbe potuto fermare lo stesso il danno.

Invece mi è difficile ricordare i sogni.

E quando lo faccio non sono mai incubi. Penso che la mia mente creativa e subconscia siano tanto attive quando sono sveglio da farsi un sonnellino quando lo faccio anch’io.

Se una delle fonti di ispirazione non sono gli incubi, potrebbe esserlo la condizione del nostro pianeta, lo stato attuale dell’umanità…

Non ne sono molto toccato. Non voglio che la brutalità dell’uomo sia posta in relazione con la mia arte. Voglio creare qualcosa che benché sconvolgente o orripilante faccia dimenticare a colui che guarda il vero, tangibile orrore della vita reale.

Qualche volta abbiamo bisogno di qualcosa che ci porti via, altrove, per un po’ di tempo.

Billy, ci daresti la tua definizioni di paura?

Questa è una domanda ardua. Ho molte paure, tutte riguardanti cose che potrebbero uccidermi, come il volare, l’acqua, l’altezza. Penso che la paura sia una forza molto potente nella psiche umana.

Perché gli scienziati ricercano una cura per il cancro?

Deriva dalla paura della morte. E’ la paura che ci spinge a creare e inventare, piuttosto che la tecnologia o la religione.

Paura, e le sue figlie Follia e Malattia…

Follia? Forse gioca a livello subconscio. Per la Malattia non credo, a meno di non pensarla come una infezione virale di zombi.

Come di consueto non possiamo non interrogarci sui progetti che Billy ha in serbo per il suo futuro artistico:

Principalmente mi piacerebbe provare a vivere facendo ciò che amo di più.

Ho molte copertine in produzione, e uscirà una raccolta in volume delle mie opere nel 2005 e proprio adesso sto lavorando a qualche nuova tavola realizzata appositamente.

Mi piacerebbe ovviamente lavorare per il cinema, possibilmente al design di qualche “creatura” o anche a poster o alla confezione di DVD.

Nel ringraziare Billy Tackett per la sua disponibilità vorrei suggerire una visita al suo sito personale dove potrete vedere tutte le sue opere migliori: www.RESURRECTIONstudios.net.