Coloro che credono nella reincarnazione affermano che tutte le azioni commesse in questa vita avranno precise conseguenze nella successiva. Il compito fondamentale di ciascuno di noi è quindi di correggere tutti i lati negativi del nostro carattere e soprattutto evitare di fare di proposito del male a chicchessia. Non ci può essere altra spiegazione a eventi che si ripetono nel tempo, con le stesse modalità, e che hanno come protagonisti personaggi dai tratti del volto ed esistenze molto simili. Questo l’argomento di alcune delle storie che state per leggere. Poi ci sono quei casi che fanno pensare a insoliti scherzi del destino, all’ineluttabilità di certi eventi, a uno schema ben preciso che noi non vediamo e di cui siamo vittime inconsapevoli. È davvero così? Di solito si tende a pensare che si tratta di semplici coincidenze, di singolari combinazioni, ma in alcuni casi è davvero difficile mettere da parte spiegazioni più inquietanti. Diamo dunque il via alla carrellata di fatti insoliti.

Lincoln e Kennedy
Lincoln e Kennedy

Partiamo con il caso più famoso di tutti: Lincoln-Kennedy. Sono state tirate in ballo molte più coincidenze di quante ne esistono in realtà, tuttavia quelle reali demarcano un enigmatico collegamento tra le vite di due degli uomini più importanti della storia americana.

Lincoln divenne presidente nel 1860, Kennedy nel 1960, cento anni esatti tra un’elezione e l’altra. Furono uccisi da un proiettile che li colpì alla testa. Lincoln morì al Ford Theater, Kennedy morì mentre era a bordo di una Lincoln costruita dalla Ford. A entrambi subentrarono i vicepresidenti con lo stesso nome, Johnson. Il primo, Andrew Johnson, era nato nel 1808, il secondo, Lyndon Johnson, nel 1908. Di nuovo cento anni. Il segretario privato di Lincoln era chiamato da tutti John, quello di Kennedy si chiamava Lincoln. L’assassino di Lincoln, John Wilkes Booth, era nato nel 1839, quello di Kennedy, Lee Harvey Oswald (prendendo in esame la teoria più conosciuta del folle che agisce da solo) nel 1939. Sempre cento anni. Sia Booth che Oswald furono a loro volta assassinati prima di poter arrivare al processo. Booth uccise Lincoln in un teatro e si rifugiò in seguito in una rimessa (intesa anche come deposito) mentre Oswald sparò dalla finestra di un deposito e si rifugiò in un cinema (o teatro che dir si voglia). Se si cominciano a contare le lettere dei nomi dei protagonisti si possono riscontrare parecchie coincidenze che magari non significano nulla o che invece significano molto. Lincoln e Kennedy: sette lettere. John Wilkes Booth e Lee Harvey Oswald: quindici lettere. Andrew Johnson e Lyndon Johnson: tredici lettere (qui non si è tenuto conto del secondo nome). Che pensare? Assassino e vittima che si inseguono di epoca in epoca, condannati a rivivere lo stesso tragico dramma. Quasi un disegno diabolico atto a fermare chiunque osi porre l’accento su valori importanti come la lotta alla discriminazione razziale per la quale sia Lincoln che Kennedy si impegnarono a fondo, inserendola tra le prime voci del programma presidenziale.

Elisabetta I
Elisabetta I

Seconda storia. La nobildonna Edith Sitwell e la regina Elisabetta I. Tra le due c’è una somiglianza straordinaria e dai ritratti lo si può vedere benissimo. Sono nate a distanza di 350 anni l’una dall’altra, esattamente lo stesso giorno, il 7 settembre, esattamente nello stesso arco di tempo, ovvero tra le tre e le quattro di pomeriggio. La loro nascita non fu benaccetta dai genitori che, in entrambi i casi, desideravano un maschio. Nessuna delle due si sposò mai e coltivò il medesimo profondo interesse per la poesia. Per tutta la vita soffrirono entrambe di frequenti crisi depressive. Reincarnazione? I fatti sembrano confermarlo. Forse, a causa di questa tendenza a una tristezza ingiustificata, la stessa anima fu rispedita sulla terra perché imparasse ad amare la vita. L’esistenza di Edith Sitwell fu uguale a quella della regina, e lei non fece nulla per cambiare il corso degli eventi. Molto probabilmente ora la sua anima vaga ancora di corpo in corpo, trascinandosi dietro lo stesso destino.

