Nuova edizione italiana per Il dizionario del Diavolo di Ambrose Bierce, in una versione curata da Giancarlo Buzzi che ne seleziona e traduce un’ampia scelta per Baldini Castoldi Dalai Editore.

Pubblicato per la prima volta nel 1906 con il titolo The Cynic’s Word Book, ovvero “Il vocabolario del cinico”, il volume rappresenta un’ironica, feroce e irresistibile raccolta di “voci” esplicative, nella caustica rilettura della realtà dello scrittore e giornalista americano.

Cinico: una canaglia, di vista difettosa, che vede le cose come sono e non come dovrebbero essere”. Questa in particolare, tra le definizioni che si trovano in The Devil’s Dictionary, potrebbe riassumere lo spirito del libro nelle intenzioni dell’autore: una rassegna di aforismi e paradossi destinati a mettere a nudo i vizi e le ipocrisie della società sua contemporanea, per demolirne le convenzioni con il tono irriverente e satirico che contraddistinse il successo dell’attività giornalistica di Bierce.

Nessuno bersaglio sfugge al disincantato cinismo del dizionario, dalla vita sociale alla religione. Troviamo così la voce “Felicità: Gradevole sensazione procurata dalla contemplazione della sventura altrui”. Oppure “Scribacchino: scrittore professionista le cui vedute divergono dalla nostra”. O ancora “Cannone: strumento usato per la rettifica dei confini nazionali”, e via sfogliando senza risparmiare nemmeno i canonici Dieci Comandamenti. “Non pronunziare il nome di Dio invano: scegli il momento in cui serva”.

Nonostante sia diverse volte apparso in Italia, a partire dall’edizione milanese Elmo nel 1955 sino a quelle di Longanesi, TEA e SugarCo, Il dizionario del Diavolo è sempre stato proposto in versioni parziali, con una selezione dei contenuti che, pur mantenendo voci oggi forse “politicamente scorrette”, ne ha generalmente escluso altre probabilmente troppo legate al proprio tempo, o magari semplicemente “inopportune”. Per esempio sembra non trovarsi in italiano la definizione di Worm’s Meat, il cui incipit si potrebbe rendere con “Carne per i Vermi: il prodotto finito di cui rappresentiamo la materia prima”.

Nato nell’Ohio nel 1842, Ambrose Gwinnett Bierce divenne giornalista dopo aver servito, giovanissimo, l’esercito dell’Unione nel corso della guerra civile americana. Esperienza traumatica che riverserà negli straordinari racconti di guerra della sua prima raccolta Tales of Soldiers and Civilians, del 1892, sospesi tra l’orrore di un estremo realismo, una cupa ironia verso l’assurdità del comportamento umano, e una vena decisamente fantastica che farà di Bierce uno dei più grandi autori dell’horror moderno, punto di riferimento per la letteratura di genere nel Novecento a partire da H.P. Lovecraft.

La data di morte dello scrittore resta incertamente fissata al 1914, quando scomparve senza lasciare traccia mentre seguiva nel Messico le truppe rivoluzionare di Pancho Villa. Curioso e degno destino per un maestro dell’orrore e del macabro, trasformato a sua volta in personaggio in opere che, più o meno fantasiosamente, hanno inteso ricostruire le circostanze della sua misteriosa scomparsa: fucilato al seguito di Villa secondo il film Old Gringo, interpretato nel 1989 da Gregory Peck, oppure intento ad affrontare un’orda di vampiri in Dal tramonto all'alba 3: la figlia del boia del 2000, prequel in chiave western del famoso ciclo cinematografico.

Noti al pubblico degli appassionati in molteplici traduzioni ormai esaurite o scarsamente reperibili, gli oltre novanta racconti neri e fantastici di Ambrose Bierce torneranno presto disponibili in libreria in due volumi annunciati per la collana Collezione Immaginario di Fanucci, il primo dei quali, Tutti i racconti. Vol. I, previsto per il 2005 e dedicato alle storie dell’orrore.

Il dizionario del Diavolo

Ambrose Bierce

I Classici per Tutti, Baldini Castoldi Dalai editore, 2005

Brossura, pagg. 184, Euro 8,00

ISBN 8884907071