Bisogna dare merito alle capacità di divulgatore di Claudio Foti che pubblica, tramite Weirdest Press, un romanzo di Algernon Blackwood finora inedito in Italia: L'accordo umano (The Human Chord).

Algernon Blackwood è stato un innovatore del genere del weird-tale, tanto che H. P. Lovecraft trasse grande ispirazione dal maestro inglese, in particolare dalla concezione “dell’indifferenza” e dell’ostilità delle forze soprannaturali nei confronti dell’uomo”. 

La sua produzione migliore si situa fra il 1906 e il 1917.

Blackwood è maestro nel costruire l’atmosfera e per questo era stimato dal Solitario di Providence che lo considerava, nei suoi momenti più intensi, il migliore scrittore weird in assoluto. In L’orrore soprannaturale in letteratura (Supernatural Horror in Literature), Lovecraft dedica uno studio approfondito allo scrittore inglese e arriva a definire I salici (The Willows, 1907) il miglior racconto nella storia della letteratura del soprannaturale.

Peccato che la stima non fosse ricambiata. Come riferisce Peter Penzoldt – autore di The Supernatural In Fiction, un importante saggio sul soprannaturale inedito in Italia – Blackwood conosceva bene l’opera di Lovecraft, ma non ne era entusiasta perché priva di quel genuino spiritual terror che caratterizzava invece la sua opera.

Blackwood, al suo meglio, è uno scrittore fantastico di razza. Il suo non è un terrore materiale, ma spirituale, che evoca le forze oscure e inconoscibili della natura, un horror di stampo panteistico. Oggi lo scrittore inglese  è ricordato anche per essere stato uno dei capostipiti nell’aver dato vita alla celebre figura del “detective dell’occulto”. E il personaggio di John Silence uscito dalla sua penna, è uno dei più efficaci di questo filone e si va ad affiancare al Carnacki di William Hope Hodgson, allo Jules De Grandin di Seabury Queen e all'Harry Dickson di Jean Ray.

E proprio di occulto si occupa L'accordo umano.

Claudio Foti nella sua introduzione scrive:

Lovecraft aveva ragione quando definiva gli scritti di Blackwood interessanti nei contenuti ma poveri nella forma.

In particolare L'accordo umano è un romanzo che, a differenza di molti dei suoi racconti, risulta oggi troppo datato. Foti ha cercato di rendere la traduzione più attuale per rendere il romanzo più fruibile inoltre ha scelto di eliminare i termini esoterici da lui ritenuti troppo oscuri e poco comprensibili.

Per farsi quindi un'idea complessiva di questo libro bisognerebbe leggerlo in originale. 

Blackwood, come molti altri scrittori dell’epoca fra cui ricordiamo Arthur Machen, fu membro della Golden Dawn e si interessò allo studio delle facoltà e dei poteri nascosti nell’essere umano.

Questo romanzo strizza chiaramente l'occhio alle teorie insegnate nella stessa Golden Dawn. Traspare infatti dalla sua lettura la concezione cabalistica secondo cui

conoscere il vero nome di qualcosa significa possederlo.

All'epoca della sua pubblicazione (il 18 ottobre 1910) L'accordo umano fu ben accolto da critica e pubblico, ma oggi, come dicevo, appare per certi versi disperatamente invecchiato. 

La trama racconta di un giovane londinese, Robert Spinrobin, che risponde all'annuncio del pastore Philip Skale alla ricerca di un segretario dotato di coraggio e immaginazione, di una voce da tenore e di una minima conoscenza dell'ebraico. Il giovane lascia così Londra per raggiungere la magione del pastore, nella nebbiosa campagna gallese, presso le Pontwaun Mountains. Lo scopo  di Skale è quello di riuscire a raggiungere, attraverso l'intonazione del vero nome di una persona, il risveglio dell'essenza spirituale della stessa.

Curiosamente il libro venne recensito negativamente nientemeno che da Aleister Crowley in persona sulla sua rivista The Equinox,  descrivendolo una scopiazzatura di Il numero 19 di Edgar Jepson.

Ho letto il romanzo di Edgar Jepson (pubblicato di recente da Dagon Press e da me recensito su queste pagine) e, al di là di qualche possibile analogia, non mi trovo d'accordo con il giudizio di Crowley.

Probabilmente, come scrive Foti nella postfazione, c'erano delle antipatie del cosiddetto "uomo più cattivo del mondo" o "Bestia 666" nei confronti di Blackwood. E il motivo potrebbe essere che Crowley si rivide, così come nel romanzo Il mago di Maugham, raffigurato nel personaggio del reverendo Skale senza essere esplicitamente nominato. Tutto è possibile!

Oggi L'accordo umano mantiene, nonostante i difetti e la tendenza a un esoterismo fin troppo ridondante (un "modus operandi" che finisce per togliere la genuina atmosfera soprannaturale che caratterizza il miglior Blackwood), un certo fascino rétro che vale comunque la lettura.

Segnalo in ogni caso troppi refusi che si spera vengano corretti in una futura edizione. Ora non resta che attendere anche la traduzione di The Centaur, un romanzo, a detta di molti critici, fondamentale per capire la  concezione esoterica della realtà di Blackwood.