Sullo sfondo di una Roma cupa e livida un licantropo semina vittime per la strada della capitale. Il commissario Vanni indaga sugli orrendi delitti la cui pista porta ai due gemelli Giulio e Francesco Ferretti, uniti da un oscuro passato costellato da una madre apprensiva e morbosamente cattolica, malformazioni genetiche e terribili credenze popolari.

Versipellis è il titolo di questo cortometraggio diretto da Donatello Della Pepa (Moebius - chi bussa alla mia porta?, 2006 - Imparare a essere morto, 2010) sceneggiato in coppia con Luca Ruocco (Alma [gotica], 2008 – Le feste dei poveri, 2010) sceneggiatore e critico cinematografico, che cerca di rivisitare il mito dell’uomo mannaro in chiave inedita, miscelando le credenze popolari con la spiegazione scientifica e la malattia, pur rimanendo in bilico nel dare conferma allo spettatore dell’effettiva esistenza di un licantropo nelle strade romane.

In tutto il corto si respira un’aria malsana e fredda che ben dipinge la brutalità degli eventi narrati che mette al centro lo scontro tra i due gemelli già antagonisti fin nell’utero della madre, come spiega il dottore che ha in cura i due ragazzi: “all’interno dell’utero s’instaura una trasfusione da gemello a gemello, un furto di sangue e carne…”.

Il progetto richiama alla memoria la vecchia tradizione gotica qui conciliata con le nuove derive horror e l’ambientazione prettamente italiana. Riferimenti e rimandi al ciclo hollywoodiano dell’uomo lupo anni ’40 ma anche al bellissimo Un Lupo mannaro americano a Londra di John Landis (le sequenze in soggettiva della bestia con il particolare effetto cromatico virato al rosso) e Cursed di Wes Craven (i dettagli della bestia rivelati gradualmente allo spettatore) e all’ottimo make up curato dall’effettista Luigi D’Andrea che ci regala la coinvolgente trasformazione di Giulio, nella scena centrale del  corto, che nello squallido bagno di un bar, improvvisamente sente la sua carne straziarsi e il suo corpo trasformarsi in quella di un lupo.

Regia dal taglio di genere che denota la profonda conoscenza degli autori dei B-movie e monster movie e che punta moltissimo sulla componente visiva. Molto efficaci i continui stacchi che permettono la progressione della storia per giungere al sanguinoso climax finale.

Un cast di tutto rispetto che vede la partecipazione, tra gli altri, di Lorenzo Pedrotti (Imago mortis, 2008 - Krokodyle, 2010), Francesco Nappi (Moebius - chi bussa alla mia porta?, 2006 - Imparare ad essere morto, 2010) e Marco Di Stefano (Quando Alice ruppe lo specchio, 1988 - The Darkside, 2010).

Un’ottima prova, e un team artistico da tenere d’occhio, per gli autori di questo corto, molto ricco di spunti e suggestioni che sarebbero sufficienti a nutrire una prova più ampia con un lungometraggio.