LIBER I) THE AWAKENING OF THE BEAST. L’occultista e scrittore inglese Aleister Crowley è il principale ispiratore delle liriche del concept della svolta. Tra i fondatori della loggia Ordo Templi Orientis (O.T.O.), che trova la sua massima legge in quel ‘Do What Thou Wilt’ (‘Fa ciò che vuoi’, in inglese arcaico) che dà il titolo all’album, elaborò un sistema magico dai complessi rimandi simbolici.

La Bestia dell’Apocalisse si risveglia con voce cavernosa e distorta tra effetti e suoni sintetici. È tornata per vendicare la memoria dei i suoi martiri: Giuda, Caino e tutti gli eretici, per sconfiggere il Cristianesimo e “scuotere il mondo con l’urlo di Pan”…

LIBER II) THE PHOENIX MASS. Strutturalmente si tratta forse del brano più standard (l’impianto primigenio potrebbe essere speed), ma già il presentarsi del riff della chitarra in unisono con la tastiera preannuncia il successivo andamento dell’intero lavoro. L’uso dei samplers e dell’elettronica in generale si farà sempre più prepotente, non solo per una maggiore preponderanza della tastiera, ma anche, appunto, per un diverso approccio alla sei corde. Se il brano di apertura, pur nella sua estrema aggressività ‘diversa’, vuol risultare il meno distante dai precedenti lavori, procedendo nell’ascolto troveremo che i tipici riff o assoli metal lasceranno sempre più spazio a strutture armoniche o particolari soluzioni d’accompagnamento che faranno progressivamente scambiare i ruoli agli strumenti (e lo si vedrà soprattutto nei due lavori successivi): la tastiera si libererà sempre più in episodi solistici e la chitarra si trasformerà a poco a poco in uno strumento ritmico d’accompagnamento. Traccia brutale, spietata, animalesca, ma quest’animale (la Fenice) simboleggia la resurrezione, la rinascita (forse la svolta dello stesso gruppo, in senso metaforico). Guardando invece più a fondo, per Crowley, il “rituale della fenice” consiste in una sorta di eucarestia ("I drink the lymph that runs down my chest; I make communion with blood"): la “rossa fiamma della conoscenza” risveglia il Magus dall’età dell’ignoranza.

LIBER III) BARON SAMEDI. E' la notte di Ognissanti e il guardiano del cimitero dà il via alle danze. I Samedi sono zombie appartenenti a una particolare stirpe: risiedono nei cimiteri, vestono in modo elegante e praticano il voodoo (altra prassi rivolta alla rinascita). Quest’aspetto si riflette nei ritmi tribali della musica e nella generale sensazione di ‘trance’ che permea tutta la traccia. Questo e il prossimo brano sono quelli di maggior impatto immediato; in seguito il lavoro si inoltrerà in strutture sempre più elaborate e complesse.

LIBER IV) SCARLET WOMAN. Nei capitoli conclusivi dell’Apocalisse di Giovanni una donna siede su una bestia scarlatta, è ammantata di porpora, tiene fra le mani una coppa colma di peccati e rappresenta Babilonia, (Grande)Madre di tutte le prostitute. Per Crowley è la Figlia del Re, la Vergine dell’Eternità, e si identifica anche con Persefone/Proserpina. Il suo nome (Babalon) ricomparirà nel disco successivo, così come la tendenza ad associare riff tastieristici a temi melodici legati alla Signora (indiscutibili hooks dell’intera produzione). Le fantasiose melodie costruite con ingegno risultano comunque di facile ascolto. ‘Magica’.

LIBER V) THE SERPENT RAINBOW. I rimandi tematici di questo brano possono essere molti e, ovviamente, trattandosi di simboli e miti, tutti contemporaneamente: il Serpente della Genesi ebraica è il Male, ma dà anche la Conoscenza; l’arcobaleno della cultura voodoo simboleggia l’unione fra la terra e il cielo, la vita e la morte; lo stesso “serpente arcobaleno” della mitologia aborigena rappresenta sia la creazione che la distruzione. Se invece scandagliamo esotericamente il testo narrativo, ci rendiamo conto che si tratta per la precisione di mitologia egizia. L’Amenti (letteralmente ‘dimora di Amon’) in cui si trova il protagonista è il regno in cui vagano le anime dei morti in attesa di reincarnarsi. E' qui che i due amanti, sorta di Osiride e Iside (fondamentale quest’ultima nel mito per la rinascita del defunto fratello-sposo) decidono di unirsi per l’eternità.

L’intro pianistica rivela la natura dell’intera traccia: abbondantemente orchestrata, la ballata pare interminabile. Gli arrangiamenti sono curatissimi (soprattutto nel lavoro a due voci delle chitarre). Appare inoltre qui, attraverso una voce femminile, una figura (la Sposa che si è già affacciata nel brano precedente) che nel prossimo disco diventerà coprotagonista sul piano musicale oltre che su quello verbale.

LIBER VI) CROWLEY’S LAW. L’amore è Legge, idea intorno a cui ruota il Liber Legis, uno dei testi più famosi di Crowley. Il testo parla adesso esplicitamente di lui e della sua opera.