Nel caso di Mary Ashford e Barbara Forrest non c’è una eclatante somiglianza fisica, ma queste due ragazze sono unite intimamente da una morte violenta avvenuta per mano di uno squilibrato. Mary nacque nel 1797 e Barbara nel 1954. La prima fu brutalmente assassinata e, a centocinquant’anni di distanza, Barbara avrebbe fatto un’identica fine. I loro cadaveri furono ritrovati lo stesso giorno, il 27 maggio, nella stessa città. Il giorno prima era il lunedì di pentecoste, sia nel 1817 che nel 1974. Furono entrambe stuprate prima di venire uccise e il decesso avvenne alla stessa ora. Gli assassini portavano lo stesso cognome (Thorton) e cercarono di nascondere i cadaveri nel medesimo modo, cioè coprendoli con foglie e rami. La sera prima sia Mary che Barbara avevano fatto visita a un amico, poi si erano cambiate d’abito ed erano andate a una festa. Dieci giorni prima di morire Barbara disse a un amico: “Questo sarà per me un mese sfortunato. Lo sento. Non chiedermi perché.” Non si sa se anche Mary confessò il suo presentimento a un amico. Date le circostanze, è molto probabile di sì.

Nel 1971, a Detroit, un bambino cadde dal quattordicesimo piano di un palazzo e finì addosso a Joseph Figlock. Bambino e ragazzo se la cavarono con qualche livido. Esattamente un anno dopo, lo stesso giorno, nello stesso punto, Joseph passò accanto al palazzo e il bambino cadde di nuovo tra le sue braccia. Leggenda metropolitana? No, ci sono due articoli di giornale che confermano la veridicità del fatto.

Nel 1975, nelle Bermuda, due fratelli morirono a distanza di un anno l’uno dall’altro nel medesimo modo. Viaggiavano in moto lungo la stessa strada e furono investiti dallo stesso taxi guidato dallo stesso tassista e che aveva a bordo, incredibile ma vero, lo stesso passeggero.

Nel 1944, in Inghilterra, un maestro produsse un cruciverba per il Daily Telegraph che conteneva i seguenti nomi: Omaha, Utah, Mulberry, Neptune e Overlord. Cosa c’è di strano? Che questi sarebbero stati, tempo dopo, i nomi in codice usati per indicare le varie zone dello sbarco in Normandia. Overlord indicava il D-day, il giorno dell’attacco.

Nel 1898 uscì il romanzo Futility che parlava di una gigantesca nave, il Titan, che durante il viaggio inaugurale finiva per scontrarsi con un iceberg più o meno nello stesso punto in cui, nel 1912, il Titanic sarebbe affondato. Nel 1939 il capitano di un’altra grande nave si rese conto che l’imbarcazione si trovava dalle parti del famoso disastro e, scosso da una tetra premonizione, fece fermare i motori. Qualche istante dopo un iceberg comparve tra le nebbie e danneggiò lo scafo. Il danno sarebbe stato sicuramente maggiore se il vascello si fosse ritrovato a viaggiare spedito al momento dell’impatto. Il nome della nave? Il Titanian.

Jefferson
Jefferson

Le vite di due presidenti degli Stati Uniti, Thomas Jefferson e John Adams rientrano nella categoria degli X-files. Durante la guerra d’indipendenza americana Jefferson mise nero su bianco le sue idee e firmò la Dichiarazione di Indipendenza, approvata e diffusa da Adams. Quest’ultimo divenne il secondo presidente e il suo collega il terzo. Morirono entrambi lo stesso anno, il 1826, lo stesso giorno, il 4 luglio, proprio quello in cui si festeggiava la famosa Dichiarazione che li aveva visti intensamente impegnati.

