Scritto da Rafael Yglesias, diretto da Walter Salles (I diari della motocicletta, Central do Brasil), interpretato dal premio Oscar Jennifer Connelly (A beautiful mind) e basato sia sul film originale di Hideo Nakata, Honogurai mizu no soko kara, sia sul romanzo omonimo di Koji Suzuki, Dark Water si incentra su quello che può essere considerato il punto fermo di tutti i film horror di matrice giapponese: la presenza di un bambino o di un adolescente che può essere o non essere uno spettro.

Non appena Dahlia e Ceci si trasferiscono nel loro nuovo appartamento, una minuscola macchia di umidità sul soffitto comincia ad allargarsi a velocità allarmante. Sebbene l’appartamento al piano di sopra sia vuoto perché lasciato da poco dai precedenti inquilini, si sentono i passi di qualcuno che corre e l’acqua lasciata aperta.

Mentre il chiasso continua e la macchia cresce fino ad assumere la forma di una mano minacciosa, Dahlia diventa nervosissima, quasi isterica e molto bagnata, fino al punto che le ripetute accuse di schizofrenia del suo ex marito appaiono quasi come una diagnosi: a questo punto non si riesce più a capire se ci si trovi di fronte a un film horror o a uno sugli effetti della paranoia, similarmente a Rosemary’s baby.

Il film è già uscito negli Stati Uniti e, naturalmente, sia la critica specializzata che quella di stampo più tradizionale hanno già avuto modo di esprimersi fondamentalmente dividendosi in due schieramenti. Anche il “pomodorometro” di Rotten

Tomatoes, che fornisce una divertente indicazione sull’indice di gradimento, oscilla ecumenicamente intorno a un 50 per cento tra i detrattori e coloro che vedono in Dark water qualcosa in più rispetto al consueto film horror estivo senza eccessive pretese: unica osservazione comune a tutti, forse un po’ malevola, è che la lunghezza del film è eccessiva. Il pubblico ha premiato la pellicola facendole incassare 4 milioni di dollari nella giornata di uscita (venerdì) e più di dieci milioni nel fine settimana, alle spalle degli eventi cinematografici I fantastici quattro e La guerra dei mondi.

Come nostra abitudine, riportiamo una carrellata di pareri espressi da alcuni tra i più autorevoli critici statunitensi del settore, in attesa di confermare o smentire i loro giudizi all'uscita italiana del film il prosimo 25 agosto.

James Belardinelli, Reelviews

Dark water offre molti momenti di paura, ma pochi di vero orrore e sembra perdersi ben presto nel calligrafismo;

Jami Bernard, New York Daily News

Spaventoso in modo seducente;

Colin Covert, Minneapolis Star Tribune

Dark water è una lezione sul come trasformare un horror giapponese pieno di atmosfere in un noioso e pedante B-movie;

Kevin Crust, Los Angeles Time

Un film snervante, sottilmente angoscioso e pieno di risonanze emotive;

Manhola Dargis, New York Times

Un noioso e a tratti risibile remake di un film horror giapponese ancora più noioso e risibile;

Robert Denerstein, Denver Rocky Moutain News

Acutamente focalizzato e acutamente claustrofobico, Dark water offre credibilità grazie al suo equilibrio tra i piccoli guai della vita quotidiana ed eventi più oscuri e malvagi;

Robert Ebert, Chicago Sun-Times

Dark water raggiunge alcuni, ma non tutti, gli obiettivi che sarebbe stato lecito aspettarsi;

Owen Gleiberman, Entertainment Weekly

Salles mette in scena la tragica disperazione della vita di una donna in modo così vivido da rappresentare, in effetti, il primo film horror sul crollo della borghesia;

Michael Hardy, Houston Chronicle

Salles è troppo lontano dal concetto di fantastico per offrire tutti i brividi e sobbalzi che la sua cinepresa vorrebbe offrire;

Ann Hornaday, Washington Post

Un raffinato ma irrimediabile fiasco che dimostra come un'attrice vincitrice di un Oscar sia ancora costretta a prestarsi per film da quattro soldi che pensava fossero stati banditi per sempre dalla sua carriera;

Lisa Kennedy, Denver Post

Il mistero più grande del film risulta essere: "Perché con tanto talento profuso, Dark water non riesce mai a sublimarsi?";

Liam Lacey, Globe and Mail

[Salles] è riuscito a creare un film che addirittura perderebbe nel confronto con un thriller della Disney;

Mike LaSalle, San Francisco Chronicle

Non è così tremendo, orribile o imbarazzante, semplicemente il pubblico non torna a casa con la convinzione di aver visto qualcosa di particolarmente speciale;

Terry Lawson, Detroit Free Press

In un momento cinematografico in cui icone come Robert DeNiro e Jane Fonda interpretano porcherie e dichiarano di divertirsi, la Connelly dimostra, invece, che un attore di talento può rispettare sia i film piattamente commerciali che la sua professionalità;

