L’horror è il genere per antonomasia: “Il genere tra i generi, l’unico in grado di contenere gli altri a lui contigui: l’horror come summa territoriale del thriller, fantascienza, noir, fantasy e via giocando con le etichette”.

Così aveva avuto modo di dichiarare Danilo Arona, nell’introduzione a una recente antologia (I racconti del sangue e dell’acqua di Daniele Picciuti), frase che diventa l’assunto della filosofia di tante sue opere, in cui è presente questa felice contaminazione di generi, oltre alla sua riconoscibile cifra stilistica, rappresentata dall’elaborazione di un suo personale concetto di horror italiano legato alle paure del territorio: spesso identificata con la provincia italiana (Alessandria, la città in cui è nato e vive) descritta come un posto oscuro, dove i mostri esistono veramente.

Malapunta è l’ultima opera, a livello cronologico, di Arona, ma firmata sotto lo pseudonimo (espediente questo di tanti autori della letteratura horror, si pensi, per esempio, a Richard Bachman alter ego letterario per anni di Stephen King) di Morgan Perdinka, scrittore maledetto, morto suicida in circostanze misteriose.

In Malapunta, quindi, Arona può liberare la sua “meta oscura” per raccontarci la storia di questo “pseudoblium” e della sua leggenda (altro espediente tipico degli scrittori horror, basti citare il Necronomicon di Lovecraft e il Megapolisomancy di Frietz Leiber) e scatenare la sua fantasia e la sua profonda conoscenza dell’immaginario collettivo e delle leggende metropolitane di tutto il mondo.

Il romanzo si svolge nell’isola immaginaria di Malapunta, un’isola selvaggia e abitata unicamente da qualche decina di capre inselvatichite e da pochi esseri umani. Un'isola misteriosa e maledetta, dalla quale i marinai e i pescatori stanno alla larga perché portatrice di sciagura.  Il protagonista è Nico Marcalli, ricco e viziato quarantenne che sbarca su Malapunta per espiare la colpa di avere ucciso in un incidente d’auto l’amatissima moglie Gabri e per uccidersi a sua volta lentamente con l’alcol: ma sull’isola niente sarà quello che sembra.

Attraverso una prosa articolata e ricca di descrizioni e informazioni (l’autore ha una lunga militanza come saggista e giornalista), Arona \ Perdinka ci conduce nei meandri dell’isola, tra sogni inquietati che si confondono con la realtà, esperimenti di sopravvivenza estrema, antiche leggende celtiche e druidi sanguinari, pericolosi e feroci assassini cresciuti nelle fogne di Bucarest come in una terribile fiaba nera, le incredibili invenzioni dello scienziato Carlos Atzarin, creatore di un dispositivo fantascientifico in grado di “condividere i sogni" e le visioni apocalittiche del finale.

Molta cura è stata data alla caratterizzazione dei personaggi che aiuta il lettore a immedesimarsi e a captare le tante emozioni del libro (la paura, la precarietà del reale, il profondo sgomento dell’uomo di fronte alla morte e alle forze misteriose della natura) e alla documentazione scientifica, con numerosi esempi di casi realmente successi.

La voce narrativa è multipla, dividendosi tra i tre capitoli del libro che narrano le vicende attraverso il punto di vista dei vari personaggi e confacendosi all’atmosfera cupa e umida narrata da Perdinka.

Un romanzo che esce dal sogno per diventare realtà, un libro per leggere una versione inedita dell’autore alessandrino ma anche un ottimo inizio per coloro che vogliono cominciare a scoprire i mondi fantastici, creati da Danilo Arona.  

E leggendo la biografia di Morgan Perdinka ci auguriamo che altro libri inediti dello scrittore maledetto vengano presto ritrovati, come il romanzo Miss Continental di cui si narra sia custodito da Cassandra Marsalis, la bellissima e algida agente di Perdinka.