Avrete visto il logo di HorrorMagazine... E vi sarete chiesti, spero, chi diamine l’abbia disegnato in modo tanto efficace.

Se non vi foste posti questo domanda adesso potrete in compenso avere la risposta a tale quesito: l’artista che ha creto quell’immagine è una giovane disegnatrice di fumetti italiana: Laura Spianelli.

Come sempre andremo a indagare nelle remote ombre del suo studio, per scoprire cosa cela dietro i pacchi di carta da disegno, oltre muraglie di matite e al di là da inquietanti penne a china.

Per tacere delle minacciose gomme Staedler che attendono nel cassetto. La prima domanda è ormai canonica: come hai cominciato a disegnare ?

Disegno fin da quando ho memoria,all'età di tre anni già componevo tavole e... No, non è vero niente! A 16 anni scopro Dylan Dog, e a 17 anni casualmente frequento un corso di fumetto a Voghera, tenuto da un ex alunno della Scuola del Fumetto di Milano: Luca Sambuco. Scopro così l'esistenza della Scuola del Fumetto che frequenterò una volta terminato l'Istituto Tecnico Agrario Gallini di Voghera. Per quanto riguarda l'horror, mi diverto da matti a disegnare zombie!

Quali sono le tue idee in merito a questo tipo di scuole? Lo chiedo perché i pareri in merito sono discordanti.

Non mi permetto di parlare anche per le altre scuole o corsi dandone giudizi, dico solo che per me i tre anni passati alla scuola del fumetto di Milano sono stati una figata! Mi hanno permesso di conoscere persone che ancora frequento e che ritengo veramente speciali,come insegnanti e compagni di scuola. E poi è stata motivo di confronto, basilare per una persona che si muove nel settore creativo.

Anch’io non posso certo generalizzare, ma tendo a mettere in guardia spesso contro gli “improvvisati”, anche se questo è un discorso complesso da fare.

Frequentando comunque una buona scuola si apprende anche almeno una tecnica...

Se per tecnica intendiamo esercitarsi a disegnare, be' direi che è fondamentale. Come mia nonna soleva dirmi da piccola:"Nisciuno nasce imparato", che tradotto in italiano significa che nessuna persona nasce sapendo le cose.

E l'idea?

Anche le idee arrivano pian piano con l'esercizio,con la costanza nel disegnare e nello scrivere storie. Si entra in un meccanismo in cui tutto serve per essere inserito all'interno di una situazione: dal discorso di una signora dal panettiere, alla forma del piede di un tizio in piscina per non parlare dei libri e dei fumetti.

Quali consideri i tuoi artisti prediletti:

Al primo posto Alessandro Baggi, al secondo posto Alessandro Baggi e... mhh... al terzo? Alessandro Baggi.

E poi l'impareggiabile Frank Miller, Mike Mignola, Battaglia, il meraviglioso Tacconi,Toppi, Luca Rossi, Saudelli, Nicola Mari, Mandrafina...accidenti! L'elenco sarebbe troppo lungo e ne mancano ancora!

I tuoi Maestri invece?

Il maestro zen Mauro Muroni capace di vere perle!

Ormai siamo costretti a confontarci con le nuove tecnologie anche in campo artistico, che rapporto ha la tua arte con il computer?

Mi intendo poco di computer e uso Photoshop in maniera decisamente maccheronica! Però ho visto fare cose innovative degne di nota, come nel caso del sig.Turotti. Lui da anni ormai usa esclusivamente la tavoletta grafica per realizzare le tavole a fumetti, non usa più la carta insomma. E il risultato è figo!

Trovo più adatta la grafica digitale all’immagine in movimento che a quella fissa, quindi mi chiedo quanto il cinema, i film dell'orrore hanno importanza sulle tue immagini o preferisci discostartene per crearne di personali?

Come ho già detto, tutto influenza le tavole a fumetti, dall'ultimo film visto al cinema alla vicina sul terrazzino che prende il sole in topless. E come ogni esordiente che si rispetti, rielaboro (per non usare la parola "scopiazzo" che fa brutto!) cose che mi piacciono particolarmente, per poi farle mie. Lo fanno tutti coprendosi con la famosa dicitura: Omaggio.

Lo stesso dicasi per la musica?

Ascolto musica tutto il santo giorno, senza non riuscirei nemmeno ad avvicinarmi al tavolo da lavoro.

Tengo sempre in massima importanza questa domanda, potresti dare qualche consiglio, o qualche suggerimento a un giovane che volesse intraprendere questa carriera?

Queste sono domande da porre a persone che hanno una carriera alle spalle... detto da me protrebbe suonare pretenzioso. Dico solo che accanto alla mia scrivania c'è un onnipresente fogliolino con le seguenti parole: "Audentes fortuna juvat". Essere tenaci e pazienti è il consiglio che mi sento di dare... soprattutto a me stessa.

