Coraline è una ragazzina di undici anni costretta a lasciare casa e amici per trasferirsi con i propri genitori negli sperduti appartamenti Pink Palace. Trascurata da genitori troppo oberati di lavoro per prestarle attenzione, nell'esplorare la sua nuova casa Coraline si avventura oltre una misteriosa porta magica che affaccia su un mondo parallelo identico in tutto e per tutto al proprio, compresi due doppioni della madre e del padre, fatta eccezione che in quel mondo alternativo ogni cosa sembra essere migliore. La sua Altra Madre, nonostante gli occhi al posto dei bottoni, è amorevole e la copre di ogni delizia, così come tutti gli altri abitanti del piccolo residence. Dolci, giochi, musica e cibo delizioso in quantità sono a sua disposizione 24 ore su 24 in quello che si rivela come il suo paese dei balocchi privato. Ben presto Coraline arriverà a preferire il mondo alternativo a quello vero, ma le attenzioni eccessive dell'Altra Madre diventano ben presto sospettosamente soffocanti, e Coraline si rende conto di essere in grave pericolo. Aiutata solo dall'irritante amico Wybie e dall'indipendente Gatto, Coraline dovrà dare fondo a tutto il suo coraggio per salvare se stessa e i suoi veri genitori dalle grinfie dell'Altra Madre.

Accompagnata da un sottotitolo (forse necessario) per coloro che non hanno letto il grandioso best-seller di Neil Gaiman, Coraline arriva sugli schermi completa di 3-D e stop motion animata dall'Henry Selick di The Nightmare Before Christmas, con l'entusiastica benedizione del pluripremiato scrittore inglese. Coraline, in effetti, è un esemplare pezzo di animazione che segue molto da vicino i binari tracciati dal romanzo, fatta eccezione per alcuni piccoli particolari oltre alla doverosa introduzione al fianco della piccola Coraline del giovane, logorroico nerd Wybie, a cui viene affibbiato il ruolo del classico aiutante dell'eroe e che serve ad alleviare la solitudine cartacea di Coraline, poco adatta a reggere il passaggio su grande schermo. La storia di Coraline è una delle più classiche e abusate nella storia delle fiabe e se cercate dei guizzi di originalità narrativa in questo senso, allora non ne troverete. Così come quello di Gaiman, il lavoro di Selick è tutto imperniato sullo stile registico e sulle meravigliose scenografie, così simili ad artefatte case per le bambole (il Pink Palace, forse non a caso, ricorda la attraente ma insidiosa casa di marzapane di Hansel e Gretel).

E su ambientazione, atmosfera e scenografia, Selick non sbaglia un colpo, né per fortuna ha preso la facile strada di ammorbidire la disturbata atmosfera di cui era permeato il romanzo di Gaiman, almeno se soprassediamo sulla decisione di alzare l'età della bambina a 11 anni (nel romanzo lìetà non era specificata, ma era facilmente stimabile intorno a un'età più infantile, verso gli 8 anni): Coraline è una fiaba vecchio stile, cattiva e inquietante, che affonda gli artigli nelle paure che tutti noi ci trasciniamo fin nell'età adulta. Un film per bambini che proprio loro non dovrebbero mai vedere, Coraline rappresenterà per loro l'attraversamento della porta magica fino a un innocuo universo di orrori, ancora più spaventoso perché il passaggio dalla calma al pericolo è graduale, quasi impercettibile.

La prima parte del film, infatti, è canonica, quasi noiosa nella sua ordinarietà, con i genitori di Coraline che, come da classico copione, la trascurano sistematicamente per preparare al climax finale, e con l'apparizione di un motorizzato Wybie che nei suoi battibecchi con Coraline dovrebbe catturare la nostra simpatia, ma che invece finisce per essere troppo simile a una delle tante macchiette da film per famiglie. Invece, è nella seconda parte che Coraline dà visivamente il meglio di sé, intessendo una mirabile ragnatela di arte, musica, colori e suoni che si distanzia anni luce dagli altri pur ottimi lavori animati hollywoodiani. Coraline è una festa per gli occhi, anche se per contrario avrebbe avuto forse bisogno di una maggiore forza narrativa. L'errore forse è dello stesso Gaiman, ma nel libro la povertà (semplicità?) narrativa era meno sentita, perché l'autore faceva uso di una prosa e di una narrazione straniante e quasi magica che ne sopperiva la mancanza. Coraline film, invece, va dritto per la sua strada, senza troppo guizzi di creatività narrativa ma al contempo senza nemmeno prendere buche.

Alla fine dei conti, Coraline è il film che mancava da tempo alla cinematografia per bambini, un racconto di terrore a cui nemmeno i moderni e “sgamati” ragazzini moderni rimarranno indifferenti, ma che è favorito da una mancanza di concorrenza in grado di rivaleggiare sullo stesso piano. Anche La sposa cadavere di Tim Burton, pur nel suo mettere in scena morti e non morti ballerini, faceva meraviglia, tenerezza, ma non paura. Coraline invece centra il bersaglio, e rappresenta nell'ambito dell'intero genere animato un piccolo passo verso il grottesco. Un merito non da poco.