“Un misterioso scrittoio senza alcun valore apparente. Ecco cosa riporta a Torino Richard Setti, un antropologo italo-americano che collabora con l’FBI. Ma cosa lo aspetta davvero? Una serie di delitti ispirati alla Passione di Cristo, un vecchio amico ispettore che indaga sulla misteriosa catena di omicidi e un improvviso amore per una ragazza salvata da alcuni balordi. Ma il destino di Richard sembra essere strettamente legato al ritrovamento di una lettera sorprendente, custodita all'interno del vecchio mobile, che farà incontrare il suo animo razionale con l’aura magica e penetrante di Gustavo Rol: un uomo dotato di ‘possibilità’ incredibili che, secondo quanto è scritto, è capace di scardinare le regole del Tempo e di far confluire il corso del Passato in quello del Futuro. L’assassino intanto sembra inarrestabile. Gli investigatori sulle tracce dell’efferato omicida e dell'atroce segreto che alimenta la sua furia si ritroveranno invischiati in una storia che supera la realtà. L'assassino ha piani ben precisi: nessuno sembra poterlo fermare. Perché uccide sacerdoti gesuiti? Perché usa metodi così cruenti e particolari? Quale è il suo piano finale?”

Queste le premesse di Il custode della anime, thriller paranormale che Maurizio Bonfiglio (già noto al pubblico del soprannaturale per le sue passate esperienze radiofoniche e televisive, ricordiamo il recente Sesto Senso su La7) ha pubblicato nel maggio scorso per Zero91 Edizioni.

 

L’inserimento del soprannaturale, dell’inspiegabile, rende horror questo giallo che ha il retrogusto dei thriller cinematografici dell’epoca aurea: un uomo che si ritrova coinvolto in un mistero - forse - per caso; omicidi cruenti, apparentemente inspiegabili; un amico poliziotto che si rivela un’ottima spalla; un incontro femminile fortuito o forse no... e gli anni ’70 (il reperto e gli incontri dello zio di Richard con Gustavo Rol risalgono al 1970). Il tutto commistionato al trend del momento, che vede il poliziesco intrecciarsi con fatti salienti della Storia, magari attraverso antichi reperti.

 

Niente di nuovo fin qui, dunque, se non fosse per l’esperienza di Bonfiglio nel campo – nonché nella storia – del paranormale, che gli permette di inserire informazioni e pennellate folkloristiche in maniera suggestiva; in particolare per quanto riguarda il personaggio di Gustavo Rol, sensitivo realmente esistito, che continua a vivere nella finzione narrativa della Torino del 1988 (Rol è deceduto nel 1994), e il romanzo stesso – a cui è dedicato – vuole rendere omaggio “al suo dono straordinario che ha spostato il confine del tangibile e della finitezza dell’essere umano.” Purtroppo però l’omaggio è troppo plateale, nel senso che molte delle sezioni dedicate a Rol si rivelano eccedenti in informazioni inutili allo svolgimento della vicenda e l'equilibrio viene meno.

 

I brevi capitoletti, agili e snelli quanto il periodare, la scrittura piana e pulita, il cambio di scena fra un ambiente e l’altro, un personaggio e un altro ancora, facilitano il lettore nel proseguire con la lettura. Ma l’infodump relativo a Rol non è l’unico problema tecnico che affiora dopo l’inizio promettente.

 

La pecca più fastidiosa del testo risiede negli sbalzi di punto di vista fra la soggettiva del personaggio di turno e il narratore onnisciente all’interno dello stesso paragrafo che spezzano il processo di immedesimazione del lettore. Dato che l’autore è abile con i dialoghi, avrebbe potuto trovare espedienti più fluidi per ovviare alle parti didascaliche sul passato dei personaggi. Al lettore sono inoltre rivelati sin dall’inizio sia l’assassino che il movente, quindi l’intreccio è giocato quasi interamente sulla suspense hitchcockiana e sull’empatia che si instaura nei confronti del protagonista (noi sappiamo cosa sta per accadere, lui no) nella sua corsa contro il tempo, motivo per cui errori di punto di vista fra la soggettiva di un personaggio e l’altro spezzano il gioco della tensione ricreata fra autore e lettore.

 

Il finale, per concludere, si protrae troppo a lungo, quando ormai tutto è avvenuto, e i fatti si ripetono all’interno di dialoghi che rischiano di distrarre i lettore che ormai ne conosce il contenuto.

 

Qualche altra sbavatura e piccole inverosimiglianze si aggiungono a quello che in fin dei conti risulta un romanzo discreto; peccato, però, perché sia per l’idea di base che per l’esperienza dell’autore nel campo, un editing più accurato avrebbe potuto renderlo ottimo.

 

Maurizio Bonfiglio (Torino, 1965) è uno scrittore e conduttore televisivo. Esperto di fenomeni paranormali, ha pubblicato Il pensiero di Rol, la teoria dello Spirito Intelligente (Edizioni Mediterranee, 2003); La Iena di S. Giorgio (Il Punto); Piemonte e Valle d’Aosta misteriosi (Castelvecchi). Recentemente ha condotto per la rete nazionale LA7 il programma Sesto Senso, dedicato ai fenomeni paranormali, ma anche i documentari I Misteri del Canavese; Rol, l’uomo, il mistero, la vita; I Misteri di Torino (ARIES Multimedia).