In questa rassegna cinematografica viene celebrato e ricordato il talento ormai riconosciuto di uno dei registi italiani ammirati in tutto il mondo: Mario Bava (1914-1980).

Bava, come sottolineato dalla critica francese che ha avuto il merito di riscoprirlo dopo la sua morte, è stato un innovatore, un maestro delle luci e delle ombre, ha creato generi, filoni, effetti speciali e cinema con pochi mezzi e molta fantasia pari solo all’ingegno di una tecnica prodigiosa.

La sua mano e il suo stile, anche nei film minori e in quelli in cui ha collaborato anonimamente, è sempre riconoscibile e ha nel corso degli anni influenzato molti registi del calibro di Quentin Tarantino, Joe Dante, Dario Argento, John Landis, Martin Scorsese, Tim Burton e molti altri.

Durante la rassegna sarà presentato anche il bel volume Kill Baby Kill! Il cinema di Mario Bava, curato da Gabriele Acerbo e Roberto Pisoni (edizione Un mondo a parte), che verrà presentato in occasione della tavola rotonda, alla presenza del figlio di Bava, Lamberto.

La rassegna è stata realizza grazie alla collaborazione, oltre agli autori del volume, di Stefano Finesi e Massimiliano Rossi (La farfalla sul mirino), il Museo Nazionale del Cinema di Torino, la Cineteca Griffith di Genova, Rai Direzione Teche

sabato 26

ore 17.00

La maschera del demonio (1960)

Regia: Mario Bava; interpreti: Barbara Steele, John Richardson, Andrea Checchi, Ivo Garrani, Arturo Dominici, Enrico Olivieri.

Due viaggiatori nelle steppe russe fanno resuscitare la strega Asa, che ha il volto identico alla sua discendente Katia. La strega vampirizzerà quasi tutti i componenti della famiglia, cercando d’impadronirsi del corpo del pronipote. 

“Io il regista non lo volevo fare, perché secondo me il regista deve essere veramente un genio e poi stavo bene a fare il direttore della fotografia, guadagnavo un sacco di soldi. Anni prima avevo letto Il Vij di Gogol. Lo lessi ai miei figli erano ancora piccoli e non c’era ancora la televisione. I due, poveretti, dalla paura dormirono in mezzo al letto. Siccome in quel periodo era uscito Dracula, pensai di fare un film del terrore. Venne fuori La maschera del demonio, de Il Vij era rimasto solo il nome del protagonista, era tutta un’altra storia. Cinque miliardi incassi in America e ho fatto il regista" (Bava).

ore 18.45

La frusta e il corpo (1963)

Regia: John M. Old [Mario Bava]; interpreti: Daliah Levi, Christopher Lee, Tony Kendall [Luciano Stella], Isli Oberon [Ida Galli], Harriet White, Alan Collins [Luciano Pigozzi].

 Kurt, il figlio del conte Menliff, viene ucciso dopo il suo ritorno nel maniero di famiglia. Il suo spirito ossessiona la cognata, un tempo sua amante, creando un clima di terrore. Il film ebbe problemi con la censura: "Me lo hanno sequestrato perché si vedeva Christopher Lee che frusta Daliah Levi tutta compiaciuta e gaudente" (Bava).

ore 20.30

Mario Bava: Operazione paura (2004)

Regia: Gabriele Acerbo, Roberto Pisoni; fotografia: Luca Brovelli; montaggio: Carlotta Giorgi, Davide Sanson; origine: Italia; produzione: Sky Cinema; durata: 53’

Il documentario, con la guida di Joe Dante e le testimonianze di molti registi hollywoodiani, ripercorre la carriera di Mario Bava, il regista italiano che con il suo talento onirico e visivo, la sua enorme capacità di inventare soluzioni tecniche di incredibile efficacia con budget irrisori, ha creato horror, thriller e film fantastici dallo stile ineguagliabile. Testimonianze di Dario Argento, Fabrizio Bava, Lamberto Bava, Mario Bava, Alberto Bevilacqua, Tim Burton, Roman Coppola, Roger Corman, Callisto Cosulich, Luigi Cozzi, Joe Dante, Dino De Laurentiis, Stefano Della Casa, Massimo De Rita, John Landis, John Phillip Law, Alfredo Leone, Tim Lucas, Fulvio Lucisano, Mario Monicelli, Ennio Morricone, Daria Nicolodi, Carlo Rambaldi, Elke Sommer, Barbara Steele, Sergio Stivaletti, Quentin Tarantino.

a seguire

I tre volti della paura (1963)

Regia: Mario Bava; Interpreti: Michèle Mercier, Lydia Alfonsi, Boris Karloff, Suzy Anderson, Mark Damon, Jacqueline Pierreux.

