Le statistiche di Google Analytics ci riportano che i lettori di Horror Magazine sono attratti principalmente da cinema, fumetti e libri, mentre la musica raccoglie un numero minore di seguaci. Forse perché le intersezioni col genere sono più esigue, rispetto al mainstream. Ma se le vostre predilezioni si concentrano sui film di culto della Hammer, i fumetti orrorifici degli anni ’70 e i romanzi horror, questa è la recensione musicale che fa per voi. Non solo perché questi campi sono fra i protagonisti indiscussi della storia, motivazione e ispirazione, scheletro fuori dall’armadio di un corpo che si mette a nudo a partire dalla copertina, ma perché è con l’animo del lettore di romanzi che bisogna avvicinarsi alla narrazione, non quello del curioso alla ricerca di aneddoti ormai risaputi ai più.

 

Recensione musicale a dire il vero non è, perché di disco non si tratta. E non è neppure la storia della nascita di una band, raccontata come la si legge solitamente sulle pagine dei giornali o delle webzine. E’ ‘solo’ un Bildungsroman, il romanzo di formazione di un personaggio fuori dalle righe e pertanto affascinante e carico di spunti di riflessione.

 

Steve Sylvester unisce ogni sfera artistica correlata all’immaginario orrorifico, e su questo libro è già stato scritto di tutto ancor prima che venisse scritto. Ma dato che il ‘nostro’ non ama le uscite prevedibili, ecco che in realtà ci troviamo di fronte al romanzo autobiografico del giovane Stefano Silvestri, alle prese con i demoni del glam, del punk, delle radio libere, della droga e degli anni di piombo della provincia italiana.

 

Che quanto romanzato nel libro attraverso la scrittura suggestiva di Gianni Della Cioppa sia tutto vero o meno, non deve interessare affatto. Non sto mettendo in dubbio la veridicità della trama, la sto solo ponendo in secondo piano.

Ciò che deve attrarre l’attenzione del lettore è la volontà di raccontare una storia. Punto. Che si tratti di semplice intrattenimento o voglia farci recepire un messaggio, non conta. E’ 'solo' una storia di magia. Poi, chi vuole recepire il messaggio lo recepirà senza che glielo sventoliamo troppo sotto il naso. La storia, del resto, si racconta da sé, senza falsi pudori o pesante retorica. E se il fan accanito già conosce quasi tutti gli episodi narrati, un ‘semplice’ romanzo potrà forse spingere a scoprire il versante musicale dell’avventura anche i lettori comuni che si sono sempre rivolti a tutt’altro (la butto lì: l’Italia delle lettrici di romance sommerse di collane dark/erotiche con protagonisti demoni e vampiri non si scandalizzerà di fronte a sangue e sesso come le signore pesaresi del ’77).

 

Se al testo sono allegate schede, immagini, interviste, discografie, addirittura fumetti disegnati dallo stesso Steve, prendetelo alla stregua della cioccolata o delle patatine fritte che vi sgranocchiate leggendo un romanzo. Voi leggete il romanzo, all’affabulazione penserà la storia stessa.

 

Storia che si presenta originale e ben strutturata, sorretta da uno stile fluido ed evocativo, popolata di ambienti e personaggi caratterizzati in ogni chiaro-scuro.

 

Quanto basta a un romanzo per funzionare e permettere al lettore di immedesimarsi.

 

Solo dopo aver letto Dracula, ricordate che Vlad Tepes è esistito realmente.

 

“Non vi racconterò solo la storia dei Death SS, quella la conoscete già, è scritta. Qui vi racconterò anche la storia di quando ero Stefano Silvestri, un ragazzo non come tanti altri, che si guardava allo specchio, e intorno al suo volto c'erano ombre e serpenti. E nella sua testa udiva un richiamo, come una specie di presagio, e lo sentiva prima pulsare e poi urlare, era il demone che scorreva nel sangue. E poi vi racconterò di come sono diventato Steve, Steve Sylvester, il negromante del rock...”

 

Gli autori:

 

Steve Sylvester, artista poliedrico originario di Pesaro, ma fiorentino di adozione, ha fondato, nel 1977, i Death SS. Con la band ha inciso sette studio-album più vari live e raccolte, mentre da solista ha inciso due album. Inoltre ha cantato per molti altri artisti fra cui Ensoph, Sine Macula, Thelema e Tenebre. Nel 2010 fonda due nuove band dal genere diverso: il gruppo rock dalle sonorità dark-wave Opus Dei (per problemi di censura subito ribattezzati W.O.G.U.E. ovvero Work Of God United Entertainment) e i Sancta Sanctorum, che propongono invece un doom molto cupo e psichedelico. Compone anche alcune colonne sonore per film horror e partecipa come attore all’episodio dal titolo 666 della fiction della RAI L’ispettore Coliandro. Attualmente è impegnato come attore e regista in un horror film di sua produzione, dal titolo Devil’s Graal.

Gianni Della Cioppa, dopo una lunga esperienza come musicista, approda al giornalismo musicale nel 1989, come collaboratore di Tuttifrutti, Flash e Metal Shock, e in seguito di Mucchio Selvaggio e Mucchio Extra. Ha contribuito alla nascita di riviste musicali come Psycho!, Andromeda, Classix! e Classix Metal. Ha scritto i libri Hard Rock, 133 Top Album e Italian Metal Legion, oltre al suo primo romanzo Il punto G.D. Ha inoltre partecipato alla stesura di varie enciclopedie sulla storia del Rock e libri di genere musicale come Rock Hard & Heavy e 24.000 Dischi.

 

Prefazioni di Carlo Lucarelli e Marco Manetti.