Liza (Catriona MacColl) eredita a New Orleans un vecchio e cadente hotel. Decide così di restaurarlo e aprirlo, ma le prime tracce di mistero non tardano a comparire e i primi incidenti cominciano a colpire gli operai addetti al restauro. In questo frangente Liza conosce Emily (Cinzia Monreale, qui con il nome di Sarah Keller), una ragazza cieca che la avverte del grosso pericolo che corre nel tentare di riaprire l’hotel e che le intima di andarsene. Liza però non cede facilmente, ma quando capisce l’enormità dell’errore che la sua testardaggine le ha fatto compiere è ormai troppo tardi: la porta dell’inferno, su cui il palazzo era costruito, si apre e i morti cominciano a invadere il mondo dei vivi.

Universalmente riconosciuto dai fan come una delle migliori opere del padrino del gore, E tu vivrai nel terrore... l'aldilà è veramente una pietra miliare e simbolica del cinema horror italiano, in cui le enormi differenze che intercorrono con l’horror americano del periodo risaltano in uno degli esiti più convincenti che il nostro paese è riuscito a dare in questo genere.

Per vedere un film di Fulci bisogna dimenticare il violento realismo di film come L’Esorcista, poiché qui ci si trova di fronte a qualcosa di fondamentalmente diverso: come in opere contemporanee e conterranee come Suspiria, la realtà si dilegua e la verosimiglianza perde del tutto significato per lasciar posto a una spirale onirica di orrore. Il film di Friedkin, per esempio, punta su una trama solida e lineare che narra in maniera analitica una vicenda soprannaturale, dando quasi un fondamento pseudo-scientifico (ciò che la scienza non spiega viene risolto con la religione) alle più intime paure religiose della cultura cristiano-occidentale; invece Fulci coinvolge lo spettatore in una trama che, partendo dalla realtà, porta lentamente ma inesorabilmente verso l’irrealtà, non intesa come impossibilità di “essere”, ma come possibilità “aldilà”, oltre questo mondo e questa vita. L’aldilà comincia a permeare attraverso la porta dell’inferno, dapprima facendo qualche timida comparsa tra gli eventi caratteristici della normalità, poi lentamente, quasi dolcemente, amalgamandosi con essa in una terra di nessuno in cui i due mondi convivono, per poi infine sostituirla del tutto, avvolgendo definitivamente la protagonista e con lei lo spettatore.

Di tutto questo ne rendono ben conto le dichiarazioni di Fulci: “Quello che ho voluto dire con questo film è che la vita è davvero un terribile incubo e che il nostro solo rifugio consiste nel rimanere in questo mondo ma al di fuori del tempo. Alla fine i due protagonisti hanno raggiunto quello che molte persone credono essere l’altromondo”. Insomma non c’è né ragione, né fede, né eroe di sorta che possano fermare l’avanzata del “mondo oltre” nel mondo dei vivi; ma questo non in una visione pessimistica o apocalittica, ma, al contrario, di liberazione e sollievo, più simile a una rappresentazione del nichilismo Nietzchiano che non (come si potrebbe pensare) dell’inesorabilità della morte sulla vita: un eterno ritorno consistente nell’annichilimento totale del mondo (inteso come insieme di convinzioni e costruzioni mentali) per il sorgere di uno nuovo che andrà poi a sua volta annientato. George Romero, un artista simile - per genere - al padrino del gore nostrano, usava il morto vivente non come simbolo di rinascita (nel senso appena spiegato), ma come critica a quell’illusorio e ipocrita “American Dream” che tramutava (e tutt’oggi tramuta) in apatici zombie gli abitanti del mondo borghese.

È quindi in quanto spiegato che sta la grandezza del film “L’Aldilà”: nell’affermare l’unicità del cinema italiano e del riassumerne in maniera definitiva e piena le caratteristiche, sottolineando la differenza di mentalità che distingue il nostro cinema d’annata da quello di altri paesi, nell’assoluta mancanza di pretese di verosimiglianza, ricercando l’orrore in una dimensione più ideale e filosofica che realista (L’Esorcista) o sociologica (La notte dei morti viventi).

Passando a una breve analisi degli aspetti tecnici, è inutile dire che qui ci troviamo di fronte a un Fulci in forma smagliante e che è riuscito a girare una pellicola fantasticamente gore, ricca di scene che rimarranno nella storia (come quella della bambina assatanata a cui viene fatta saltare la testa con un colpo di revolver) assieme a quelle di film come “Paura nella città dei morti viventi” (una su tutte Daniela Doria che vomita le sue budella). Di conseguenza, siete liberi di aspettarvi anche degli effetti speciali di classe, curati da Giannetto De Rossi. Sopra la media anche le interpretazioni con una Kathrine (o meglio Catriona) MacColl ben immedesimata nella parte e affiancata da un’altrettanto bravo David Warbeck.

Avete di fronte uno degli horror più splatter e meglio girati del nostro padrino: dovete solo correre a procurarvi una copia del film per soddisfare la vostra sete di sangue!!!

Valutazione tecnica

Ottimo il video presentato in widescreen formato 2.35:1 anche se purtoppo, essendo un’edizione americana, l’audio in italiano è disponibile solo in mono mentre in inglese potete usufruire di un Dolby Digital 5.1. Un altro problema, oltre a quello di essere Out of Print, può essere dato dalla zona: il dvd è Region 1 per cui, se non avete un lettore apposito, l’unica possibilità che avete per vederlo è di utilizzare il lettore di un computer. Da notare che quella qui recensita è un’edizione per collezionisti per cui il prezzo elevato e i difetti appena citati sono ben poco in rapporto ai contenuti extra.

Extra

Il primo extra lo si ottiene prima ancora di togliere il cellophane: la scritta Limited Edition per chi si è preso la briga di acquistare questo prodotto penso valga la metà del prezzo insieme al numero progressivo sul retro che rende unica ognuna delle 20.000 copie esistenti. Il case in metallo contiene un bel booklet (in inglese contenente due commenti molto interessanti al film, biografia e filmografia del regista incorniciate da un’abbondanza di immagini inedite) e le sei riproduzioni in cartone 5”x7” di locandine della pellicola in diversa nazionalità. Nel menù dei contenuti speciali il primo elemento è in una galleria di immagini su The Beyond tratte dal set e da fuori (come locandine o foto di vecchie vhs da più angolazioni in modo che si possano leggere tutte le scritte comprese quelle sul retro) seguita dalle interviste di repertorio alla MacColl, a Warbeck e a Fulci (quest’ultima data dal regista sul set di Demonia nel 1990): inutile descrivere quale sia l’emozione di sentir parlare Lucione un inglese maccheronico in una foresta preso nel bel mezzo del suo lavoro! Si chiude questa prima serie di extra con immagini tratte dall’eurofest del ’94 in cui compaiono Fulci e Warbeck assieme in un’intervista (in cui, ne saranno contenti coloro che l’inglese non lo masticano, Fulci parla in italiano). Seguono quindi i trailer (americano, internazionale e tedesco), la versione a colori della scena iniziale prima dei titoli di testa, il video musicale dei Necrophagia con la canzone “And you will live in terror”, e il commento audio del film da parte di Warbeck e Kathrine MacColl. Si chiude il tutto con i credits del dvd e la dedica di quest’ultimo agli scomparsi Warbeck e Fulci.

Insomma un’edizione davvero succulenta, il top per chi di Fulci non può farne a meno. Chi vuole semplicemente guardarsi il film, meglio che si diriga altrove.