Dopo l’esordio rivelazione con l’antologia Malarazza, pubblicata per la collana Epix di Mondadori, torna lo scrittore milanese Samuel Marolla, con una nuova antologia di racconti: La mezzanotte del secolo, pubblicata, invece, per i tipi di Edizioni XII.

Marolla sceglie, nuovamente, la forma del racconto, a lui congeniale, aggiungendo un altro tassello alla sua personale visione dell’horror italian style ampliando il suo universo narrativo.

Un percorso e una determinata volontà nel tentare di dare un contributo alla letteratura alla narrativa di genere italiana con un impegno costante con numerosi contributi in altre antologie e siti web e anche per la sua attività parallela di sceneggiatore di fumetti: è, infatti, tra gli autori del fumetto horror Dampyr, personaggio di successo creato dalla penna di Mauro Boselli e Maurizio Colombo e pubblicato da Sergio Bonelli editore.

Rispetto a Malarazza questa raccolta risulta molto più personale, sia per i temi trattati (si riconoscono "spaccati" della vita dello scrittore) e sia per lo stile (che qui si consolida e diventa riconoscibile).

La mezzanotte del secolo è caratterizzata dalla contaminazione dei generi: Marolla si concede in alcuni racconti di abbandonare la via maestra dell’horror toccando il thriller sovrannaturale (come in Ultima Sambuca al bar dell’ortica), il fantastico (Nuove vite) o il dramma esistenziale e personale (Il Ninja Bianco e Assenza), ma tornando sempre a portare la bandiera del genere nella sua tinta più squisitamente metropolitana.

La grande protagonista dei racconti è, infatti, Milano, con i suoi ritmi, le sue ossessioni, le sue strade e gli edifici antichi, i suoi rumori, le sue luci sinistre e la gente che la abita. Una città antica, che nasconde luoghi e creature misteriose, celati all’occhio umano, e molti segreti, come dichiara uno dei personaggi di Tenebra al neon, il racconto di apertura dell’antologia: ”Milano ha molti segreti, è una città antica, più antica dei Romani, più antica ancora dei Celti che la fondarono, ci sono stati popoli dimenticati che l’abitarono prima ancora e i cui nomi oggi sono del tutto dimenticati. Milano è stata costruita nei secoli, nei millenni, strato su strato, nuovo sul vecchio, ma i livelli della città non sono soltanto verso il basso ma anche dei livelli sopraelevati”.

Ed è proprio questo racconto che setta l’atmosfera dell’intero libro, regalandoci un’affresco sanguinario e angoscioso: Alfonso, uno sbandato finanziato da un misterioso professore, dà la  caccia alla Malarazza, il popolo delle tenebre, intriso di malvagità pura, per vendicare la sorella morta per loro mano. Presto, però, scoprirà che per avere la sua vendetta è disposto anche ad attraversare l’Inferno.

Nuove vite, invece, miscela abilmente il racconto di formazione con elementi fantastici, omaggiando Dino Buzzati, vate tutelare dell’autore e grande giornalista e scrittore del ‘900 italiano.

Il tatuaggio di ghiaccio narra della malinconia di amori passati e mai dimenticati e della malattia: una sorta di metafora dell’AIDS e delle altre malattie sessualmente trasmissibili, dimostrando che spesso il vero orrore è quello legato alla realtà più vicina a noi.

Una notte al Ghibili ha il sapore delle favole raccontate al lume di candela, favole nere che ci spaventano e non ci fanno dormire la notte, storie di posti lontani e di antiche leggende che tornano ad ammonire gli uomini ricordandogli la sua piccolezza di fronte all’ignoto.

Il Ninja Bianco, il racconto meno horror dell’antologia in senso stretto, è una vicenda toccante, forse autobiografica, che descrive il lancinante dolore di perdere la donna che si ama (in fondo che cosa c’è di più terrificante che rimanere soli?) e la forza di rifugiarsi in un’idea (l’esistenza del Ninja Bianco) che per quanto incredibile e fantastica possa essere ha il potere di farci andare avanti.

Insonnia tratteggia l’angoscia di “notti in bianco” di un anziano malato, in compagnia di particolari e terrificanti vampiri bambini.

Assenza è racconto psicologico dal sapore mathesoniano, che descrive “la scomparsa graduale” di un individuo che non ha mai realmente vissuto di emozioni e ricordi propri.

Luoghi oscuri e Ultima Sambuca al bar dell’ortica, infine, ci raccontano una vicenda di vendetta ad alto tasso di emoglobina e pulp, che potrebbero piacere a registi come Quentin Tarantino.

Molta importanza è stata data, inoltre, alla musica: nel testo vengono direttamente riportate strofe dei brani di musica pop, quasi a scandire il ritmo della narrazione e a fare da ideale colonna sonora del libro.

In definitiva La mezzanotte del secolo, ci regala un’ulteriore prova della bravura di Marolla nel sapere affrontare e rinnovare il genere horror italiano con una cifra personale e stilistica, un autore che ci piacerebbe vedere presto all’opera su una storia di più ampio respiro. Consigliato.