Non c'è nulla di più inquietante dei bambini, è la dura lezione che abbiamo appreso grazie a film quali Il Villaggio dei Dannati. Sono ancora più inquietanti quando sono in relazione con le potenze infernali, e questa lezione ce l'ha insegnata il trittico Rosemary's Baby, L'Esorcista e The Omen. Non mancano esempi notevoli nel campo dei videogiochi, quali F.E.A.R. con la sua Alma Wade o le inquietanti Sorelline di Bioshock.

Le cose iniziano a cambiare e a farsi interessanti quando il bambino non è un altro da affrontare, ma il nostro avatar di gioco. Succede questo in Lucius, videogioco indie prodotto dalla finnica Shiver Games.

La trama è presa spudoratamente dal già citato The Omen. Lucius Wagner, nato il 6/6/66, è il figlio di Lucifero, e come tale a partire dal suo sesto compleanno deve portare un tributo di anime a suo padre. Dotato di poteri paranormali, Lucius deve trovare il modo di uccidere inosservato le persone che frequentano la casa dei suoi genitori, facendo passare le morti per incidenti o suicidi.

Il gameplay consiste nel risolvere una serie di puzzle, esplorando l'enorme villa alla ricerca degli oggetti giusti da adoperare. Vengono forniti pochi indizi su cosa si deve cercare e come si devono uccidere le vittime, e per la maggior parte il gioco consiste in una specie di caccia al tesoro alquanto frustrante. Esiste un solo modo corretto per uccidere la vittima designata, e a questo metodo ci si deve adeguare.

Si può fare un piccolo paragone con Hitman. Nella serie della IO Interactive si aveva una certa libertà di scelta su come portare a termine gli omicidi, mentre in Lucius si è costretti a seguire il metodo scelto per noi in anticipo dai creatori del gioco. Sebbene il gioco sia ambientato in una vasta dimora, con decine di stanze esplorabili e centinaia di oggetti utilizzabili, non viene lasciata alcuna libertà su come portare a termine gli omicidi. Mentre in teoria questo dovrebbe aiutare uno sviluppo narrativo lineare della trama, in pratica in Lucius quest'ultima resta vaga e poco interessante, portata avanti da cut-scene dalla sceneggiatura debole e da un doppiaggio scadente dei personaggi.

Tra un omicidio e l'altro il nostro aspirante satana deve trovare il tempo di fare i lavoretti domestici quali pulire la sua cameretta, portare fuori le immondizie o raccogliere i calzini e le mutande dei familiari per lavarli. Portando un indumento per volta e stando ben attento a separare i capi per colore. Da cui si inizia a comprendere perché Lucius voglia ammazzare tutti. Scopo dei lavoretti? Acquisire una serie di utili oggetti quali una bicicletta, una scatoletta musicale e (tipico regalo per il bambino ubbidiente) una tavoletta ouija. I regali permettono di avere qualche vago indizio su cosa fare per avanzare nella missione, ma si ha l'impressione che il premio non valga affatto lo sforzo fatto per ottenerlo.

Tra le poche note positive segnaliamo l'ambientazione del gioco, una lugubre villa degli anni '70 ottimamente ricreata e la colonna sonora, fatta di tonalità tetre che ben si accompagnano al tema di Lucius. Carine sono le morti dei personaggi, nelle quali non mancano ampi schizzi di sangue e budella, accompagnate da un tocco di umorismo macabro dovuto ai commenti di Lucius.

Abbiamo quindi un gioco dal gameplay contestabile, che non viene salvato a una trama inutile o da una grafica non molto ricercata. L'idea di combinare un simulatore di omicidio con un'avventura punta e clicca poteva sembrare interessante, ma purtroppo Lucius tradisce tutte le aspettative.

Valutazione tecnica

Piattaforma: Microsoft Windows

Publisher: Lace Mamba Global

Sviluppatore: Shiver Games

N. giocatori: 1

PEGI: 18