Premettendo che bisogna essere preparati per andare a vedere Breaking Dawn, consapevoli del contenuto e del genere per apprezzarlo e tollerarlo, il penultimo capitolo della saga, uscito in Italia lo scorso mercoledì 16 novembre, non è pienamente soddisfacente.

Innanzi tutto chiariamo che Breaking Dawn Parte 1 è tratto dalla prima parte dell'ultimo romanzo della tetralogia di Twilight, scritta dall'americana Stephenie Meyer, e quindi non vedremo la conclusione della saga. Né sviluppi narrativi tipici di una conclusione. E' in tutto e per tutto un 'aspettando che'. Con questa preparazione fisica e psicologica sono entrata in sala. Vi consiglio di fare lo stesso.

Un capitolo intermedio dunque, nel quale vedremo il tanto, fin troppo sospirato, "Sì" di Bella ed Edward. La felicità dei due coniugi, però, durerà poco. Un evento inaspettato metterà velocemente fine alla loro luna di miele. Tornata a Forks, la coppia si troverà divisa su come affrontare l'incresciosa situazione. Mentre lo stato di salute di Bella continuerà a peggiorare, i licantropi della zona decideranno di mettere il muso nella faccenda...

In questo capitolo la fedeltà al romanzo è pressoché totale, per cui chi lo ha letto, non può rimanerne deluso... né sorpreso. Per chi non lo ha letto, a differenza degli sconclusionati capitoli precedenti, la trama questa volta fila, senza troppi scossoni né scene superflue. Nondimeno qualche riferimento per soli lettori è stato inserito, più o meno forzatamente, ma il numero è basso e si superano in fretta.

Tuttavia anche quest'ultimo capitolo della saga non si smentisce, portandosi dietro tutti i difetti dei film precedenti.

Così ci si trova di fronte a una devastante superficialità e sciattezza nell'introspezione dei personaggi, per cui tutta la famiglia Cullen è ormai relegata a ruolo di suppellettile, lì notiamo sullo sfondo, ma nulla di più.

I due protagonisti sembrano sempre sotto l'effetto di pesanti psico-farmaci, perché solo così si spiegano le loro reazioni al mondo che li circonda. Fra i due è però Bella a 'brillare', infatti ancora una volta è impossibile cogliere un qualsivoglia senso nelle sue azioni. La regia si sofferma spesso sul volto della Stewart, che dall'altare in poi sembra sempre in preda a spasmi e/o in procinto di scoppiare a piangere, risultando spesso tragicomica. Le reazioni dei due protagonisti non hanno mai un riscontro con gli accadimenti che li coinvolgono, sembrano intrappolati in un loro personale dramma, risultando lagnosi all'eccesso.

E' evidente che qui la regia non è riuscita a coinvolgere il pubblico nel dramma della coppia, fallendo nel catturare lo spettatore, che ne rimane indifferente.

A rendere il tutto più penoso si aggiungo anche i dialoghi banali e le freddure svendute come colpi di spirito. L'unico che riesce ad essere sinceramente divertente è Billy Burke, nella parte del padre di Bella. Però, non basta.

La colonna sonora, non è certo d'aiuto, infatti le musiche spesso cozzano con le scene che accompagnano, oppure interrompono bruscamente il pallido tentativo di emozionare il pubblico, che viene portato con baldanza da uno stato emotivo all'altro inspiegabilmente.

Fotografia e montaggio vivono di rendita, ripresentando le caratteristiche degli altri capitoli. Coi i vari flashback di comodo e gli onnipresenti sogni di Bella si riempiono i tempi morti.

In definitiva, il capitolo può scalare qualche posto nelle classifica interna alla saga, tuttavia non la redime.