Tom Long, Detroit News

Dark water è un pasticcio tremendamente leeento, assurdamente presuntuoso e semplicemente imbarazzante per tutte le persone di talento che vi sono coinvolte;

Bob Longino, Atlanta Journal-Constitution

Forse The Ring era più spaventoso, ma la protagonista femminile di Dark Water offre la migliore interpretazione di una donna sull'orlo di una crisi di nervi;

Lou Lumenick, New York Post

"Dark water non colerà a picco come un sasso, ma nonostante un regista blasonato come Salles e un cast capeggiato da Jennifer Connelly, non si può certo dire che galleggi al di sopra della mediocrità;

Todd McCharty, Variety

[Dark water] gocciola umidità e claustrofobia, ma alla fine si rivela per quel che è: un altro film che sa di muffa, una storia con il solito bambino/spettro di scarsissima risonanza;

Mesley Morris, Boston Globe

Dagli spruzzi iniziali fino allo stupido finale, il film è soltanto noioso;

Bill Muller, Arizona Republic

Qualcuno potrà considerarlo troppo lezioso, ma è confortante vedere un film che tiri fuori il fantasma dall’armadio fin dalla prima mezz’ora;

Bruce Newman, San Jose Mercury News

“La Connelly e la Gade con i suoi occhioni spalancati sono così bene assortite come madre e figlia che le loro interpretazioni, così come il lavoro di supporto di Reilly, Roth e Postlethwaite, salvano il film e la giornata;

Michael O’Sullivan, Washington Post

Nel film c’è sempre qualcosa che non quadra e non viene fuori, cioè se tutto è nella testa di Dahlia, nel mondo degli spiriti o nelle tubature in cattivo stato;

Geoff Pevere, Toronto Star

Partendo da una premessa che non è solo sottile, ma addirittura trasparente, Salles lotta coraggiosamente per trarne tutta le tensione possibile;

Claudia Puig, USA Today

Dark water è più corposo e interessante di molti altri film horror, ma gli elementi della storia deludono perché troppo familiari;

Michael Rechtshaffen, Hollywood Reporter

Mantenendo quasi intatto il suo sorprendente senso visivo Salles riesce a creare angoscia in maniera eloquente, ma il film in definitiva fallisce proprio nel non riuscire a trasformare i suoi pochi brividi in un salutare scossone finale;

Carrie Rickey, Philadelphia Inquirer

Pur non raggiungendo la risonanza psicologica di Rosemary’s baby e di Il sesto senso, eguaglia benissimo il loro scarso potenziale orrorifico;

Gene Seymour, Newsday

Se si volesse stilare una classifica di film che mantengono la suggestione per troppo poco tempo, Dark water ne rappresenterebbe il prototipo;

Peter Travers, Rolling Stone

Un classico film di spettri che vale giusto il prezzo del biglietto in un’estate di palloni gonfiati;

Stephen Witty, Newark Star-Ledger

E’ belle vedere che Salles abbia finalmente l’occasione di dirigere a Hollywood ed è piacevole finalmente vedere un film dell’orrore che coinvolge degli adulti e un’attrice brava quanto vulnerabile;

Michael Wilmington, Chicago Tribune

Walter Salles dà a un semplice film horror un piano di sviluppo psicodrammatico che lo innalza notevolmente dalla media;

Philip Wuntch, Dallas Morning News

Dark water lascerà alcuni spettatori a grattarsi la testa, altri a occhi spalancati per la sorpresa. Personalmente appartengo alla seconda categoria;

Stephanie Zacharek, Salon.com

Come molti altri recenti film che pretendono di esplorare la “presunta innocenza dell’infanzia” – e a chi non è venuto in mente il noioso e spiacevole Hide and Seek – Dark water si limita a gettarsi nella mischia.

In conclusione, riportiamo le recensioni diametralmente opposte di due magazine horror tra i più quotati:

Michael Ginggold, Fangoria.com

“Centrando l’attenzione più sui problemi mentali della protagonista che sull’orrore in sé, Salles riesce a dare continuità e credibilità alla storia, ma chi cerca brividi e sensazioni come quelli di The ring o The grudge potrebbe rimanere deluso. Il film funziona comunque perfettamente su un piano più intimo e sottile”

Staci Layne Wilson, Horror.com

“Come film drammatico Dark water funziona piuttosto bene, le interpretazioni sono superiori alla media, il copione è migliore dell’originale, ma come film horror non ha il giusto senso di tensione necessaria a far sì che il pubblico si identifichi nei personaggi. Lo stesso spettro non è altro che l’ennesima variazione su temi già troppo visti negli horror di matrice giapponese.

Il finale non giunge certo inatteso, ma almeno è aperto all’interpretazione, il che è comunque più di quanto film consimili non riservino. Aspettate comunque il dvd”.