Il titolo I Puzzoni è decisamente originale e fuori dagli schemi. Cosa ti ha ispirata a scegliere un nome così atipico?
I veri protagonisti della storia sono loro: cani e gatti zombie caratterizzati da un odore di putrefazione. Per me è stato un passaggio naturale chiamare la mia saga così.
Come descriveresti il tono e lo spirito della serie a chi non l’ha ancora letta?
Il tono è ironico e nostalgico, con elementi che servono a riportare indietro lo spirito di coloro che negli anni ’80 erano bambini e hanno sognato di vivere avventure come i Goonies. Oppure, per chi gli anni ’80 li ha solo visti tramite film e serie TV come Stranger Things, a insegnare loro a come affrontare le difficoltà della vita senza abbattersi, così come farebbero dei bambini che devono lottare contro un'epidemia zombie che colpisce i loro amatissimi cani e gatti. E quelli sì che sono da salvare!
Qual è stata la sfida più grande nello scrivere I Puzzoni? E quale la parte più divertente?
La sfida più grande è sempre trovare la calma e il tempo per scrivere, perché le idee strampalate non mi sono mai mancate. La parte più divertente credo sia stato introdurre nella mia storia un personaggio per me iconico, ovvero il Tenerone, interpretato all'epoca da Gianfranco D'angelo, all'interno di una storia di horror comedy.
I tuoi personaggi sono autenticamente pazzi. Come nascono, nella tua mente, figure così particolari? Quanto c’è di te nei personaggi o nei temi della serie?
Beh… tu non hai una terribile sorella minore? Io ho un fratello con il quale mi meno da quando ho iniziato a gattonare e lo prendo in giro da quando ho imparato a parlare. Posso affittarlo a tutti coloro che vorrebbero descrivere un personaggio folle ma autentico. Prezzi modici garantiti.
Come trovi l’equilibrio tra leggerezza, avventura e profondità nei tuoi racconti?
Credo che il segreto stia nella visione più ampia della vita. Ogni giorno ho bisogno di leggerezza ma allo stesso tempo di trovare motivazioni profonde nell'agire mio e degli altri.
Quando scrivi, pensi a un lettore preciso, o lasci che la storia trovi il suo pubblico da sola?
Se posso essere sincera, è solo recentemente che le menate che scrivo hanno trovato un pubblico talmente matto che riesce anche ad apprezzarle. Ho sempre pensato a divertirmi e a stare bene. Spesso la scrittura è anche catarsi, uno sfogo alle brutture e alle banalità del mondo che ci circonda. Sono ben lieta che qualcuno voglia fare questo percorso insieme a me.
Se potessi descrivere l’esperienza di lettura con tre parole soltanto, quali useresti?
Fuori dal mondo.
Alcune atmosfere del racconto richiamano quelle di Stranger Things: un gruppo unito, un mondo “alternativo”, il senso di minaccia e meraviglia. Ti riconosci in questo paragone? Hai riferimenti narrativi o visivi che ti ispirano?
Già accennavo prima. Gli anni ’80 sono pieni di film dove ragazzini intraprendono avventure. Ho citato i Goonies ma potrei citare Stand by me, Explorers, E.T.
Tutte storie dove gli adulti sono marginali e i ragazzini sono coraggiosi, leali, indipendenti ma soprattutto sognatori. Cosa ti piacerebbe che restasse al lettore dopo aver chiuso l’ultimo capitolo?
Senz'altro la voglia di affrontare altre avventure e che riconoscesse che la mia scrittura rispecchia il mio modo di essere.
Se potessi aggiungere qualcosa alla mia intervista, vorrei raccontare che i miei genitori mi "deportavano" insieme a mio fratello in una casa in campagna. Isolata, senza telefono e il televisore che prendeva a volte due canali. Ma piena di Topolino, Tex e Zagor. E poi di Dylan Dog e libri scelti da me. Avevo il permesso di andare nel bosco vicino, tutto ciò ha scatenato la mia fantasia.
I miei avevano anche la pessima abitudine che durante la settimana ci facevano spegnere la televisione alle 22.30 spaccate. E via a letto a dormire. Dormire? Quante notti insonni a elaborare finali ai film che non potevo vedere. La mia fantasia era sotto allenamento agonistico.
Consiglio per gli scrittori?
Solo di inventare e scrivere. Mai cercare un'etichetta.












Aggiungi un commento
Fai login per commentare
Login DelosID