Da ragazzo, re Luigi XVI fu più volte avvertito da un astrologo che il 21 di ogni mese sarebbe stato sempre il suo giorno sfortunato. Per questo motivo, una volta salito al trono, Luigi rifiutò sempre di mettere in atto progetti o di partecipare a riunioni in quel giorno. Il 21 luglio 1791 il re e la regina furono arrestati a Varenne mentre cercavano di scappare dalla Francia ormai sconvolta dalla rivoluzione. Il 21 settembre la monarchia fu abolita e la Francia divenne una repubblica. Il 21 gennaio 1793 Luigi veniva decapitato. Complimenti all’astrologo.

Nel 1836, a Vienna, il famoso pittore Joseph Aigner aveva diciotto anni e aveva appena infilato la testa nel cappio quando un frate cappuccino entrò nella stanza e gli impedì di compiere l’insano gesto con parole gentili. Quattro anni dopo, a Budapest, Joseph era di nuovo caduto in depressione e di nuovo si preparava a lasciare questo mondo. Lo stesso frate lo salvò ancora una volta. Otto anni dopo il pittore fu condannato a morire sulla forca da una giuria per questioni politiche, ma l’intervento accorato del medesimo frate convinse la giuria a sospendere la pena. Nel 1886 Joseph aveva appena compiuto sessantotto anni e non sopportava più di vivere in uno stato di costante depressione. Prese una pistola e si sparò. Evidentemente aveva capito di dover lasciare da parte il nodo scorsoio e cambiare metodo. L’intuizione fu un successo per lui e una disgrazia per coloro che lo amavano. Indovinate chi fu a celebrare il funerale?

Il matrimonio tra il Duca d’Aosta e la principessa Maria del Pozzo, avvenuto il 30 giugno 1867, portò indirettamente alla morte di ben sei persone. Una delle cameriere della principessa si impiccò, il portiere dell’albergo in cui la coppia soggiornò si tagliò la gola, il colonnello che guidò il corteo nuziale ebbe un collasso causato da un colpo di sole, un capostazione finì sotto il treno che trasportava gli sposini, l’aiutante del re, padre del Duca, cadde da cavallo e morì sul colpo, il testimone dello sposo si sparò. Per caso la sposa aveva un bouquet di crisantemi invece che di fiori d’arancio?

Negli anni ’30, a New York, un treno deragliò nei pressi di un ponte levatoio e finì nella baia di Newark. Morirono 30 persone. Il giorno dopo un giornale aveva in prima pagina la foto di uno dei vagoni nel momento in cui veniva tirato fuori dall’acqua. Sul fianco era chiaramente visibile il numero 932. Molte persone lo annotarono e tentarono la fortuna giocandolo al Manhattan Numbers Game (il nostro lotto) e vinsero. No comment.

Nel 1940 due gemelli furono separati alla nascita e adottati da due coppie che non si conoscevano. A entrambi fu dato il nome James. In seguito i gemelli sposarono una donna che si chiamava Linda ed ebbero un figlio maschio che chiamarono James Alan. In seguito divorziarono. Quarant’anni dopo si ritrovarono e scoprirono che i loro hobbies, i loro gusti e le esperienze che avevano avuto erano praticamente gli stessi. I misteri sulle coppie di gemelli non finiscono mai.

Nel 1893 Henry Zieglan commise il fatale errore di lasciare la sua fidanzata. Il fratello di quest’ultima pensò di vendicare l’onore della ragazza sparando a Henry. Il proiettile lo ferì solo di striscio e andò a conficcarsi nel tronco di un albero alle sue spalle. L’aggressore si pentì di ciò che aveva fatto e si fece saltare le cervella. Circa venti anni dopo Henry stava sistemando il giardino e quell’albero gli sembrava più un ingombro che un ornamento. Decise di liberarsene in modo drastico con la dinamite. Mentre il tronco andava in mille pezzi la pallottola fu proiettata all’esterno, volò verso Henry e lo colpì alla testa. Quando è destino è destino. Punto.

