Non sei quello che vuoi dare a vedere, nascondi dentro di te rancore e odio e lo alimenti circondandoti di persone che ti chiedono di fare cose che non hai poi così tanta voglia di fare, che ti chiedono di credere in cose in cui non credi, ma tu continui a sorridere e cerchi di compiacere ognuno di loro e ogni volta che lo fai ti senti sempre più sbagliato, inadeguato e più cerchi di sfuggire a questa sensazione e più ti leghi a essa.

Questo fa Nicole Cushing, usa la seconda persona e si serve di un protagonista senza nome per poter parlare di te, di me o forse di se stessa. Guarda dritto negli occhi del lettore e candidamente elenca tutti quei sentimenti che nessuno di noi aveva mai avuto il coraggio di esprimere.  

E subito dopo arriva Mister Suicidio che con fare distratto se ne sta lì a guardare il protagonista, a dirgli che le cose non andranno meglio, che è decisamente più desiderabile morire piuttosto che vivere prigioniero di una madre soffocante e bigotta, scontenta di sé, che non permetterà che suo figlio costruisca una vita normale. Ci sono poi i suoi coetanei del ragazzo che lo guardano con ripugnanza, perché essere speciale, diverso, non è mai stato una benedizione. 

Ma le lusinghiere proposte di Mister Suicidio non riusciranno a fare presa su di lui, il protagonista non vuole morire, non vuole nemmeno che lo si guidi attraverso una società che inizia a riconoscere per quello che è: inganno e pornografia. Ambisce all’oblio, inizia a smontare la realtà in cui vive e a costruire nuove regole e una nuova umanità. E quando finalmente riesce ad attraversare la linea che lo separa da un nuovo mondo, capiamo che non è poi così tanto diverso dal vecchio, anche in questo caso cerca disperatamente di farsi accettare e di nuovo fallisce.

Depravazione, Derealizzazione e Non esistenza. Questo è il cammino verso cui si avvia, lungo il Triplice Sentiero che lo renderà finalmente libero e lo rivestirà di sentimenti di plastica. In pochi possono riuscirci, i più deboli saranno schiacciati e costretti con la forza a sedare ogni moto di coscienza, a imparare che esistono un solo male e un solo bene.

Nicole Cushing racconta cose che già conosciamo e lo fa in maniera schietta, brutale, ci mette di fronte alle parole mai dette, alle azioni mai compiute. Il suo Mister Suicidio atterrisce, e non per le immagini che disegna, ma perché parla di te.