L’ultimo diario è il primo romanzo di Marco Greganti, già attivo come autore di racconti e sceneggiatore per la TV e il cinema.

Il libro è un dinamico fanta horror che ci presenta la vicenda come reale, con lo stratagemma di raccontare la storia attraverso il diario di una diciassettenne di nome Arianna che descrive i momenti della sua vita.

Inizialmente gli avvenimenti narrati sono quelli della sua quotidianità fatta da famiglia, scuola, la sua prima storia sentimentale importante, le sue amiche (Cristina tra tutte), lo shopping, le feste, e le passeggiate per Roma, la città in cui vive. Poi a mano a mano gli eventi diventano più concitati quando qualcosa di terribile accade: un mostro gigantesco compare all’improvviso, dopo una serie di avvisaglie inquietanti (terremoti e cambiamenti climatici, sinistri bagliori nel cielo, l’invasione di piccoli granchi nelle strade) e comincia a distruggere la città.

La parte iniziale del romanzo, quindi, si prende il tempo per descrivere una serie d’immagini private di Arianna, alle prese con i dubbi, le domande e le rivelazioni tipiche dell’adolescenza (l’amicizia, l’amore, il conflitto con i genitori). Quando, poi, la distruzione ha inizio e la ragazza è costretta a rifugiarsi in un bunker sotterraneo con la sua famiglia, la scrittura diventa più rapida, angosciata e claustrofobica e l’effetto realistico è di considerevole efficacia. 

Il racconto della distruzione ricorda quello dei vari terremoti e delle varie calamità naturali che negli ultimi anni hanno vessato il Belpaese, e contribuisce a considerare la Roma, descritta nel romanzo, all’inizio con i suoi edifici le sue strade, la sua bellezza e magia e in seguito ferita e smembrata, qualcosa di vero e drammaticamente autentico.

Il romanzo procede con la successiva fuga di Arianna dal bunker alla ricerca di altri sopravvissuti come lei, dei suoi amici dispersi e di un posto dove poter rifugiarsi e fronteggiare l’avanzata inarrestabile dei mostri che sembrano decisi a cancellare l’intera umanità dalla faccia della terra.

L’omaggio ai moster movie è evidente, da Godzilla a Cloverfield, una versione letteraria ambientata ai nostri giorni così disorientati e sempre più privi di ideali; interessante l’uso di un linguaggio vicino ai più giovani che offre un punto di vista, se non originale, molto coinvolgente ed efficace.

L’ultimo diario illustra con concitazione l’improvviso tracollo dei già fragili equilibri sociali, la lotta contro il mostro, e di tutto i suoi  “piccoli” figli a supporto, e diventa così la metafora della ricerca di un’umanità perduta, del riscatto dei nuclei sociali che spontaneamente si riformano per la sopravvivenza dall’orrendo disastro, tema molto caro a certa narrativa e cinematografia di genere (come già accennato), ma che a, suo modo, funziona sempre.

Un libro, in conclusione, che si legge velocemente, una scrittura fluida che intrattiene ma che fa anche riflettere, una buona opera d’esordio per un autore da tenere d’occhio per le prossime prove.