Una presenza incorporea, che si manifesta nelle ore notturne, spesso identificabile come la copia sbiadita di una persona defunta. Così, intuitivamente, potremmo definire un fantasma. Figura di tradizione antica e nobile, non soltanto per quanto riguarda il genere horror.

Persino Shakespeare infatti assegna al fantasma del padre di Amleto un ruolo determinante nella trama di uno dei suoi capolavori. Proprio il fantasma, infatti, scatena con la sua prima apparizione lo spirito di vendetta in Amleto e fa in modo che tale spirito non si plachi, con un secondo intervento.

In tempi più moderni però, la saga cinematografica di Ghostbusters ha ridefinito i contorni delle storie di fantasmi in termini meno drammatici e oscuri. L’acquisizione dei diritti per la riproduzione di Spectral (a partire dal testo di Ian Fried) da parte di Legendary Pictures può essere letta, da questo punto di vista, come un tentativo di ritorno alle origini.

Manhattan è invasa dai fantasmi, la città è in preda al panico. Il compito di risolvere una situazione così complicata è affidato a una squadra speciale, che dovrà debellare la minaccia. Come possiamo notare, la trama ricorda molto Ghostbusters, ma con un taglio diverso e una diversa tensione per lo spettatore.

La minaccia rappresentata è fin dal principio reale, seria, drammatica. Poco spazio per le digressioni, un horror duro e puro in cui non mancheranno scene cariche di pathos, capaci di condurre per mano lo spettatore fino a un imprevedibile finale.