Sarà solo una provocazione, la nostra. Ma tant'è... quel che è successo è successo. Inutile nasconsersi dietro un dito, e non notare la gustosa coincidenza che la Mostra del cinema di Venezia ci sta offrendo.

Il film di Michele Placido, Ovunque sei, uscirà in 200 copie, il 22 ottobre. Alle spalle ha fior di produttori, sceneggiatori di grande esperienza, e sullo schermo due "stelline" del cinema italiano come Stefano Accorsi e la bellissima Violante Placido. Un successo annunciato del cinema italiano, uno di quei successi - si noti - che promette profondi cambiamenti rispetto alle mode nostrane in fatto di cinema. Qualcosa di completamente diverso dal solito, insomma. Un po' come era successo con L'ultimo bacio, ricordate? Qualcosa di diverso, certo. Non sappiamo se durante la tesissima conferenza stampa tenuta da Placido padre e Placido figlia, in compagnia del "bel Stefano", qualche giornalista abbia domandato: "diverso rispetto a cosa?" Diverso da quel cinema italiano che, grazie ai Fellini, ai Ferreri, ai Marco Bellocchio (per non parlare di gente come Mario Bava o Lucio Fulci), è amato e rispettato anche all'estero? O piuttosto diverso dal neorealismo soffocante, asfissiante, manieristico (e spesso mimetico)? O diverso dalle Vacanze natalizie, sul Nilo, in India? Diverso perché ispirato all'Uomo dal fiore in bocca di Pirandello, forse. Diverso, magari, perché in questa pellicola vivi e morti coesistono.

Intanto, all'anteprima della Mostra, Ovunque sei è stato sommerso di fischi, di buuuh, di risate. Una stroncatura impietosa, inaspettata. Il grande cinema italiano, che esce in 200 copie, che gode di esagerato spazio e di esagerata promozione ha rimediato una figuraccia memorabile.

E intanto (eccola, la gustosa coincidenza) quel Donnie Darko diventato ormai un film di culto, fortemente voluto alla Mostra da Marco Muller nella sezione Venezia Mezzanotte, piace, e viene persino celebrato con una festa sulla spiaggia che fa il "tutto esaurito". Stiamo parlando di un film uscito 4 anni fa. Un film che in Italia non ha avuto, e probabilmente non avrà, nessuna distribuzione in 200 copie, nessuno spazio esagerato e nessuna promozione esagerata. Una pellicola, quella di Richard Kelly che, almeno qui da noi, s'è guadagnata una moltitudine di fan che verrebbe da definire clandestina.

Sarà solo provocazione, la nostra? Forse. Intanto aspettiamo una decente distribuzione italiana di Donnie Darko (a meno che nel discorso non si voglia far entrare anche altri assenti eccellenti, come Shaun of the dead, misteriosamente svanito nel nulla), e lasciamo che questa provocazione offra a noi tutti la sua deliziosa "morale della favola".