Spostandosi sempre più verso l’industriale, appaiono ‘artificiali’ persino i suoni della voce. La sezione melodica che esprime il concetto della legge tramite voce e organo, fra il barocco e il decadente, è uno degli hook più riusciti dell’intero lavoro.

 

LIBER VII) GUARDIAN ANGEL. L’organo continua  a dominare, sostenuto da chitarre distorte e una ritmica che spesso cambia i suoi valori complicando la struttura del brano. In Crowley è di fondamentale importanza il rituale per ottenere la Conoscenza tramite il ‘contatto’ col Sacro Angelo Custode. Entrando in comunicazione con l’Angelo Custode, l’adepto può consultarlo. Qui la voce principale pare immedesimarsi con l’Angelo invece che col Magus, ma bisogna fare attenzione al fatto che l’invocazione dell’angelo custode corrisponde all’unione col Dio: a questo punto dell’opera non c’è più differenza fra l’Uomo e l’entità evocata. Il cantato drammatizza efficacemente l’apparizione tramite le teatrali inflessioni della voce.

 

LIBER VIII) THE SHRINE IN THE GLOOM. Torniamo al tipo d’andamento e all’orchestrazione della quinta traccia, ma qui i suoni si fanno più corposi (direi ‘corporali’) grazie soprattutto all’encomiabile lavoro delle chitarre: nel costruire melodie (in particolare le frasi in risposta alla voce), oltre che armonie, ‘cantano’, si fanno ‘luce’ e illuminano il “santuario nell’oscurità” dipinto da un cantato particolarmente drammatico. Il “santuario” è ovviamente ancora una metafora e il suo significato pare trasparire dalla nuova descrizione dell’unione con la Sposa: la ricerca della Quintessenza alchemica, attraverso l’Amore.

LIBER IX) THE WAY OF THE LEFT HAND. Un’ampia introduzione elettronica fuorvia per quello che semmai è forse il brano meno elettronico del disco. Batteria speed, riff e passaggi di chitarra dominano il brano dalla struttura tipicamente metal, nonostante tappeti di tastiera e suoni sintetici si facciano comunque sentire ‘fra le righe’.

Per Crowley, quello descritto dal titolo, è uno degli ultimi stadi che l’adepto deve percorrere all’interno della Loggia prima di arrivare a quelli di Magister e Magus. E' però anche la Via della Magia Oscura, lunare, il ‘dionisiaco’ di Julius Evola, per cui lo spirito può realizzarsi anche attraverso l’ebbrezza e gli istinti più bassi. E' quella branca dell’induismo in cui gli adepti adorano Shiva, il dio della distruzione (per Evola si tratta comunque di un ‘distruggere per ascendere’, un po’ come il ‘do what thou wilt’. Non significa che uno può fare incondizionatamente ciò che vuole pure a discapito del prossimo, mai nei limiti del rispetto altrui e più precisamente ‘divenire in grado, in quanto Magi, di poter fare tutto ciò che vorremmo’). Usare esperienze (vie) ‘sensualmente basse’ come, per esempio, sesso o droga per indirizzare verso il positivo anche il negativo: il tantrico “trasformare in cibo ogni veleno”.

LIBER X) LIBER SAMEKH. L’aggressività della prima traccia (a dispetto del carillon introduttivo) torna nel finale alternata a fasi in cui i valori ritmici variano e complicano la caotica struttura. Tutte le sperimentazioni sfruttate finora (samplers compresi) si amalgamo per plasmare un momento di estrema violenza. Summa e risolutiva conclusione al tempo stesso. Contemporaneamente, si ricongiungono anche i temi: Samekh, il quindicesimo Sentiero nell’Albero della Vita (o scheletro dell’Adamo Celeste) cabalistico, congiunge i Sephirot (o Intelligenze) Tiphereth e Yesod, che corrispondono nello scheletro alla zona del cuore e quella alla base della spina dorsale. La sede dell’Amore e quella del Principio Generativo. Addentrandoci di nuovo in Crowley ci riferiamo invece a un testo inerente l’invocazione dei demoni familiari; il trait d’union sta nel fatto che per Crowley si tratta sostanzialmente di un atto di magia sessuale che, portando alla fusione di adepto e angelo, si risolve nella pratica con l’autoerotismo. Quel “Come to me!” rivolto all’Holy Guardian Angel acquista quindi una serie di significati che si sovrappongono in quella che diviene la realizzazione e la definitiva rinascita dell’adepto.

 

LIBER XCIII) HOLY MOUNTAIN. 93 è il numero di una legge thelemica (siamo ancora legati all’opera di Crowley, anche se stiamo anticipando qualcosa…) e 93 è appunto il numero scelto per la traccia fantasma che consiste in un discorso tratto dal film La Montagna Sacra di Alejandro Jodorowsky, ovvero colui che sarà il protagonista del prossimo concept…

00. Introduzione

01. In Death of Steve Sylvester

02. Black Mass

03. Heavy Demons

05. Panic

06. Humanomalies

07. The Seventh Seal