Gli Slayer sono una band che non ha certo bisogno di presentazioni. In attività da 25 anni, la loro storia parla chiaro. Sono tra i padri putativi del Trash Metal, e hanno visto crescere il proprio pubblico album dopo album e concerto dopo concerto, fino a godere di una stima riconosciuta in tutto il mondo.

Il nuovo album Christ Illusion esce a 5 anni dal precedente God Hate Us All. Le aspettative erano molte: la notizia che più animava le attese dei fan era l'acclamato ritorno dietro le pelli di Dave Lombardo, storico membro della band nella prima parte della loro memorabile carriera, nonché batterista apprezzato anche dai non appassionati del genere.

Ma l'album fa chiacchierare anche per la cover art di Larry Carroll che si guadagna subito una nota di demerito. Sulla copertina campeggia una visione apocalittica non troppo chiara, con un Cristo malconcio e mutilato in un mare di teste e sangue.

Vien da chiedersi se gente con un nome così importante ha bisogno di affidarsi a una provocazione tanto gratuita. Il soggetto risulta un po' patetico, anche se cerca di mettere in chiaro le cose: gli Slayer sono quelli di un tempo, e non concedono compromessi.

Fortunatamente c'è anche la musica a dimostrarlo.

L'album parte con Flesh Storm, un brano da cardiopalma che lascia subito l'ascoltatore attonito di fronte a cotanta violenza e precisione sonora. Un pezzo che di sicuro sarà valorizzato in sede live, con la sua potenza e velocità sostenute. Flesh Storm ha tutte le potenzialità per diventare un classico idolatrato dai fan, grazie anche al groove disumano.

Il resto viaggia su binari decisamente buoni con Catalyst, il mondo oscuro di Flesh of the Insane, il rifferama tagliente e preciso di Skeleton Christ. Il secondo capolavoro della tracklist è intitolato Cult, un felice connubbio di ira e crudeltà che porta l'ascoltatore indietro di vent'anni, a quei capolavori mai superati come South of Heaven e Reign In Blood: paragoni scomodi, certo, ma a tratti la band rispolvera soluzioni armoniche che non si sentivano da anni.

In un certo senso, tolte le tendenze modaiole degli ultimi prodotti, si potrebbe affermare che gli Slayer sono tornati a fare gli Slayer. E questo grazie anche a quel Lombardo che tanto mancava alla band con il suo inconfondibile stile (con tutto il rispetto e la stima per i sostituti), a un Araya che su album risulta impeccabile e alla coppia Hanneman/King, per i quali sembra che il tempo non sia mai passato.

Si potrebbe parlare di un grandissimo ritorno se non fosse che l' album "sazia" già dopo qualche ascolto. Paragonare l'album a capolavori che tanta gloria hanno portato al nome Slayer potrebbe costituire un'arma a doppio taglio. Tuttavia non siamo obbligati a prendere come metro di paragone i classici della band; basta ascoltare altre band del genere che ci sono in giro e constatare come gli Slayer, col loro sporco lavoro, facciano mangiare la polvere a un bel po' di concorrenti.

Se ci fermiamo ad ascoltarlo con il cuore, questo Christ Illusion piace, convince ed esalta. Se invece pensiamo al passato della band e alle sue recenti esibizioni live (come quella italiana dello scorso anno al Gods of Metal), è arduo rimuovere quella sensazione di ascoltare un gruppo di musicisti che ormai suona per mestiere da anni, forse senza la passione di un tempo.

Proprio per essere smentiti sarà interessante tastare lo stato di salute del gruppo all'imminente data milanese dell'Unholy Alliance 2006 il 22 ottobre al Mazda Palace. Un festival che vedrà gli Slayer come headliner: la band verificherà l'impatto dei nuovi brani su un pubblico che di sicuro sarà numeroso. Come sempre.

Tracklist

Flesh Storm

Catalyst

Eyes Of The Insane

Jihad

Skeleton Christ

Consfearacy

Black Serenade

Catatonic

Cult

Supremist