L'uomo senza ombra di Colin Wilson è la seconda parte della trilogia dedicata dallo scrittore inglese al personaggio di Gérard Sorme, una sorta di suo alter ego.

Sorme è una figura tormentata, in cerca di un senso quasi "magico" alla propria esistenza. In realtà la sua è una "quest" che mira ad elevare l'uomo a un livello superiore di coscienza: in questo ravviso qualcosa di "nietzschiano".

Ci sono delle differenze rispetto al primo romanzo che, in retrospettiva, pur se un po' lungo, ho trovato più riuscito di questo secondo capitolo. La lettura di Wilson è però sempre interessante e ricca di spunti stimolanti. Il libro è scritto in forma di diario tanto che il sottotitolo è Il diario sessuale di Gérard Sorme.

Ritroviamo qui alcune dei personaggi presenti in Riti notturni come il pittore Oliver Glasp e Gertrude Quincey.

La prima parte è un po' il racconto delle esperienze sessuali di Sorme con varie donne. Non credo che lo stile troppo "machista" con cui il protagonista si approccia al sesso femminile farebbe oggi la gioia delle femministe e, in un'epoca come la nostra contraddistinta dal "politicamente corretto", oggi forse il romanzo appare in parte datato.

Non troverete  comunque, a dispetto del titolo del diario, delle descrizioni perverse o morbose nonostante Wilson abbia trattato nel citato Riti notturni il tema del sadismo (e anche del masochismo) attraverso il personaggio di Austin Dunne che qui viene ogni tanto rievocato e rimane sullo sfondo.

Quella di Sorme sembra un'esistenza un po' frustrante: anela al sublime ma la realtà, delle volte, gli appare in tutto il suo vuoto grigiore. Una risposta ai suoi quesiti filosofici sembra esserci grazie all'incontro con Caradoc Cunningham (e anche con il musicista Kirsten e sua moglie Diana), allievo del celebre mago Aleister Crowley di cui in effetti sembra seguirne le orme attraverso i suoi comportamenti trasgressivi all'insegna del "Fai Ciò Che Vuoi sarà l'Unica Legge" di "crowleyana" memoria.

In realtà Sorme sembra avere un atteggiamento ambivalente nei confronti dell'occultismo: ne è attratto ma, allo stesso tempo, lo considera paccottiglia. Cunningham, in alcuni momenti, viene dipinto come una specie di ciarlatano anche se sembra credere in ciò che fa come avviene con i suoi riti di magia sessuale in cui coinvolge diverse figure femminili. Il personaggio di Cunningham è in ogni caso centrato anche se sembra troppo ricalcato su quello di Crowley.

L'Inghilterra è da sempre la patria dei grandi eccentrici e lo scrittore ha colto questo aspetto alla perfezione. Allo stesso tempo ci regala un altro ritratto memorabile della Londra degli inizi degli anni '60. Forse si perde un po' di tensione rispetto a Riti notturni ma Wilson si lascia sempre leggere con piacere.