Non so se Stephen King sia l’autore più saccheggiato della storia del cinema, ma di sicuro è quello che più di tutti ha il diritto di protestare per lo strazio che produttori, sceneggiatori, e registi hanno fatto di molte delle sue storie. Shining, Le ali della libertà, Stand by Me, Carrie, La zona morta, Misery non deve morire, sono forse i film migliori tratti dalle sue opere, ma si perdono in un mare di altre produzioni, più o meno indegne e risibili, che sono un vero insulto nei confronti del suo talento e della passione dei suoi numerosi fan.

Secret Window, tratto dalla novella Finestra segreta, giardino segreto (inclusa nella raccolta Quattro dopo mezzanotte), non è certo un capolavoro, ma si difende bene, anche se farà storcere il naso ai fan più “puristi” del Re.

 

Mort Rainey (Johnny Depp) è uno scrittore di successo in piena crisi. Si sta separando dalla moglie Amy (Maria Bello) - dopo aver scoperto la sua tresca con Ted (Timothy Hutton) - ed è affetto dal temuto "blocco dello scrittore". La sua personalissima cura contro questi mali? Trascorrere le giornate dormendo sul divano della sua baita, isolato dal mondo, e cercare di non litigare con la donna delle pulizie.

A peggiorare le cose arriva John Shooter (John Turturro), un sedicente autore del Mississipi che lo accusa di avergli "rubato" un racconto e che pretende da lui "giustizia e soddisfazione". Incalzato da più parti, asfissiato dai problemi, l’esistenza di Mort comincerà ad andare a pezzi…

Il regista e sceneggiatore David Koepp (autore di Panic Room e Spider Man) ha fatto un buon lavoro col soggetto, differenziandolo dalla storia di King senza stravolgerne il senso e lo “spirito”, arricchendolo tuttavia di numerosi interessanti particolari. Il risultato finale è decisamente brillante, forse addirittura migliore rispetto alla versione kinghiana della storia.

Gli interpreti non sono da meno, a cominciare da Depp, che di fatto è il film: sempre al centro della scena, sempre bravo a creare il personaggio con gesti e sguardi tutti suoi. Turturro è una sicurezza, il suo Shooter è tanto bizzarro quanto letale, e la Bello e Hutton si sono ritagliati il loro spazio, con quest'ultimo che riesce ad essere irritante e ambiguo al punto giusto.

Quello che non convince nel film è il suo "non rischiare", una sua certa superficialità quasi televisiva. Il film punge ma non taglia, spaventa ma non terrorizza, affascina ma non ipnotizza.

Ogni aspetto della vicenda non viene approfondito o sfruttato fino in fondo, tutto scorre tranquillo senza eccessive sbavature, su binari sicuri che puzzano di già visto.

Un bel film, ma senz'anima.