Lo scorso 24 settembre, poco prima delle 21, ha avuto inizio, presso la libreria Miskatonic University di Reggio Emilia, La notte del Weird, l'annuale evento dedicato al fantastico organizzato in collaborazione con la storica rivista Yorick Fantasy e con il patrocinio della World Sf Italia, che è diventato in pochi anni un appuntamento fisso per tutti gli amanti della letteratura di genere.

Dopo la prima edizione dedicata ad H.P. Lovecraft, Robert Howard e Clark Ashton Smith, la seconda incentrata sul gotico americano e sulla sua influenza su alcune serie tv, la prima stagione di True Detective su tutte, questa terza edizione ha celebrato la vita e le opere di H.P. Lovecraft nell'ottantesimo anno dalla sua morte.

Davanti a un nutrito gruppo di "cultisti", i prestigiosi ospiti hanno cercato di esplorare gli aspetti privati meno noti del Solitario di Providence.

Primo a intervenire è stato Nicola Lombardi, scrittore, saggista e storico collaboratore della casa editrice Profondo Rosso per la quale ha curato la traduzione di H.P. Lovecraft: Dreamer on the Nightside di Frank Belknap Long, edito in Italia con il titolo Lovecraft e le ombre. Questa biografia, pubblicata nel 1975, è stata definita da Lombardi come un "affettuoso memoriale scritto da un caro amico", Long era infatti corrispondente e intimo di Lovecraft che può quindi essere raccontato sotto una luce diversa, attraverso aneddoti e ricordi vissuti in prima persona dall'autore. Quello che Long più evidenzia è la granitica razionalità di Lovecraft che difficilmente si sarebbe aspettati di trovare in un maestro del fantastico di questo calibro. 

Il secondo intervento è stato quello di Maico Morellini, vincitore del premio Urania 2010 e collaboratore della rivista di cinema Nocturno. Morellini ha parlato  della difficile relazione tra H.P. Lovecraft e il cinema, soffermandosi più nel dettaglio sul naufragato progetto di Guillermo del Toro di portare sul grande schermo Alle montagne della follia e su come il regista abbia rifiutato di scendere a compromessi per accontentare le richieste delle major. 

Poi è stato il turno di Danilo Arona, scrittore e saggista che ha messo a confronto il New England di Lovecraft e quello di Stephen King. Ricca di miti e leggende, il Maine è una terra in cui le più assurde stranezze sono accettate, il suo isolamento culturale e religioso la rende capace di crimini efferati, inconcepibili per gran parte del resto del mondo. Se il New England è cristallizzato nella sua immobilità, a essere diverso è l'approccio dei due autori a essa. King e Lovecraft attribuiscono a questa due diversi stati d'animo, se il primo lascia sempre che sia possibile intravedere uno spiraglio di speranza, Lovecraft sa di essere sopraffatto dall'orrore di un territorio che non conosce bellezza.

L'intervento conclusivo è stato a cura di Massimo Tassi, giornalista e storico curatore della rivista Yorick Magazine, vero pioniere per quanto riguarda la pubblicazione di letteratura weird in Italia. Anche Tassi si è concentrato sugli aspetti più insolito del Solitario di Providence, sfatando molti luoghi comuni e alcune "leggende metropolitane".