In Drag Me To Hell, Justin Long interpreta Clay Dalton, un  professore le cui convinzioni scientifiche vengono messe a dura prova quando la sua ragazza, Christine Brown (Alison Lohman), viene colpita da una terribile maledizione che trasforma la sua vita in un incubo. Long, protagonista di film molto popolari come Die Hard – Vivere o morire, Ti

odio, ti lascio, ti…, Palle al balzo - Dodgeball e La verità è che non gli piaci abbastanza, non è comunque nuovo ai film horror, avendo dato inizio alla sua carriera nel 2001 con il film di Victor Salva Jeepers Creepers – Il canto del diavolo.

Come sei entrato a far parte del cast di Drag Me To Hell?

In realtà con una semplice telefonata. Essendo un vero cultore di Sam Raimi, ero sorpreso di non  aver sentito parlare del film prima di quella telefonata. E’ successo prima che cominciassero a circolare voci o indiscrezioni sul fatto che stesse preparando un film horror. Ero in vacanza quando mi è arrivata una telefonata dei miei agenti: “Sam Raimi vuole incontrarti”. Ho risposto “Parto subito. Prendo il primo aereo in partenza da qui”. Anche prima di leggere la sceneggiatura, gli ho detto che avrei fatto qualsiasi cosa per essere in uno dei suoi film. Lo pensavo davvero e lo penso ancora. Fortunatamente c’era davvero una parte per me. Mi sentivo molto onorato del fatto che volesse lavorare con me, visto che secondo me lui avrebbe potuto ottenere chiunque.

Sei davvero un fan di Sam Raimi?

Un fan sfegatato. La casa mi è piaciuto da pazzi. Sono cresciuto guardando quei film: Darkman, Soldi sporchi, The Gift; lui è l’autore di alcuni dei miei film preferiti ed è sempre stato eccezionale con gli attori. Mi sentivo onorato e molto eccitato. Non c’era da pensarci. Ed era un horror. Un genere che adoro.

Avevi già qualche esperienza in film horror, vero?

Sì, ho lavorato in Jeepers Creepers. Ma è stato un sacco di tempo fa. Da allora ho sempre desiderato farne uno, e non è che non ci abbia provato. Ho fatto provini per tutti. Ma poi ho cominciato a lavorare in altri tipi di film, e gli horror che hanno cominciato a circolare dopo erano tutti del genere macabro e truculento e non mi interessavano. Sono sempre divertenti da guardare, ma di certo quelli di Sam sono molto più creativi e ricchi di stile.

Come è stato lavorare con Sam?

Il modo in cui tratta le persone e il rispetto che ha per il lavoro è qualcosa che non avevo mai visto prima. Mi ha colpito l’amore con il quale fa le cose, in un modo divertente, convinto e quasi infantile. Ha un entusiasmo infantile, come quello di un bambino che gioca nel recinto della sabbia.

Ed è contagioso. Tutti si sono sentiti sempre coinvolti e nessuno si è mai lamentato, qualsiasi ora fosse. Non si tratta solo del fatto che ami i film di Sam, e che poi cominci a volergli bene, come persona e per la sua energia. Ovviamente, non c’è modo di insegnare questa cosa. O ce l’hai o non

ce l’hai. Ma vederlo è stato entusiasmante, considerato quanto ha già fatto e la sua posizione nell’industria. E’ ancora umile e ha una vera passione per la collaborazione. Non è mai "si fa a modo mio e basta".

Tuo padre è un insegnante, per il tuo personaggio ti sei ispirato a lui?

Mio padre è un professore di filosofia, il tipico accademico: porta la barba, è impassibile, fuma la pipa, insomma è esattamente come lo immagineresti. Ha anche tutte quelle stranezze che ho sempre pensato essere proprie degli intellettuali eruditi che per vivere e mangiare devono pensare. Volevo essere sicuro che questo trasparisse dal personaggio. Ho anche frequentato corsi di psicologia e ho intervistato un professore di psicologia, solo per avere un po’ di comprensione in merito, anche se poi nel montaggio finale sono state tolte.

Non sembri infastidito all'idea di avere un ruolo di secondo piano...

Normalmente lo sarei, ma in questo caso mi sentivo talmente coinvolto dal film che la cosa aveva perfettamente senso. Ovviamente, essendo un attore, e per questo narcisista, ero interessato a vedere il mio lavoro sullo schermo, vista la fatica fatta!

Come è stato lavorare con Alison Lohman?

E’ stata l’esperienza più divertente e semplice del mondo. Dall’epoca de Il genio della truffa ho sempre pensato che fosse una delle migliori giovani attrici che avessi mai visto. Mi piaceva guardarla e ho cercato di non perdermi nessuno dei suoi film. In effetti avevo già cercato di fare un film con lei, circa un anno prima che cominciassimo le riprese di Drag Me To Hell. Perciò ero felice di poter lavorare con lei.

Eri invidioso del fatto che tutta la parte divertente fosse per Alison?

Altroché!… Gironzolavo attorno al set mentre lei faceva di tutto. Veniva spinta al limite. Sai, Sam l’ha fatta lavorare davvero duramente, ma lei ha  superato la prova. Non ho mai visto un’attrice lavorare tanto. Io intanto gironzolavo sul set ed ero segretamente invidioso di non poterfar parte di tutto quel macello.

Stanno uscendo molti tuoi film al cinema...

Il fatto è che mi piace lavorare. Divento ansioso quando non lavoro. Mi piace recitare ed è quello che preferisco fare. Ma c’è di più. Mia

madre è stata un’attrice, una grande attrice, e crescendo ho visto il lato peggiore della cosa. Ho visto il business, a cosa può portare, e quanto riesca a essere incostante ed effimero. E quindi c’è una parte di me che desidera prendersi tutto quello che può. Nella mia carriera ci sono stati quei

momenti in cui ogni film apre nuove opportunità. DodgeballDie HardLa verità è che non gli piaci abbastanza mi ha offerto opportunità straordinarie che non mi ero mai immaginato di poter avere. E perciò voglio approfittarne. Hai sempre questa sensazione di non voler scendere

dal treno e di voler correre sempre più velocemente. Ma potrebbe essere anche pericoloso.

Credi alle maledizioni?

Credo in un sacco di cose strane. Credo ai fantasmi. Credo ad alcuni miti. Ma non credo sul serio alle maledizioni. Non dovrei dirlo, perché allora rischio di essere colpito da una maledizione per averlo detto!

Che speranze hai per questo film?

Non vedo l’ora di vederlo di nuovo. Sembrerà una cosa molto arrogante perché sono nel film, ma sono davvero emozionato all’idea che la gente lo veda e che veda il lavoro di Alison anche. Da fan, sono emozionato per gli altri ammiratori di Sam Raimi e dei film di genere.