Trama: In seguito all’entrata in congiunzione della Terra con la coda di una cometa, le macchine cominciano a ribellarsi all’umanità; mietendo non poche vittime fino al momento in cui un vero e proprio branco di camion assedia dei sopravvissuti rinchiusisi all’interno di un autogrill.

Perché vederlo: Datato 1986, ma ambientato l’anno successivo è il lungometraggio che, prodotto dalla compagnia di Dino De Laurentiis, ha segnato l’esordio dietro la macchina da presa per il genio della letteratura horror Stephen King.

Ed è dal suo racconto Camion incluso nella mitica raccolta A volte ritornano che trae l’esile spunto per poter costruire oltre un’ora e mezza di visione divisa in due parti ben distinte.

Infatti, mentre la prima, sfoggiante, tra l’altro, un trafficatissimo ponte mobile che si alza improvvisamente per provocare una strage di veicoli e passeggeri, un tizio annientato dalle lattine lanciategli contro da un distributore automatico e un rullo compressore impegnato a schiacciare un ragazzino, mira a fornire l’indispensabile quantità di situazioni trapelanti la dose d’intrattenimento proto-disaster movie quasi dal sapore di slasher, la seconda si concentra sulla lotta attuata dal gruppo di superstiti.

All’insegna di un’operazione non esente da pecche di sceneggiatura (non viene spiegato per quale motivo le automobili non impazziscano come gli altri mezzi), ma che sembra anticipare di diversi anni sia le dilatate strutture narrative tipiche delle produzioni cinematografiche d’inizio terzo millennio, sia la tendenza a non sfodera neppure un personaggio pienamente positivo (compreso il pregiudicato protagonista incarnato da Emilio Estevez).

Senza dimenticare l’affascinante retrogusto di denuncia nei confronti del pericoloso effetto del potere legato alla benzina.

Curiosità: Comprendente le splendide Who made who e You shook me all night long, la colonna sonora del film è a firma della band hard rock degli AC/DC.

Dallo stesso racconto, Chris Thompson ha derivato nel 1997 la pellicola Trucks.