Quando si parla di letteratura fantastica in Italia è impossibile non parlare di Gianfranco de Turris. De Turris, assieme a Sebastiano Fusco, ha curato negli anni ‘70 le collane della Fanucci dedicate al fantastico e alla fantascienza. Una curatela che ai 2 ha causato anche qualche problema con la critica progressista per via della loro interpretazione “neosimbolica”, per la loro “visione” di destra e per i frequenti riferimenti, nelle introduzioni dei volumi, al filosofo tradizionalista Julius Evola (De Turris è anche presidente della fondazione Evola e si occupa della ristampa dei suoi volumi per le Edizioni Mediterranee). Ma soprattutto il critico romano è colui che, per primo, ha presentato in maniera approfondita e non superficiale la figura di H.P. Lovecraft in Italia attraverso diversi articoli e saggi.

Anche qui non sono mancate le polemiche per l’interpretazione troppo “ideologica” del grande scrittore americano. Anche se, in questo senso, le forzature sono innegabili (come sottolineato anche dal compianto Giuseppe Lippi) non si può negare la grande competenza di De Turris e l’importanza della sua opera di divulgazione del Solitario di Providence. Ma c’è anche un lato probabilmente meno noto della sua personalità ovvero quello di scrittore. Ora l’editore Bietti rende disponibile un suo volume di racconti intitolato significativamente Qualcosa d’altro. Racconti 1986-2000.

Dalla lettura di questi racconti traspare una cifra stilistica e di contenuto affatto banale che fa intravedere la statura di uno scrittore vero. Si tratta spesso di storie brevi ma che riescono a lasciare il segno. Indubbiamente emerge la sua visione del mondo: De Turris non ha mai negato di non trovarsi a suo agio a vivere nella realtà moderna ma questo aspetto, al di là delle possibili connotazioni ideologiche, è qualcosa che molte persone sentono sulla propria pelle e spesso non ne capiscono il motivo.

Fra le storie presenti in questa silloge mi ha colpito in particolare L’appuntamento mancato dove l’autore descrive un’esperienza personale intensa e metafisica. La storia è vera ed è ambientata a Parigi dove De Turris era in vacanza con la famiglia. Ci sono degli aneddoti gustosi come quando viene rievocato l’incontro con Daniel di una nota rivista di fantascienza (trattasi di Daniel Riche, direttore di Fiction) e di come De Turris fosse alla ricerca di una Parigi nascosta, lontana da quella delle cartoline e delle visite guidate, una Parigi “idealizzata” che forse esisteva solo nella sua mente. Ma l’esperienza soprannaturale avviene quando, in metropolitana, vede “una figura alta e magra, dinoccolata quasi, il viso stretto, il naso pronunciato, il mento caratterizzato da un evidente prognatismo”. Ebbene quella figura era H.P. Lovecraft che invano ha cercato di raggiungere. Alla fine si rimane con la netta sensazione che quel giorno in metropolitana a Parigi De Turris abbia realmente incontrato Lovecraft e sono sicuro della veridicità di quanto narrato.

Fra gli altri racconti segnalo Spettacolo di marionette dove un giornalista fa perdere le sue tracce all’interno di un negozio di antiquariato sprofondando in un’altra dimensione della realtà (non mancano gustose citazioni di Meyrink e Lovecraft); Il segno in cui il protagonista scoprirà l’impronta di un piede palmato su un fondale marino (non può non venire in mente La maschera di Innsmouth di HPL).

Ma l’autore sa usare anche il registro pulp come in Ferragosto in cui troviamo un

signore che si trova solo in città nel mese di agosto in quanto la moglie è partita per le ferie. All’inizio è preda della giustificata euforia di trovarsi finalmente libero. Si circonda quindi di scatolette di carne che finiranno per diventare la sua rovina trasformandosi in un mostruoso blob gelatinoso. Una metafora efficace per descrivere l’incubo dell’orrore della realtà moderna come succede anche in Autobus, un racconto horror degno di Richard Matheson così come in Manoscritto trovato in un cimitero d’automobili. Il vecchio che camminava lungo il mare ha invece risvolti metafisici e ricorda L’Aleph del grande Jorges Luis Borges. In La Torre dell’eclissi l’ambientazione diventa fantascientifica e apocalittica, quasi “ballardiana” anche se non mancano riferimenti politici che criticano l’attuale società.

Nel complesso Qualcosa d’altro. Racconti 1986-2000 è un libro prezioso che consiglio caldamente a tutti gli appassionati di letteratura fantastica e, in particolare, a chi ha seguito l’evoluzione di questo genere in Italia.