È stata una lunga gestazione, terminata in uno sprint finale nelle riprese (durate solo 12 settimane), ma finalmente la tanto attesa trasposizione cinematografica di uno dei personaggi videoludici più affascinanti degli ultimi anni è diventata realtà. Raramente, però, i film basati sui videogiochi riescono ad attirare a sé i consensi congiunti di critica e pubblico (basti pensare ai vari Final Fantasy, Silent Hill o Resident Evil). Quindi, la prima domanda che salterà alla mente degli appassionati è: ce la farà Hitman – L'Assassino a riuscire dove tanti altri hanno fallito?

Inutile negarlo, il successo del film sarà in larga parte determinato dalla capacità dall'attore che interpreta la parte dell'agente 47 di imprimere anche su pellicola lo straripante carisma del misterioso sicario. Impresa di certo non facile, e che già dalle prime battute non sembra promettere per il meglio. In origine il ruolo di 47 doveva essere di Vin Diesel, ma poi il testosteronico attore ha passato il testimone a Timothy Olyphant (Thomas Gabriel, la nemesi di Bruce Willis in Die Hard – Vivere o morire), il cui profilo sulle locandine del film, a partire dall'evidente ricrescita della rasatura e dallo sguardo spaesato più che freddo e crudele, purtroppo finisce per dare l'impressione di un ragazzino pronto per una sfilata di cosplay, e non certo per impugnare un paio di Hardballers.

L'intento del regista del film Xavier Gens era quello di creare un prodotto che si distaccasse dal videogioco, conservandone l'iconografia caratteristica ma senza limitarsi a farne una pigra traduzione da un medium all'altro. I primi abbozzi di trama, infatti, sembrano riprendere la contraddizione fra sacro e profano già vista in Hitman 2: Silent Assassin, ma scavando ancora più in profondità rispetto al videogioco, e con diverse deviazioni: quella di Hitman sarà infatti la tormentata storia di redenzione di uno spietato assassino, creato da alcuni dei maggiori criminali del mondo ma cresciuto in una fratellanza esiliata della Chiesa. La sua semplice esistenza sembrerebbe essere un peccato, ma 47 si rivelerà essere un male necessario nella guerra nascosta per liberare il mondo dal male stesso, il fuoco che combatterà il fuoco.

L'agente 47 paragonabile a un silenzioso e spietato angelo vendicatore, dunque? Il trailer con sottofondo di Ave Maria schubertiano sembra sottolinerare proprio questo aspetto. Speriamo solo che Gens, regista quasi esoriente che si è fatto le ossa nell'ambiente dei videoclip, non trasformi la pellicola nella solita imitazione patinata dell'action movie in stile "John Woo", riprendendo solo gli aspetti più modaioli delle suggestioni religiose.

Per conoscere le sorti cinematografiche dell'assassino, tuttavia, i cinefili italiani dovranno aspettare il 7 dicembre, data di uscita del film nelle sale nostrane.