Il vampiro di Parigi, il lupo mannaro di Hannover, la strega di Glarona, il cannibale di Rotenburg, insieme ad altri illustri e mostruosi colleghi, sono tutti Tre metri sotto terra, nell'omonimo libro di racconti (ed. Cairo, 240 pagine, 14 euro) curato dagli esperti di true crime Mauro Zola e Massimo Picozzi per dare un volto reale alle più terrificanti fantasie. 

Illustrato da una tenebrosa copertina realizzata dal fotografo Antonio Mantovan, il volume propone le storie dei due curatori e di altri otto autori – tra cui Diego Cugia, Donato Carrisi, Cinzia Tani, Michele Giuttari e i performer dello Zoo di 105 – chiamati a rappresentare in maniera fedele e scioccante alcuni particolari episodi criminali.

“Una idea nata dalla volontà di associare agli archetipi di dieci mostri del panorama horror tradizionale altrettanti casi di cronaca nera” racconta Zola, già curatore dell’antologia Casi freddi dedicati ai cold case italiani, aggiungendo: “Il titolo è una simpatica presa in giro dei bestseller generazionali di Moccia, ma il tono con cui le vicende sono trattate è assolutamente serio e lascia intendere quanto possa essere devastante l’impatto di certe fantasie sulla realtà”.

I casi presi in esame spaziano tra più epoche e luoghi, risalendo fino alla fine del XVIII secolo per narrare l’angosciosa vicenda di Anna Goeldi, l’ultima donna a essere giustiziata come strega in Europa, in una sordida messinscena allestita per tacere un imbarazzante scandalo sessuale. Più recente l’epopea del licantropo Fritz Haarmann, il pedofilo che nella Germania del primo dopoguerra violentò, uccise e letteralmente sbranò più di venti ragazzini, adescati nei dintorni della stazione, prima di venire arrestato, processato e giustiziato.

È stato condannato all'ergastolo il cannibale di Rotenburg, Armin Meiwes, che nel 2001 fece a pezzi e mangiò un “volontario” reclutato su Internet, mentre è a piede libero (dopo aver scontato parte di una condanna per omicidio premeditato ed essere uscito per buona condotta) il vampiro di Parigi, Nicolas Claux, inserviente d’obitorio e necrofilo incallito che, dopo aver mangiato per anni resti di cadaveri e bevuto sacche di sangue, sparò in testa a un fan del sadomaso conosciuto in rete per provare l’ebbrezza dell'omicidio.

I casi più singolari riguardano però l’haitiano Pierre Carrenard, che a New York uccise la madre della fidanzata convinto di essere sotto l’influenza di un rito zombesco, e il cosiddetto fantasma di Heilbronn, un serial killer donna apparentemente inafferrabile, di cui si possiedono solo le tracce del dna trovate nelle situazioni e nei luoghi più disparati.

“In realtà i racconti compiono un ritorno alle origini”  spiega il criminologo e profiler Picozzi  concludendo: “Visto che molti dei mostri che ci troviamo di fronte ad Halloween e Carnevale erano stati creati ad hoc per tentare di giustificare fenomeni (allora) misteriosi. La mortalità infantile pare, per esempio, aver dato origine al mito del vampiro, che entrava di notte nelle case a succhiare il sangue delle vittime lasciandole morte, ma apparentemente intatte, nel loro letto. Storie del genere sono anche utili a capire la realtà in cui ci muoviamo, l’importante è non insistere sugli aspetti morbosi delle vicende, ma cercare di sviscerare e analizzare lucidamente le cause dell’orrore insieme alle sue terribili conseguenze”.