C’è un romanzo, scritto da Edgar Allan Poe, che si intitola Le avventure di Arthur Gordon Pym, pubblicato nel 1837. Racconta di quattro marinai che trovano rifugio nella scialuppa di salvataggio di una nave che sta affondando. Nella piccola imbarcazione non c’è cibo. Resi folli dalla fame, decidono di divorare colui che avrà la sfortuna di scegliere la pagliuzza più corta. Il povero mozzo Richard Parker viene ucciso e mangiato dai suoi compagni. A quarant’anni di distanza la vicenda assunse toni meno romanzeschi e più reali. Quattro naufraghi, costretti al digiuno in una scialuppa per giorni e giorni, ricorsero al metodo della pagliuzza per decidere chi doveva fare da pasto. A perdere fu il mozzo di bordo che si chiamava, guarda un po’, Richard Parker. Poe aveva forse avuto una specie di premonizione? Chissà.

Il famoso scrittore Thomas Wolfe avrebbe voluto scrivere un romanzo dal titolo K-19. La storia si sarebbe basata su un autobus che portava questa sigla destinato ad avere una profonda influenza sulle vite dei protagonisti. C’era l’idea ma non una storia ben delineata e quindi Thomas si dedicò ad altri progetti lasciando da parte il K-19. Non riuscì mai a riprenderlo in mano, perché nel 1938 morì per un infarto. Il suo editore, Maxwell Perkins, seguì personalmente i funerali e quando si trovò dietro al il carro funebre che aveva a bordo la bara dello scrittore ebbe modo di vedere la targa. La parte finale era K-19.

Nel 1885 John Lee stava per morire impiccato. Aveva ucciso Emma Anna Keyes a colpi di accetta. Quando il boia fece scattare il meccanismo che apriva la botola sotto i piedi del condannato questa non si aprì. Si verificò il corretto funzionamento del congegno e tutto risultò a posto. Sì tentò una seconda volta e di nuovo la botola non si aprì. Fu chiamato il falegname perché sistemasse gli angoli con una pialla, ma neanche la terza volta l’esecuzione andò in porto. La folla, il boia e lo sceriffo erano stupefatti. Decisero di rispedire il prigioniero in cella. La condanna a morte fu commutata in ergastolo, ma dopo venti anni Lee fu rilasciato sulla parola. Visse fino a tarda età e nessuno riuscì mai a capire cosa fosse successo quel giorno, sulla forca, mentre aveva già il sacco di tela sulla testa e il cappio attorno al collo. Per qualche motivo la morte lo aveva rifiutato.

Galileo morì nel mese di dicembre del 1642. Lo stesso mese di quell’anno nacque Isaac Newton. Interessante, no?

Lo sfortunato Apollo 13 si staccò dal suolo alle ore 13.13 dell’11 aprile 1970. Due giorni dopo, il 13 aprile, una violenta esplosione a bordo segnava l’inizio di un incubo che, per fortuna, si risolse nel migliore dei modi. Dove avvenne il guasto? All’interno del circuito elettrico n.13.

L’11 settembre è una data che nessuno scorderà più. Molte le coincidenze e i giochi di numeri che lasciano allibiti. Sono stati in tanti a notare che il numero 11, se osservato sotto l’aspetto simbolico, ricorda proprio due torri. La data del disastro è il 9/11 e se in America digitiamo queste cifre sulla tastiera del telefono ci risponde il pronto interevento. Anche nel linguaggio parlato, spesso scherzosamente, il 911 è una chiara richiesta di aiuto. Il primo aereo a schiantarsi sulle torri è stato il volo 11 dell’American Airlines. A bordo c’erano 92 passeggeri (9+2=11). A bordo del secondo aereo, il volo 77, c’erano 65 passeggeri (6+5=11). L’11 settembre è il 254esimo giorno dell’anno (2+5+4=11).

Quanti casi insoliti, quante stranezze in questo mondo del quale crediamo di sapere tutto. Coincidenze? Chiamiamole pure così, ma non scordiamoci di aggiungere sempre un mastodontico punto interrogativo.