L’ondata di titoli zombeschi è stato uno dei fenomeni di questi anni, dopo i vampiri, quello del morto vivente è l’archetipo che è tornato alla ribalta nella letteratura, nel cinema e nei fumetti.  

È indubbio che uno dei titoli di maggior successo di questo fenomeno sia stato, e continua a esserlo, The Walking Dead, saga ideata da Robert Kirkman e portata con successo sul piccolo schermo da Frank Darabont.

Uno dei filoni curiosi di questi ultimi anni, se non altro per l’idea meno, probabilmente, per gli sviluppi della trama, è rappresentato da quelle opere che mischiano personaggi, od opere celebri, con elementi tipici del fantastico. Ne sono esempi il romanzo Orgoglio e pregiudizio e zombie (Pride and Prejudice and Zombies)  o la pellicola Abraham Lincoln  Vampire Hunter (attualmente nelle sale italiane).

Su questo filone si può collocare  L'impero dei morti viventi vol.1: Sherlock Holmes vs zombi! di Ian Edginton (ai testi) e Davide Fabbri (ai disegni), che mette insieme il celebre detective creato da Conan Doyle con i morti viventi celebrati nelle pellicole di George Romero.

Siamo nel 1854. Una meteora attraversa il cielo di Londra: i morti ritornano in vita, invadendo un quartiere della città. L’esercito riesce a circoscrivere l’epidemia e a insabbiare la vicenda.  Venti anni dopo, nel 1898, Sherlock Holmes è chiamato da Scotland Yard per l’assistenza di un caso molto strano: l’epidemia che dà vita agli zombi è tornata, come uno spettro dal passato e minaccia di invadere, nuovamente, Londra.

Holmes, con l’aiuto del fido amico dottor Watson e del fratello Mycroft, dovrà arginare il più grande criminale di tutti i tempi, già sconfitto una volta, il professor Moriarty, che scoperta l’infezione vuole rovesciare il governo vittoriano, e combattere contro un’orda di zombie affamata di carne umana.

Interessante miniserie, raccolta in un curato volume brossurato dai tipi di Magic Press, che si inserisce nell’epopea narrativa di Sherlock Holmes (rispettandone i canoni) e che ha il merito e l’originalità di immaginare lo scontro tra uno degli archetipi più famosi dell’horror (lo zombi, come dicevamo) e la geniale mente deduttiva del personaggio creato da Sir Arthur Conan Doyle.

L’ambientazione è suggestiva: la graphic novel ci propone una Londra vittoriana, con le affascinanti architetture di strade e palazzi, i tunnel sotterranei della metropolitana tetri e claustrofobici, l’eleganza dei club privati dei gentiluomini inglesi, i mefistofelici automi creati da Moriarty e le diavolerie tecnologiche utilizzate da Mycroft nella lotta contro gli zombie, che strizzano l’occhio al genere steampunk.

Il personaggio di Holmes è caratterizzato con cura, anche se, data la vicenda fantastica, in questo episodio non può dare ampio sfoggio delle sue capacità deduttive; la storia ha un buon andamento e, pur non riservando numerose sorprese, risulta coerente nell’universo narrativo creato e gradevole nella lettura.

Un plauso particolare ai disegni dell’italiano Davide Fabbri, che dopo alcune significative esperienze fumettistiche italiane è approdato all'americana Dark Horse, dove ha avuto modo di farsi conoscere per il suo lavoro sulla serie Star Wars. Fabbri tratteggia con maestria le scene di attacco degli zombie e caratterizza con cura personaggi e ambienti della storia.

In definitiva Sherlock Holmes vs zombi! si rivela un buona opera, un volume da recuperare, consigliato agli amanti della letteratura inglese, rivisitati sotto una chiave inedita, e per coloro che vogliono vedere ancora una volta in azione i loro mostri preferiti.