Il terzo comandamento fu: non piangere.

Non è la tristezza a far piangere le persone, ma il pianto a rendere le persone tristi. O almeno, così gli aveva spiegato il Babbo e a lui, in quel momento, era sembrato un ragionamento sensato.

«C'è nessuno?»

Mangiabarche rispose: «Sei solo.»

Antonio si sentiva tutto, fuorché solo. Chi si lamenta della solitudine dovrebbe provare a spegnere la luce e ad ascoltare in silenzio. Porte che cigolano, vetri che tintinnano, mobili che scricchiolano. Al buio si ha sempre la certezza che ci sia qualcos'altro.

Quando uscì dal letto per raggiungere a tentoni la porta, sentì una fitta lancinante alle ginocchia ed ebbe la certezza che quello non era un incubo.

«Non ce la farai.»

Il problema non erano solo le ossa, ma la debolezza invincibile di chi non è abituato a correre, al sangue che pompa nelle vene, alla vita.

C'era tanto buio che tenere gli occhi aperti o chiusi non faceva alcuna differenza. Sotto i panni di lana che gli facevano da armatura stava iniziando a sudare ma le scale dovevano essere lì, da qualche parte. Solo i tuoni e l'infrangersi delle onde sulla scogliera gli ricordavano che si trovava ancora nel faro, in trappola.