L'ideale

Una bellezza raffinata, sinuosa, felina. Una bellezza prorompente, fatta di curve decisamente generose e proporzioni perfette. Questa è Jennifer Connelly: eterea e al tempo stesso molto... molto... molto carnale.

Ci sono attrici (anzi: attricette) che alla macchina da presa posso offrire solo il loro corpo.

Sacrificio gradito ai più, questo, ma che solitamente lascia ben poche tracce.

Le vere stelle, nel nostro caso oscure, sono quelle che alla bellezza uniscono la bravura, il talento, e un fascino sempre un po' retrò - o meglio: senza tempo - capace di far sognare.

Alle prime ben s'adeguano vestiti di cattivo gusto, sandalini con strass, occhiali e chincaglieria alla Anastacia, e cinque o sei etti di trucco.

Le seconde, le nostre Muse, possiamo immaginarle in abiti settecenteschi, cantanti di un night anni '20, in abito da sera come anche in tuta da ginnastica, con o senza trucco, etc, ma comunque capaci di mozzare il fiato in gola.

Loro è il vero fascino.

E Jennifer Connelly appartiene a questa straordinaria specie.

Oscar per A Beautiful Mind
Oscar per A Beautiful Mind

La realtà

Jennifer Connelly nasce tra i monti Catskill, New York, USA, il 12 dicembre del 1970. Un simile luogo di nascita la rende una predestinata? Certo la Connelly non fa pensare alla descrizione che H.P. Lovecraft offre degli abitanti dei monti Catskill ne Oltre il muro del sonno: "obbrobriosi discendenti delle prime generazioni coloniali, che, per essere rimasti isolati per circa tre secoli nelle loro campagne solitarie, erano regrediti a uno stadio di barbarie e degeneratezza". Però il fantastico, e l'horror, torneranno a più riprese nella carriera di questa splendida attrice.

La sua carriera comincia nel 1980, quando un lungimirante amico di famiglia consiglia ai genitori di farla partecipare a qualche selezione per modelle. Detto fatto. Nemmeno il tempo di presentarsi negli studi che la decenne Jennifer viene fotografata per numerose riviste di moda infantile e gira i primi spot pubblicitari. La gavetta dura ben poco: nel 1984 Sergio Leone la vuole nel suo C'era una volta in America e, l'anno dopo, un altro maestro italiano la sceglie come protagonista. E' Dario Argento, che gira con lei Phenomena. L'anno ancora successivo, l'86, arriva Labyrinth di Jim Henson, in cui interpreta Sarah, l'umana capace di far perdere la testa al re degli Goblin, un David Bowie indimenticabile nelle sue performance in calzamaglia. Chiunque abbia un'età media di trent'anni, grazie a quel film, si innamora di Jennifer Connelly. Nel 1988 arriva un altro horror soprannaturale: Étoile di Peter Del Monte, dove la dolce Jennifer danza in tutù e scarpette (un vero spettacolo!); se siete dei veri Connelly-fan non potete non averlo ancora visto.

Piccola pausa di riflessione, ed eccola tornare alla ribalta con Il Posto Caldo di Dennis Hopper (1991) e l'ameno The Rocketeer di Joe Johnston (1991). Nel 1994 torrida interpretazione di D'amore e ombra (Of Love and Shadows) al fianco del bel Antonio Banderas. Ancor più torrida è l'apparizione che fa nel thriller Scomodi omicidi (Mulholland Falls, 1996) di Lee Tamahori: chi non l'avesse visto corra in videoteca, mentre per chi l'ha visto non serve dire altro che: "filmino".

Altre pellicole di minore importanza, quindi la dark lady si conferma tale con, per l'appunto, Dark City di Alex Proyas, capolavoro a cavallo tra l'horror espressionista e la fantascienza, maltrattato e vituperato per ragioni capziose, in realtà superiore a tutti e tre i film di Matrix messi insieme.

Segnaliamo la partecipazione della Connelly al film biografico Pollock di e con Ed Harris, che anticipa di un anno A Beautiful Mind di Ron Howard, che le vale l'Oscar. Poi ancora Hulk di Ang Lee e il socio-impegnato-impegnativo La casa di sabbia e nebbia di Vadim Perelman.

Ormai imminente è il suo graditissimo ritorno all'horror, con Dark Water di Walter Salles, film tratto da un racconto di Kôji Suzuki (il celebre autore di The Ring).

Insomma... un carriera all'insegna del dark...