Perché avete scelto il genere fantasy-horror?

Innanzitutto perché ci piace. Poi perché secondo noi è l’unica strada per entrare nella scena letteraria. Prima di elaborare il progetto de I diari di Seaport abbiamo anche fatto una piccola ricerca di mercato.

Le protagoniste del romanzo sono due streghe. Sono le vostre alter ego?

Sì. Melinda ed Elena sono amiche inseparabili, come noi. E come noi sono cresciute e sono maturate insieme, diversamente da quanto accade in diversi romanzi di questo genere, dove la protagonista femminile perde il contatto con tutto il resto del mondo non appena incontra il protagonista maschile. Per noi l’amicizia è importante e abbiamo inserito questo elemento nel libro.

Uno dei due protagonisti maschili è un vampiro, figura particolarmente di moda. A chi vi siete ispirate maggiormente per crearlo?

Non è un vampiro alla Twilight. Il nostro personaggio non è l’uomo dei sogni, perfetto, ma una persona che se potessi scegliere non vorresti intorno. Ha i suoi lati positivi, certo, ma è serio, cattivo, uno che per vivere uccide. E’ più simile a Dracula o al protagonista de Il diario del vampiro. L’altro protagonista è un demone ed è una figura malvagia, che non ha dimestichezza con le emozioni. Del resto anche le protagoniste femminili non sono come Bella: sono persone reali, con pregi e difetti, desideri e paure. E l’ambientazione, una soleggiata località balneare, non è quella classica in cui ti aspetteresti di trovare un vampiro, un demone o delle streghe.

Com’è nata l’idea di scrivere insieme?

I diari di Seaport non è il nostro primo romanzo insieme. Prima avevamo scritto un libro che a noi piace particolarmente, ma che senza notorietà nessuno avrebbe pubblicato.

Per questo avete deciso di pubblicare un romanzo a puntate su Facebook?

Prima abbiamo cercato di capire cosa poteva interessare e ci siamo fatte un po’ di pubblicità, perché non basta mettersi su internet perché la gente ti legga. Poi ci siamo date un programma di lavoro, pubblicando un capitolo a settimana, iniziando a maggio. I diari di Seaport è scritto in forma diaristica: sono le due protagoniste che, con una piccola sfalsatura temporale, raccontano la loro vita. Ognuna di noi scriveva quello di una protagonista.

Ci sarà un seguito?

L’idea è di completare la saga con altri due libri. Abbiamo già iniziato a scrivere il secondo, in cui verranno approfonditi temi appena accennati nel primo, come la relazione tra i protagonisti e la località in cui si svolgono i fatti.

La trama

Melinda ed Elena, amiche inseparabili, sono sempre state considerate due tranquille ragazze normali. Questo almeno finché, al compimento del loro ventunesimo compleanno, non lasciano il college in cui studiano per trascorrere le vacanze estive a Seaport, la piccola città in cui sono nate e cresciute. Ad attenderle c’è un regalo molto speciale: una lettera e due strani medaglioni, che la nonna di Melinda, morta un anno prima, ha voluto fare avere alla nipote e alla sua migliore amica.

Nel frattempo, a Seaport, iniziano a farsi vedere Coven  ed Edric: due giovani imprenditori di New York, bellissimi, ricchissimi, enigmatici... le attività che stanno pianificando sembrano una benedizione per il turismo locale, ma perché ogni volta che le due ragazze li incontrano i medaglioni che portano al collo iniziano a scottare?

Chi sono veramente i due affascinanti stranieri, o meglio, cosa sono?

Nel frattempo, alcuni giovani sconosciuti vengono ritrovati morti nel bosco.

Chi si nasconde dietro questi omicidi? E perché a Seaport sta succedendo tutto questo?

Le autrici

Elisa Bertini

E’ nata nel 1988 a Ravenna, dove ha conseguito il diploma al Liceo scientifico.

Attualmente frequenta il corso di laurea in Lettere a Bologna. Elisa è stata collaboratrice de Il Resto del Carlino, nonché coautrice del romanzo ‘Byron a pezzi’ (Fernandel, 2008).

Giulia Ottaviani

E’ nata nel 1988 a Ravenna, dove ha conseguito il diploma presso l’ Istituto d’ Arte per il Mosaico.

Attualmente frequenta la facoltà di Beni culturali a Ravenna.

La loro amicizia è nata sui banchi di scuola, nove anni fa.