Ad esempio: le illustrazioni che vedete nella “galleria” sono quelle che ho fatto per una nascente casa editrice: la Filippo Editore di Torino. Sono stata contattata da Luisa Klain che precedentemente aveva visto i lavori fatti per lo Stregatto Editore. Il libro illustrato, è stato finito di stampare a luglio. Ora è in distribuzione! Poi alcune tavole per la Eura Editoriale, su sceneggiatura di Roberto Recchioni, intitolata: La luce ti indicherà la strada.

La Fortuna è una divinità che appartiene al soprannaturale; credi quindi nel soprannaturale?

Credo di sì, più che altro mi fa paura. La sera quando mi metto a letto, una volta spenta la luce chiudo pure gli occhi, e non li riapro a causa del dubbio di vedere l'immagine della vecchia proprietaria di casa, morta da anni (pace all'anima sua)...

E questo influenza il tuo lavoro…

Lo influenza poco perché non scherzo molto con l'argomento!

Forse di più i tuoi incubi personali?

Le mie ossessioni sono sempre presenti nei miei disegni, come la donna di grasso che fa capolino sulla carta, con il suo rossetto sbavato e quel ghigno sguaiato.Insieme ad altre figurette bizzarre, mi chiede di seguirla nel suo mondo di suoni ovattati e profumi dolci, pieno di anfratti umidi e di muffa. Ma non la muffa che trovo nelle scatolette di pomodori pelati dopo averli aperti e lasciati giorni e giorni nel mio frigo... Parlo dell'odore di muffa che sentivo all'asilo dalle suore, quando scappavo nel cortile e mi infilavo dietro la Madonnina, e lì puntualmente trovavo uno scorpione e quando lo dicevo a suor Agata lei non mi credeva mai. La preside poi si chiamava suor Mercedes (un ever green per i bambini che prendevano in giro a tavoletta), talmente alta e grossa che per rimproverarci alzava la voce gesticolando con un braccio all'interno della classe, perché non passava dalla porta!

Temo che le suore siano un “inquietante” ricordo di molti tra noi che le hanno frequentate scolasticamente. Alle mie Medie ne avevamo una, altissima, magrissima e pallidissima soprannominata Belfagor: si muoveva scivolando lungo I corridoi dell’Istituto. A proposito: hai visto un fantasma o hai avuto qualche esperienza di genere "soprannaturale"?

La prima volta che vidi mia nonna togliersi la dentiera (sia dell'arcata dentaria superiore che inferiore....significato:zero denti) e riporla in un bicchiere pieno di acqua, per poi poggiarlo sul mobiletto del bagno. Per me fu uno shock! Sì, quella credo proprio di poterla annoverare tra le esperienze soprannaturali.

Dall’incontro con Laura può esserne tratto un interessante punto di analisi che cercheremo poi di condurre innanzi con altri artisti del fumetto d’oltreoceano, ovvero le distanze e le similitudini tra questo e l’illustrazione.

Sovente infatti i due campi vengo confusi o utilizzati come sinonimi, mentre non sempre chi si occupa di illustrazione è anche fumettista e viceversa.

In realtà sono due arti ben distinte, forse cugine ma non sorelle, in quanto l’illustrazione non soltanto è cronologiamente anteriore per nascita, ma è basata su un “principio di sintesi dell’immagine” che lo si può dire “opposto” al “principio di scansione narrativa” che caratterizza il fumetto.

L’illustrazione deve sintetizzare nel ristretto spazio di un’unica tavola tutto ciò (o comunque tutto il possibile ) che viene narrato dallo scrittore su più cartelle e con molte parole. Il fumetto viceversa segue la narrazione passo per passo in modo dinamico su più tavole. Se volessimo fare un paragone “improprio” potremmo dire che il fumetto sta all’illustrazione come il cinema sta alla fotografia.

Questo sempre esemplificando per estremi.

La comprensione di queste differenze la ritengo importante per tutti coloro che desiderano avvicinarsi a questi moduli artistici giustamente visti ormai come arti vere e proprie e non relegate più a “cose per ragazzini”.

Un’ultimo invito a prestare la massima attenzione alla scelta delle “scuole” in quanto il nostro paese consente estrema libertà a questo genere di insegnamento, favorendo così, purtroppo, una incontrollata e incontrollabile proliferazione di improvvisati disegnatori e insegnanti di fumetto e di illustrazione.

Fortunatamente questo non è stato il caso della nostra ottima Laura che anzi così ha potuto trovare giusto riconoscimento alle proprie indubbie capacità e alla quale vogliamo augurare una carriera lunga e colma di successi.