Tre racconti del terrore, introdotti da Boris Karloff.  "I tre volti della paura contiene un episodio basato su un racconto di Cechov: La goccia d’acqua. È il frammento di cinema più pauroso che abbia mai visto in vita mia […] Mario Bava è il mio preferito, perché ti penetra sotto la pelle, nell’inconscio, creando immagini brillanti che ti terrorizzano. È un maestro, e io non ho mai visto film come i suoi. Li scoprii nei drive-in quando frequentavo il college negli anni settanta e, anche se poi non li ho più rivisti per circa vent’anni, ricordo che mi colpirono molto. E mi spaventarono per quanto erano belli" (Sam Raimi).

martedì 29

ore 19.30

Terrore nello spazio (1965)

Regia: Mario Bava; interpreti: Barry Sullivan, Norma Bengell, Angel Aranda, Evi Marandi, Fernando Villena, Stelio Candelli.

La fantascienza all’italiana secondo Mario Bava, fra astronavi che scompaiono, un pianeta dai poteri magici, scheletri e alieni. "Per Terrore nello spazio non avevo nulla, ma veramente nulla a disposizione. Dico, c’era il teatro di posa, tutto vuoto e squallido perché mancavano i soldi: avrebbe dovuto rappresentare un pianeta. Che ho fatto allora? Nel teatro affianco c’erano due grosse rocce di plastica, residuato di qualche film mitologico, le ho prese e messe in mezzo al mio set, poi, per coprire il pavimento, ho seminato quegli zampironi fumogeni e ho oscurato lo sfondo, dove c’era solo la parete bianca. Poi, spostando quelle due uniche rocce, ho girato il film" (Bava).

ore 21.15

La ragazza che sapeva troppo (1963)

Regia: Mario Bava; interpreti: Leticia Román, John Saxon, Valentina Cortese, Dante Di Paolo, Robert Buchanan, Gianni Di Benedetto.

Il capostipite del thriller all’italiana, nato come giallo rosa e trasformato da Bava in un film di suspense, in cui una ragazza americana, giunta in Italia, si trova, suo malgrado, coinvolta in un delitto e inizia a indagare in una Roma allora definita, da un anonimo recensore, «del tutto inedita, assurda, ma divertente». "Penso che fosse un’idea intelligente. Era come una parodia del giallo, un giallo nel giallo. Questa ragazza che ha una fervida immaginazione e fantasia e viene suggestionata dal libro che sta leggendo" (John Saxon)

a seguire

L’ospite delle due (1975, 58’)

Programma televisivo della Rai andato in onda il 13 aprile 1975, condotto da Luciano Rispoli. Mario Bava, ospite in studio con Carlo Rambaldi, l’attrice Silvia Monelli e il critico (poi regista e collaboratore di Fellini) Gianfranco Angelucci, spiega ai telespettatori alcuni dei suoi straordinari trucchi.

 

mercoledì 30

ore 18.00

Gli invasori (1961)

Regia: Mario Bava; interpreti: Cameron Mitchell, Giorgio Ardisson, Ellen Kessler, Alice Kessler, Jacques Delbò, François Cristophe.

L’epopea dei vichinghi all’assalto della Britannia. "Senza nasconderselo, il produttore tentò di rifare The Vikings, diretto da Richard Fleischer" (Martinet). "Le mie navi vichinghe erano carcasse della pasta Buitoni messe in fila, con quella specie di becco davanti soltanto, dopodiché ghiaccio secco per fare nebbia e i macchinisti che ogni tanto gettavano secchiate d’acqua, il dolly che andava su e giù e fumo in teatro, fumoni bianchi, fumoni neri. Ci prese un’intossicazione che rimasi sei mesi a letto e per poco non andavo a finire al manicomio per l’avvelenamento. Nello Santi mi mandò il cassiere con un regalo di cinque milioni, quelle cose che oggi col cavolo che succedono" (Bava).

ore 20.00

Quante volte... quella notte (1969)

Regia: Mario Bava; interpreti: Daniela Giordano, Brett Halsey, Pascale Petit, Dick Randall, Brigitte Skay, Valeria Sabel.

"Una ragazza [...] racconta di essere stata vittima di un tentato stupro, ma il presunto violentatore sostiene che le cose sono andate diversamente. Nemmeno un testimone riesce a far luce sulla verità. Bava, molto più a suo agio nel genere horror, tenta qui una ben poco convincente incursione nel thriller dai toni pirandelliani, ambizioso ma assai sconnesso nella struttura narrativa. Iniziato nel 1969, il film è uscito quattro anni più tardi per problemi di censura" (Mereghetti).

"Ho anche fatto un film spinto. Uno solo, niente male. Non lo nego. Si tratta di Quante volte… quella notte. L’ho fatto in un’epoca in cui in Italia, se rifiutavi di girare un film erotico, ti prendevano per omosessuale. Era basato sullo stresso principio di Rashômon: la notte di due coppie, raccontata da ciascuno dei partner. Una volta tanto le scene di sesso erano giustificate. Ma la censura l’ha bocciato. Il mio amico Riccardo Freda faceva parte della Commissione. Per salvare il film ho proposto in un secondo tempo di inserire una messa nera. Sono ancora in attesa di risposta" (Bava).

ore 21.45

Diabolik (1968)

Regia: Maria Bava; interpreti: John Philip Law, Marisa Mell, Michel Piccoli, Adolfo Celi, Claudio Gora, Terry Thomas.

