Sul finire della Seconda Guerra Mondiale, una donna si ritira a vivere in una grande villa circondata da un immenso parco privato. Con lei i due figli, fotosensibili e quindi condannati a una vita di candele e tende tirate, incapaci di resistere all’azione della luce del giorno. Grace, la loro madre, conduce un’esistenza al limite dell’esaurimento nervoso, in attesa di notizie del marito impegnato sul fronte. Entrano in scena i nuovi domestici della casa, una tata ormai anziana ma ancora energica, una cameriera diventata muta in seguito a uno shock, e un vecchio giardiniere; gli avvenimenti andranno complicandosi sia per il loro comportamento anomalo e misterioso sia per la figlia di Grace che insiste nell’affermare di vedere fantasmi nella casa. Ed effettivamente, procedendo nella narrazione, tutti i protagonisti cominciano ad accorgersi della presenza di questi esseri. Gli eventi precipiteranno irrimediabilmente con il ritorno del marito dalla guerra, pallida e depressa ombra dell’uomo che era prima di partire. Il peso della situazione farà crollare Grace, fino al tragico e incredibile finale.

Non si può, con tutta la buona volontà, evitare il confronto di questa pellicola con The Sixth Sense, vero capolavoro del genere che detterà modi e maniere anche negli anni a venire. Dal paragone The Others ne esce malconcio sotto molti punti di vista.

L’ambientazione quasi vittoriana, gli innumerevoli rimandi a Il giro di vite, la nebbia onnipresente e pervasiva, i sussurri e le grida, lungi dal contribuire a un crescendo di drammaticità affondano il film in una stanca piattezza generale. I comportamenti e gli eventi tendono a ripetersi, non accade infine nulla di rivelante o rilevante per l’intera durata della vicenda, e la sorpresa finale, attesa e scontata, non contribuisce a risollevare i fasti di questa produzione.

Novello Carpenter nella sua voglia d’essere autore totale, Alejandro Amenábar realizza anche sceneggiatura e musiche, non riuscendo a distaccarsi dalla massa di film di genere degli ultimi anni. Nicole Kidman, com'era già accaduto in Eyes Wide Shut, si conferma donna bellissima ma incapace di operare reali variazioni nella sua recitazione, rigida nelle movenze e con una gamma di espressioni limitata e stereotipata. Meglio piuttosto la piccola protagonista nel ruolo della figlia di Grace, unico elemento del cast in grado di donare qualche brivido.

Rimangono da ammirare il parco e gli interni della villa, molto curati e d’effetto, ma insufficienti a salvare la storia dalla mediocrità. Nota di merito anche per la fotografia e le scelte d’illuminazione, che sottolineano il tema della malattia dei due bambini. Per horror fan anemici e in cerca di frigidità d’autore.

Valutazione tecnica

Buono l'audio dolby 5.1 con discreta resa dinamica di bassi e alti, meno felice la trasposizione video che manifesta qualche pixelatura di troppo e colori non convincenti. Lavoro di routine da parte degli addetti che non hanno agito con sufficiente passione nei confronti dell'opera.

Extra

La confezione priva di particolari contenuti extra della Medusa Video lascia a becco asciutto i fan esigenti: alcuni trailer in italiano e inglese, le solite e scontate filmografie e biografie oltre a un dietro le quinte di scarso valore che nulla aggiunge al film.