Il decimo volume di questa pregevole collana, denominata La biblioteca di Lovecraft ed edita da Edizioni Arcoiris, riprende con la pubblicazione di autori amati dal Solitario di Providence. 

La raccolta ricalca infatti il primo volume della collana, curata da Jacopo Corazza e Gianluca Venditti, in cui venivano presentati autori accomunati dalle lodi ricevute da Lovecraft nel suo saggio L’orrore soprannaturale in letteratura.

In quest’occasione troviamo due scrittori molto noti, Arthur Machen e Francis Marion Crawford, e due più oscuri, Ralph Adams Cram e Henrietta Dorothy Everett.

Si sarebbe potuto forse evitare di inserire La polvere bianca di Machen, racconto più volte antologizzato. Il testo era già presente all’interno della storica antologia di Fruttero e Lucentini del 1960, Storie di fantasmi in cui i due curatori cassarono a sorpresa Il grande dio Pan, considerando Il terrore il suo vero capolavoro.

Sarebbe quindi stato preferibile pubblicare qualche racconto inedito di Machen, anche se bisogna ammettere che nel nostro paese la produzione di quest'autore è stata abbastanza sviscerata e proposta con una certa continuità, anche di recente da Edizioni Hypnos e da Providence Press.

Ad ogni modo, la scelta dello scrittore gallese non stona di certo, dato che lo scrittore argentino Jorge Luis Borges considerava Lovecraft un epigono di Machen.

Ad aprire l'antologia è La valle morta di Ralph Adams Cram, una storia molto efficace già presente in L’orrore secondo Lovecraft, pubblicato nel 1995 da Mondadori.

Lovecraft amava molto questo racconto e, leggendolo, si riesce a capirne i motivi: la vicenda è basata su un’atmosfera che unisce folk-horror e orrore cosmico e ricorda il miglior Algernon Blackwood e la sua grande capacità di evocare le forze dell’ignoto.

La cuccetta superiore di Francis Marion Crawford è poi un classico horror di ambientazione marina, mentre La maschera della morte di Henrietta Dorothy Everett ha il fascino oscuro di uno scritto di Montague Rhodes James.

Nel 2010 per la Count Magnus Press di Giuseppe Lo Biondo pubblicò di questa autrice l’antologia La Maschera della Morte e altri fantasmi. Qui ci muoviamo all'interno di un terrore che deve sicuramente qualcosa alla tradizione della ghost-story e anche alla fantasia macabra di Edgar Allan Poe.

Il racconto di Everett racconta di un uomo che non riesce a risposarsi a causa della maledizione della sua defunta moglie, il cui volto trova il modo di manifestarsi raffigurato su fazzoletti e tovaglioli.

Tutti e quattro i racconti sono stati ovviamente ritradotti e il volume è inoltre impreziosito da una grafica raffinata e dalle splendide illustrazioni di Diana Daniela Gallese che lo rendono un oggetto da collezione.

In futuro sono attese succose novità, è prevista infatti la pubblicazione dell'inedito Jimbo di Algernon Blackwood e di un testo dell’occultista ed esploratore William B. Seabrook. E non verranno certo tralasciati altri volumi a tema lovecraftiano come questo.