Il mondo, dopo una misteriosa catastrofe, è tornato a una sorta di arretratezza medioevale, allo stadio primitivo, una società basata sulla fame e sulla ricerca disperata di cibo.

Gli umani sono stati decimati dalla povertà e carestie e sono diventate prede dei vampiri che dominano su ciò che è rimasto della Terra.

Il quartier generale delle feroci creature della notte è un tetro castello, dove gli uomini vengono allevati come bestie per soddisfare il bisogno di cibo e per la riproduzione.

In questo scenario Lena dà luce il suo bambino (concepito con Kurt del quale dopo il precedente tentativo di fuga si sono perse le tracce) con l’assistenza di Martin, umano che si è venduto per servire i vampiri, e che ha conquistato la sua fiducia.

Nel frattempo crescono le schermaglie tra Gunther, gran maestro della notte e capo della congregazioni dei vampiri, e Sebastian, capo della guardia dei vampiri che non vede di buon occhio la leadership del vecchio vampiro. Ma un problema più grave assilla i succhiasangue: la possibile futura mancanza di cibo e di sangue umano. Per questo i vampiri si organizzano per una nuova battuta di caccia agli umani, ma un nemico creduto morto sta tornando per reclamare la sua vendetta…

Secondo volume, della trilogia, Il regno dei morti scritta da Stefano Marsiglia e disegnata da Mauro Belfiore per la casa editrice indipendente Villain Comics. In questo episodio si dà maggiore respiro alla vicenda, con alcune dinamiche tra i personaggi come l’interesse di Martin per Lena e l’attaccamento della ragazza a lui come unico sicurezza tra le spaventose creature, e il crescente dissidio di Sebastian verso Gunther.

La mancanza del contesto moderno (ci troviamo in un mondo post apocalittico dopo una misteriosa catastrofe) aumenta il tasso fiabesco (a tinte dark) della vicenda con i vampiri protagonisti (e predatori) assoluti dell’episodio, con un interessante ribaltamento sul finale.

Buono lo storytelling di Marsiglia, qui in “a solo” dopo la prova in tandem nel numero precedente con Michele Monteleone, nonostante la brevità che le 24 pagine del formato impongono, efficaci le battute tra i personaggi.  

Si confermano le abilità illustrative di Belfiore (dopo l’esordio sul primo volume) che con i suoi chiaroscuri densi e lo stile dettagliato acquista più disinvoltura nella gestione della regia e del segno.

Un buon secondo volume che si legge velocemente e che prepara il gran finale del prossimo numero, dove, si spera, saranno svelati i numerosi interrogativi sulla storia, disseminati fino a questo momento.