Per mesi tutto quello che ci era concesso sapere sul prossimo lavoro del regista Sam Raimi era che Drag me to Hell racconta di una persona che viene colpita da una maledizione sovrannaturale. Un po' poco anche solo per farsi venire un'onesta curiosità e far crescere le aspettative del pubblico. Ora, rischiamo di avere anche troppe informazioni a nostra disposizione, e tutte deludenti. Sul portale latinoreview.com è da poco apparsa in anteprima una recensione dello script che rivela più in profondità la trama del film, e che purtroppo pare aver colpito assai sfavorevolmente i recensori.

“Praticamente tutto quello che c'è in questa storia è già stato fatto – e fatto molto meglio”, scrive il recensore. “Nelle prime pagine dell'industria dello spettacolo tempo fa c'era la notizia che Ellen Page ha lasciato il progetto per ragioni di conflittualità con altri impegni già presi. Secondo me invece ha letto la sceneggiatura”. “Non è mia intenzione accanirmi contro Drag me to Hell perché è prevedibile. Ci sono molti buoni film con tanti aspetti prevedibili per un motivo o per l'altro. Io mi accanisco contro il film perché è prevedibile, banale e scritto male”. Queste sono solo alcune delle opinioni fornite dal recensore, e non sono nemmeno fra le più cattive.

Ma alla fine di che cosa parla Drag me to Hell? Per una panoramica completa della trama vi conviene cliccare sul link alla recensione, che vi avverto, è piena di spolier. Se non avete voglia di rovinarvi la sopresa, ecco una breve sinossi della trama, essenziale e completamente spolier free: la protagonista Stephanie, che lavora all'ufficio prestiti di una banca, si rifiuta di aiutare una zingara sfrattata per morosità nella speranza di apparire aggressiva e ottenere una promozione. La zingara si arrabbia e scaglia contro la ragazza una maledizione che pian piano le rovinerà ogni aspetto della sua vita, dalla relazione con lo psicologo Ray, alla promozione fino ai suoi affetti più cari. Esiste un modo per liberarsi della maledizione, ma richiede di compiere una difficile scelta morale...

In breve, la trama è questa, il resto potete facilmente immaginarlo anche da soli inserendo nella vostra testa gli spezzoni di tutti i film del mistero che avete già visto fino alla nausea. E in più, il titolo non ha nulla a che vedere con la storia, quindi non fatevi ingannare dalle strategie di marketing della produzione.

Ora che avete tutti gli elementi, sta voi decidere se depennare Drag me to Hell dalla vostra personale lista dei film “da vedere” o se concedere a Sam Raimi almeno il beneficio del dubbio.