Film horror stereoscopico del 1953 diretto da Andrè De Toth, ispirato  al romanzo di Gaston Leroux e remake de La maschera di cera del 1933 di Michael Curtiz.

Trama: Il professor Jarrod, proprietario di un museo delle cere, rimane sfigurato nell’incendio del museo stesso, appiccato da un suo socio per incassare i soldi dell’assicurazione. Il museo riapre con statue ancora più belle, ma le opere di Jarrow nascondono un segreto.

Perché vederlo: La maschera di cera è il primo film 3D prodotto dalla Warner Bros., fu infatti girato utilizzando la stereoscopia e cioè montando un insieme di immagini e scenografie che dessero il senso della tridimensionalità. L’interesse per questa tecnica, usata per la prima volta nel 1952 per il film  Bwana Devil, rimase vivo fino alla metà degli anni ’50. È però la pellicola di Toth a massimizzare l’impatto di questa nuova tecnologia, tanto da diventare il film 3D più visto del periodo d’oro del cinema tridimensionale. A seguito dell’enorme successo de La maschera di cera 3D, la Universal gira in formato stereoscopico Il mostro della laguna nera, ancora oggi considerato il miglior prodotto a usare questa tecnica. Come prevedibile, il 3D costringe Toth a studiare scene e inquadrature finalizzate a sfondare la quarta parete, scene che per fortuna non influiscono pesantemente sulla visione in 2D.

La trama è un classico del macabro, quattro ragazzi si ritrovano in un luogo isolato circondati dall’orrore. Il protagonista è un lugubre Vincent Price, qui nei panni de professor Jarrod. L’attore è lacerato nell’animo, è vittima e allo stesso tempo carnefice, ragione per cui è capace di suscitare tanto un senso di repulsione quanto sentimenti di pietà. Ormai incapace di usare le mani a causa delle ustioni, è determinato a riavere ciò che gli apparteneva, l’arte e la passione percorrono la propria strada eliminando ogni ostacolo e non curandosi affatto dell’innocenza o della colpevolezza delle vittime. La malvagia e sfaccettata interpretazione di Vincent Price conferma ancora una volta la sua grandezza di attore impeccabile e camaleontico, è questo il film che gli vale la definitiva incoronazione a maestro del terrore.

Nel cast anche Phyllis Kirk, Carolyn Jones e un giovanissimo Charles Bronson, in una delle prime apparizioni sul grande schermo. Bronson, accreditato con il vero nome di Charles Buchinsky, sarà poi diretto da Toth ne La città spenta e L’assedio di fuoco.

Impressionante l’impatto visivo del film che vanta splendidi costumi, scenografie e ambientazioni magnifiche e soprattutto le raccapriccianti statue di cera. La sceneggiatura di Crane Wilbur non è certo esente da buchi e ingenuità narrative, ciò nonostante questo il ritmo si mantiene sempre sostenuto.

La maschera di cera 3D è un film imprescindibile per coloro i quali  vogliono riscoprire le radici del cinema horror. La sua estetica influenzerà non poco il cinema gotico a venire, così come la scelta di inserire black humor e erotismo ripresa poi dalla Hammer. Persino il re dell’orrore Mario Bava e il giallo italiano hanno qualche debito con il personaggio di Jarrod che si nasconde dietro cappello, guanti neri e mantello.

Curiosità: L’attore Nedrick Young, nei panni di Leon, non fu inserito nei credits perché segnalato nella lista nera degli attori comunisti diffusa a Hollywood durante il maccartismo.