Trama: Recatisi in un isolato cottage tra i boschi per trascorrervi il week-end, cinque amici recitano i passaggi di un misterioso libro trovato in cantina insieme a un vecchio registratore a bobine; senza immaginare minimamente di avere appena scatenato le forze del male, pronte a possederli uno alla volta per trasformarli in sanguinari demoni.

Perché vederlo: È fondamentalmente su un esile soggetto dagli echi lovecraftiani che si costruisce l’esordio registico di Sam Raimi, da sempre considerato come uno dei più eclatanti esempi di cinema a bassissimo costo (circa 300000 dollari di budget), tanto da fare scuola perfino al primo Peter Jackson (quello di Bad taste – Fuori di testa, per intenderci).

Versione perfezionata ed estesa del cortometraggio Within the woods, girato dallo stesso Raimi nel 1978, infatti, La casa camuffa abilmente la sua pochezza di sceneggiatura attraverso gli eccessi gore e le notevoli tecniche di ripresa che, tra veloci movimenti di macchina e inquadrature vertiginose, hanno finito per trasformarsi nel vero e proprio marchio di fabbrica di colui cui dobbiamo oggi Il grande e potente Oz e la saga cinematografica di Spider-man.

E i meriti della pellicola, che si avvale di ottimi effetti speciali di trucco dal sapore artigianale, non vanno riconosciuti soltanto all’aver inaugurato la febbre splatter degli anni Ottanta, ma anche e soprattutto al tentativo di introdurre un nuovo modo d’intendere lo zombi: non più semplice morto tornato dalla tomba, ma risultante di un corpo umano al cui interno entità demoniache possono annidarsi al fine di manifestarsi e portare il male tra i vivi.

Quindi, una sorta di fusione tra il fantascientifico body snatcher de L’invasione degli ultracorpi e le possessioni post-L’esorcista.

Ma più di un elemento presente negli oltre ottanta minuti di visione spinge a pensare che il regista possa aver visto 5 tombe per un medium di Massimo Pupillo, risalente al 1965.

Curiosità: È che ha lanciato nell’horror a stelle e strisce il protagonista Bruce Campbell, divenuto una vera e propria icona del genere.

Un giovane Joel Coen vi figura in qualità di assistente al montaggio.

Tra il 1987 e il 1992 ha avuto i due sequel La casa 2 e L’armata delle tenebre, anche se la distribuzione italiana ha provveduto a confondere le idee dello spettatore tramite i nostrani La casa 3, La casa 4 e La casa 5, del tutto estranei a quanto raccontato nelle pellicole di Raimi; come pure La casa 7 di James Isaac, in realtà The horror show (La casa 6, invece, non esiste).