Il romanzo d’esordio di Paolo Prevedoni, Una storia dell’orrore italiana, è una dichiarazione d’amore per il genere horror.

Gli stereotipi del genere ci sono tutti: una casa maledetta, vecchie storie di fantasmi, un paese di provincia nascosto nella nebbia. E, naturalmente, un uomo nero.

Una storia dell’orrore italiana è un romanzo che non si nasconde, già dal titolo; un racconto di oltre cinquecento pagine che affonda le sue basi nella letteratura e nel cinema di genere, da Matheson a King, da Fulci a Dario Argento, quando l’horror non aveva bisogno di ingredienti troppo raffinati. Splatter, linguaggio pulp e stile orgogliosamente di serie B; un’indagine soprannaturale, ambientata nella provincia padana, che senza fronzoli e pretese si pone un unico obiettivo. Fare paura.

L'autore: Paolo Prevedoni, classe 1981, vive e lavora in un paese della provincia padana. È un fan estremo di Dylan Dog, dei Nirvana e un consumatore compulsivo di filmacci horror di serie Z. Fuma Chesterfield e non mangia carne.