C'è chi si presenta al mondo col proprio volto, o con grandi discorsi. E chi no.

Chi come Charlize Theron lascia che siano le sue terga a presentarsi. E, così, si scopre che alle volte un fondoschiena può parlare molto, ma molto meglio di qualsiasi infuocato politico durante un comizio... Ricordate il celebre spot della Martini dove una bellissima bionda si alza da una sedia, un filo del suo vestitino rimane impigliato, ma lei cammina, cammina, e intanto l'abitino si sfilaccia sino a mostrarne le natiche perfette?

Quella bionda era appunto Charlize.

Ma facciamo un passo indietro.

Charlize Theron nasce a Benoni, in Sud Africa, il 7 agosto del 1975. Cresce in una fattoria dove vive coi ricchissimi genitori (madre tedesca e padre francese). Figlia unica, Charlize, inizia a sei anni a prendere lezioni di danza classica, e il suo destino sembra quello di diventare una ballerina.

Nel 1991, una tragedia sconvolge la sua vita: in seguito alle protratte angherie di cui è vittima, la madre Gerda uccide il marito Charles. Charlize ha quindici anni. Lei e la madre (che viene assolta per legittima difesa) cominciano a spostarsi, finalmente libere dall'incubo causato dal padre violento. E Charlize persevera nello studio della danza mentre la sua bellezza inaudita sboccia, e le spiana la strada che porta alle agenzie per modelle. Viaggia negli Stati Uniti, poi approda in Italia, a Milano, sempre in compagnia della madre. Calca le passerelle per un anno, tra il 1992 e il 1993. Gira lo spot Martini di cui dicevamo.

Nel 1994 il suo sogno di diventare ballerina si infrange. Una lussazione a un ginocchio stronca la sua carriera. A consolarla arriva, puntuale come la morte e le tasse, l'esordio nel cinema. E come poteva cominciare al meglio la Dark Lady di questa settimana?

Ovviamente con un horror. Per la precisione con Children of the Corn III (1995) di James D.R. Hickox, dove fa una rapida apparizione.

L'anno successivo, il 1996, recita in That Thing You Do! di Tom Hanks, una commediola musicale di poco conto, e in 2 Days in the Valley di John Herzfeld (conosciuto in Italia col titolo di Due giorni senza respiro), crime-story per cui gira una scena erotica bollente con James Spader.

E le porte di Hollywood si spalancano per lei. Taylor Hackford la vuole per il suo Avvocato del Diavolo, dove duetta con Keanu Reeves, e mostra di essere anche un'ottima attrice senza per questo deludere i maschietti, ai quali offre generose panoramiche del suo corpo.

Nel 1998 appare in Celebrity di Woody Allen, quindi, nel 1999, arriva un altro horror, questa volta sfumato nella fantascienza: gira, insieme a un ottimo Johnny Depp, La moglie dell'astronauta. Il 1999 è anche l'anno in cui appare sulle pagine di Playboy così come mamma Greta l'ha fatta.

E noi tutti plaudiamo a mamma Greta.

Salto in avanti. Arriviamo al 2003. Patty Jenkins, giovane e promettente regista (e a sua volta gran bel figurino), sceglie Charlize per il ruolo della serial killer Aileen Wuornos. Quella che recita davanti alla mdp, però, non sembra Charlize Theron. Imbruttita oltre ogni dire, ingrassata e senza sopracciglia, la nostra Dark Lady non si fa problemi nel trasformarsi, quasi per ripudiare la propria femminilità e avvicinarsi così a un personaggio tanto problematico.

Immediata reazione dei giurati del Premio Oscar, da sempre sensibilissimi alle interpretazioni "diverse". Charlize vince la prestigiosa statuetta; ma alla serata di gala non si presenta certo sfatta... anzi: incanta il mondo col suo fisico mozzafiato e con uno spacco vertiginoso che poco lascia alla fantasia.

E adesso l'attendiamo tutti in Aeon Flux. Le prime immagini ci convincono sempre più che mamma Greta meriterebbe un monumento. Come si dice in questi casi: complimenti e grazie per Charlize.