Sono trascorsi più di dieci anni da quando il mondo è stato distrutto, anche se non si sa bene da cosa. Lo scenario è apocalittico, alcuni uomini sono sopravvissuti e la maggior parte delle specie animali e vegetali si sono estinte. Il sole è perennemente oscurato dalle nubi e il clima è radicalmente cambiato. Gli esseri umani sono diventati violenti e selvaggi: prevale l'istinto di sopravvivenza, bisogna difendersi dal freddo e dalla fame, ovunque si assiste a episodi di crudeltà e perfino di cannibalismo. In questo agghiacciante scenario un padre e il figlio intraprendono un viaggio a piedi verso sud per fuggire dall'inverno, con i loro preziosi averi, ossia il cibo, le buste di plastica, strumenti e utensili che ripongono in un carrello o tenendo tutto sulla schiena. In attesa di raggiungere il mare, o semplicemente imboccare una nuova strada che porti un barlume di speranza.

Tratto dal libro di Cormac McCarthy, e con due protagonisti davvero in simbiosi, Viggo Mortensen e Kodi Smith-McPhee (rispettivamente il Padre e il Figlio), The Road è un viaggio nei generi cinematografici che racconta l'animo umano e la condizione esistenziale post apocalittica. 

Nell'horror psicologico, per la tematica della morte celebrale di chi si sente oppresso da una realtà che non gli appartiene, non importa se il disastro sia ecologico o nucleare; ciò che conta è che è opprimente. Un mondo diverso a cui non ci si vuole adattare. Un mondo nuovo che sa di morte e che a livello psichico richiama l'archetipo dell'Armageddon, della fine del mondo e la dura labilità psichica nel dover scegliere tra la vita e la morte. Un road movie sentimentale tra i boschi di una terra che a un certo punto smette di funzionare, rabbuiandosi in fotografie cupe che si riflettono nello stile di vita dei protagonisti, e nel viaggio che compiono.  Un racconto di formazione che celebra l'umanità in ogni sua forma: dal perdono di chi ti spoglia dei panni che indossi alla dura crudeltà nascosta nei meandri della personalità.  

Tempi lunghi e grida strozzate fanno da contorno all'isola della morte in cui l'umanità sopravvive. Un non luogo emozionante dove crescere e imparare; dove sognare e piangere abbracciato al tepore dei ricordi impersonati da Charlize Theron, o dove sopperire inghiottito dalla legge del "cannibalismo darwiniano" protratto da una banda di sopravvissuti.

Vivere nella giungla dell'esistenza è difficile e sfiancante. Basterebbe chiudere gli occhi e non svegliarsi per stare meglio. Eppure, in tutto questo, c'è chi non smette di alimentare la fiamma nella speranza di un futuro migliore. Perché se nel cuore la torcia è accesa anche in una sconfinata landa di sabbia può avvenire l'incontro che ti restituisce la vita.

The Road è tutto questo. Un raro capolavoro destinato a non farsi dimenticare.