Trasposizione cinematografica del celebre fumetto delle sorelle Giussani. L’ispettore Ginko dà la caccia a Diabolik che, con l’aiuto di Eva Kant, ha rubato dieci milioni di dollari. Bava non ne aveva un grande ricordo (anche perché i tempi di lavorazioni, particolarmente lunghi, erano inusuali per lui): "Per Diabolik avevo a disposizione pochissimi mezzi, l’ho finito con circa duecento milioni di spesa, un’inezia. Si figuri che ho dovuto arrangiarmi a inventare tutto con i trucchi perché la produzione non mi forniva niente, ma proprio niente. Ha visto la capanna di Diabolik in campagna, il suo rifugio, il laboratorio, l’autorimessa...? Le giuro, erano tutti modellini, fotografie che io ritagliavo al momento, improvvisando per rimediare allo squallore della scena e incollavo su un vetro davanti alla macchina da presa".

giovedì 31

ore 18.00

La Venere d’Ille (1978)

Regia: Mario e Lamberto Bava; interpreti: Marc Porel, Daria Nicolodi, Fausto Di Bella, Adriana Innocenti, Mario Maranzana, Diana De Curtis.

Film per la tv trasmesso il 27 maggio 1981 per la serie I giochi del delitto - Storie fantastiche dell’Ottocento. La storia, ambientata nella provincia francese, ruota attorno a una statua di bronzo che raffigura Venere. 

a seguire

Shock (1977)

Regia: Mario Bava; interpreti: Daria Nicolodi, John Steiner, David Colin jr., Ivan Rassimov, Nicola Salerno.

Dora ritorna nella sua vecchia casa insieme al secondo marito e al figlio. Accadono fatti sconvolgenti legati al suicidio del primo marito.

"Mi ricordo che c’era anche il problema del fantasma di Shock, sembrava non ci fosse il verso di farlo, non c’erano soldi. Shock è stato girato in cinque settimane con 120 milioni. Per finirlo abbiamo lavorato anche sedici al giorno. Per realizzare il fantasma, Mario costruì un cartoncino ritagliato con le sue mani d’oro, e lo illuminò con delle luci speciali, rendendolo sorprendentemente efficace. Aveva anche una collezione incredibile di “vetri acqua” degli anni trenta: quasi tutti gli incubi che ha Dora, il mio personaggio, erano ottenuti attraverso delle deformazioni provocate da questi vetri, sembrava che il mare ci trascolorasse dentro. Li ha usati anche per l’effetto della casa che arde alla fine di Inferno di Dario Argento. Nessuno sapeva far bruciare

questo enorme grattacielo newyorkese, ci voleva un effetto speciale particolare e lui, ridisegnandolo su un vetro, riuscì a farlo" (Daria Nicolodi).

ore 20.45

Tavola rotonda moderata da Pierpaolo De Sanctis con Lamberto Bava, Renato Cestiè, Ernesto Gastaldi, Filippo Ottoni, Giona A. Nazzaro, Gabriele Acerbo e Roberto Pisoni

Nel corso della tavola rotonda sarà presentato il volume Kill Baby Kill! Il cinema di Mario Bava, a cura di Gabriele Acerbo e Roberto Pisoni, un mondo a parte, Roma, 2007

a seguire

Ecologia del delitto (1971)

Regia: Mario Bava; interpreti: Claudine Auger, Luigi Pistilli, Claudio Volonté, Laura Betti, Leopoldo Trieste, Chris Avram;

Prima versione dello straordinario film di Bava, che reca come titolo Ecologia del delitto, voluto dal produttore Giuseppe Zaccariello, per cavalcare l’onda ecologista, e con la battuta finale «così imparano a fare i cattivi» pronunciata dai bambini (autentiche stelle del cinema italiano anni Settanta) Nicoletta Elmi e Renato Cestiè, al suo esordio. Il titolo fu poi cambiato con Reazione a catena (Ecologia del delitto) e la battuta ammorbidita, cambiando il senso del finale del film. Tredici delitti in una baia, sulla quale grava l’ombra di una speculazione edilizia in atto, contro la quale la natura (o chi per lei) mette in atto le sue forme di autodifesa: un congegno narrativo perfetto in un film di forte impatto visivo in cui Bava gioca con gli elementi naturali e con la luce, suggestionando lo sguardo dello spettatore. Film imitatissimo in America (Venerdì 13 su tutti), circondato da un culto del tutto meritato, grazie, oltre che al plot, alla mano ispirata di Bava (specie nelle sequenze dei delitti, costruite con una cura, per una volta, argentiana), a un cast notevole in cui ogni attore regala un’interpretazione indimenticabile (splendido cameo di Isa Miranda nella parte dell’anziana contessa). "Non saprei raccontare la trama, ma è uno di quei film che meno li capisci e meglio è. Mi piace soprattutto un’inquadratura venuta fuori quasi per caso. Prima l’immagine è sfocata, si ha l’impressione di vedere qualcosa che sembra il sole. E invece no, si tratta di un occhio, un occhio immenso che occupa l’intero schermo" (Bava). Al termine del film sarà proiettato il finale di Reazione a catena (Ecologia del delitto).

Cinema Trevi Cineteca Nazionale

Vicolo del Puttarello, 25, Roma

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